Cristo si è fermato a Palermo (a fare la Via Crucis)
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Il Gesù più umano nella città più umana di tutte. Fernando Botero torna a Palermo 27 anni dopo e la città, tutta la città, lo accoglie in modo sorprendente!
Nel 1988 Palermo conobbe Fernando Botero. E l’Albergo delle Povere, che mai prima di allora aveva ospitato una mostra, fu la sede dell’esposizione La Corrida dell’artista colombiano. Ad accoglierlo quella volta, una città martoriata da centinaia di omicidi, una città che tentava di vivere la sua “primavera”. Leoluca Orlando era il sindaco.
Ventisette anni dopo, Leoluca Orlando è di nuovo sindaco, il primo giorno di primavera, che stavolta è soltanto una stagione, il 21 marzo ha aperto al pubblico Via Crucis. La pasión de Cristo, Fernando Botero è tornato a Palermo, anche se solamente con le sue opere. Il pittore ha preferito non presenziare per la sua età che tende a fargli evitare i viaggi.
27 dipinti a olio e 17 disegni nelle Sale Duca di Montalto del Palazzo Reale
"Nella via Crucis ho voluto rappresentare il dramma di Cristo come se fosse vissuto da un essere umano." Un modo inedito di rappresentare un tema classico, Gesù Cristo, nel momento di massimo dolore, Botero dipinge Gesù più umano che mai, nella città più umana che mai. Palermo, unica tappa italiana dopo New York, Medellin, Lisbona e Panama. La risposta della città è stata strabiliante, in fila si trova di tutto, esperti, neofiti, palermitani, stranieri, grandi e piccini.
Tra le opere ce n'è una, piccola, che si chiama I Chiodi: in primo piano una mano trafitta da un chiodo, poco più piccola un'altra mano con un martello la sta trafiggendo. Una mamma racconta alle sue due bambine che Botero dipinge spesso le mani, da quando, nel 1975, un incidente stradale gli portò via suo figlio e la falange di un dito, un evento che segnò per sempre la sua vita e la sua scrittura. In tutti i dipinti le mani sono in primo piano, le mani incrociate della madre addolorata che piange suo figlio, le mani di Gesù che in mezzo a una folla riceve il bacio di Giuda, le mani di Veronica che regge la Sacra Sindone su uno sfondo di un blu che rapisce. I colori di Botero sono forti, prepotenti, ti rapiscono, ti rendono partecipe del dolore, ma non è un dolore straziante, lo rendono quasi accettabile, lo caricano in qualche modo di speranza.
Settemila visitatori nei primi 9 giorni
La città ha risposto in un modo che nessuno si aspettava; solamente nei primi nove giorni la mostra ha registrato oltre settemila visitatori e i numeri sono destinati a crescere con l'avvento della stagione estiva; i dirigenti e gli amministratori si chiederanno per molto tempo i motivi di questo successo. Le ragioni, come sempre in questa città, non sono univoche, i turisti vedono una mostra di un artista internazionale, i palermitani colti sono spinti dalla voglia di partecipare ad un evento raro per la città. Ma i più sorprendenti sono loro, il mondo dei mercati, dei quartieri di periferia, i "meno colti", che, nonostante tutto, vanno fino a Palazzo dei Normanni, fanno la fila, pagano il biglietto e guardano quei dipinti e si fermano davanti ai disegni. Forse si chiedono che ci fa accanto a "u Signuruzzu" quello con gli abiti moderni, forse le signore si sussurrano all'orecchio come il Gesù Cristo di questi quadri ricordi molto il loro marito e la sua pancia che ormai sono rassegnate a veder crescere. Forse semplicemente quando l'arte ha un valore per apprezzarla non occorre essere esperti. La mostra rende Palermo protagonista dell'arte, luogo di incontro, perchè ne mostra il suo lato internazionale e la invita a salire sul palco delle grandi capitali europee e chissà che non sia un nuovo inizio... Sempre che "U Signuruzzu" ci accompagni!