Crisi politica belga: a breve la fumata bianca?
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Riccardo BonottoIl compromesso alla belga ha subito un duro colpo nelle ultime settimane. La sua sopravvivenza è ormai appesa ad un filo. E ai belgi non resterà che il loro leggendario humour per piangerlo con filosofia e fatalismo.
La fredda accoglienza che è stata riservata dai due partiti fiamminghi, la N-VA (l'Alleanza Neo-Fiamminga) e il CD&V (partito democratico-cristiano fiammingo), nei confronti dell'ultima nota di Elio Di Rupo ha segnato la fine di un'intera epoca. Un'epoca in cui era ancora possibile formare un governo federale a basso costo. Oggi, ogni partito cerca di tirare la coperta su di sé e tenersi al caldo. Ogni comunità vuol far pagare il conto all'altra, e in molti si stupiscono del perché il Paese non sia stato oggetto di attacchi speculativi sul suo debito.
La federazione Vallonia-Bruxelles: un matrimonio forzato
Dopo un anno di aspri negoziati condotti dai due partiti vincitori delle ultime elezioni legislative, la N-VA e il PS (Partito Socialista francese), la stanchezza ha vinto sull'insieme degli ingranaggi di potere. In strada, non c'è più speranza. I negoziati sulla riforma dello Stato si trascinano ormai da quattro anni senza il minimo progresso. Peggio, la situazione è ancora più complicata. Senza mai dirlo chiaramente, fiamminghi e francofoni si danno battaglia per Bruxelles. I francofoni sospettano i fiamminghi di voler dare alla capitale un modello istituzionale che ne cancellerebbe l'identità e la condizionerebbe ad una futura indipendenza delle Fiandre. Ciò spiega in gran parte la premura dei francofoni nel legare la sorte di Bruxelles a quella della Vallonia nel quadro di un matrimonio concluso in fretta sotto il nome di Federazione Vallonia-Bruxelles, nuovo nome dato alla comunità francofona.
Il Paese s'incammina pian piano verso un blocco totale. Scaltro sarà l'uomo politico che saprà conciliare le posizioni degli uni e degli altri, e arrivare a formulare un accordo che soddisferà nord e sud. Il momento è difficile anche se è ancora permesso sperare. Uno dei pochi motivi di speranza ai quali conviene aggrapparsi viene questa settimana dall'Open VLD (liberali e democratici fiamminghi). Un anno fa, questo partito aveva fatto precipitare la caduta del governo di Yves Leterme. Oggi il suo presidente ha chiesto ai partiti fiamminghi di isolare l'intransigenza dell'N-VA e potrebbe liberare in parte il CD&V e renderlo più intraprendente. Dopo tutto, lo status quo favorisce la N-VA che i sondaggi danno già vincente in caso di nuove elezioni legislative. La N-VA che continua a servirsi del blocco istituzionale per assorbire gli altri partiti fiamminghi. Il cammino sarà lungo e il VLD non è il solo ad essersene accorto.
Un debito che supera il pil
I partiti del sud del Paese da qualche mese fanno appello alla vecchia guardia del CD&V per convincerla ad uscire dalle grinfie della N-VA. All'inizio dei negoziati lo scorso anno, nessuno, francofoni compresi, pensava che fosse un bene salire al governo senza la N-VA. Ignorare una vittoria così eclatante come quella di Bart De Wever (leader della N-VA, ndr) sarebbe come ignorare la volontà popolare di un terzo delle Fiandre. Ma oggi, le cose sono cambiate. Con un debito superiore al proprio pil, il Paese vive continuamente sotto la minaccia delle agenzie di rating ed ogni rilassamento rischia di essere fatale. I partiti fiamminghi rischiano a breve termine di subire le ire dell'elettorato, ma nulla indica che a lungo termine il tempo non gli darà ragione.
L'opzione di un governo senza i nazionalisti fiamminghi riporterà, secondo i suoi sostenitori, più calma attorno al tavolo dei negoziati. I partiti fiamminghi potranno così strappare una profonda riforma dello Stato senza puntare il coltello alla gola dei partiti francofoni e senza fargli perdere la faccia. I tre partiti del sud, PS, MR (Movimento Riformatore) e CDH (Centro Democratico Umanista) sanno di essere anch'essi implicati nella crisi istituzionale e la prossima volta non perderanno l'occasione di concludere un accordo coi partiti fiamminghi.
E' solo a prezzo di questi sacrifici che il compromesso alla belga guadagnerà una nuova chance. Quel bell'animale a tre zampe che ha partorito dei cuccioli nel mondo intero, imparerà presto a camminare nuovamente solo se troverà il sostegno che le è mancato dal 2007. Il Re potrà così fischiare la fine della ricreazione, stappare la Leffe e finalmente tirare un sospiro di sollievo.
Leggere l'articolo originale in versione completa d'Abider Bouzid sul blog cafebabel a Bruxelles
Foto: home-page (cc) Gilderic/flickr (cc) ; Testo: bandiera belga: (cc) Jacob Johan/Flickr, Bert de Wever e Di Rupo : (cc) Daniel Basteiro/flickr
Translated from Crise politique belge : bientôt la fumée blanche ?