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Cosa resta di John Lennon? Il marchio!

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Default profile picture Elisa Sigismondi

società

Chissà, forse a 70 anni si sarebbe visto così: «Mi immagino in un villaggio irlandese, a fare il bagno nei fiumi, dormire all’aria aperta e giocare a freccette». E John Lennon, i suoi 70 anni, li avrebbe compiuti lo scorso 9 ottobre. E di fatto li compie, perché non esiste uomo morto che sia più vivo di lui.

Il brandLennon incarna (e vende) una filosofia di vita: quella che si fonda su un pensiero libero e rivoluzionario, ma nello stesso tempo pacifista. Al pari di altri grandi come Elvis Presley, James Dean o Bob Marley, il Lennon “post mortem” ha prestato il suo volto ad aziende, automobili, scarpe da ginnastica e chili e chili di altra merce. Un vero e proprio impero di cui sua moglie e i suoi figli sono diventati padroni. Ma l'ex Beatle avrebbe voluto tutto questo? Di fronte alle critiche di alcuni suoi amici, di molti giornalisti e di altri artisti, Yoko Ono e suo figlio hanno sentito l'esigenza di difendersi sottolineando che tutto ciò «non è stato fatto per denaro. L’unico intento era fare in modo che John rimanesse vivo nell’immaginario collettivo. La televisione e tutto il resto sono una via per arrivare ai giovani». Se questo era l’obiettivo, missione compiuta: tutto ciò che non c'è più di John è unicamente il Lennon in carne ed ossa.

Ma cosa sarebbe diventato se non fosse morto? George Harrison, ad esempio, aveva predetto che ci sarebbe stata una svolta nella carriera artistica dell'ex Beatle, non necessariamente in positivo: «Il suo talento diminuiva man mano che incominciava a interessarsi ad altri aspetti della vita. Era un uomo innamorato della sua famiglia, sempre capace di comporre belle canzoni d’amore, però non riusciva più ad essere innovativo». Noel Gallagher, membro degli Oasis, lo vede invece come un innovatore per la sua epoca: «Lennon è sempre stato 20 anni avanti rispetto agli altri e anche oggi continuerebbe ad esserlo».

Certo è che, per nostra grande fortuna e sfortuna, non si saprà mai che cosa sarebbe potuto accadere e chi sarebbe potuto diventare. Quello che sappiamo è chi è stato John Lennon e in cosa la famiglia e le persone a lui più vicine, secondo alcuni, lo hanno trasformato. Comunque sia, i festeggiamenti organizzati in occasione del suo settantesimo compleanno non sono pochi.

L’1 e il 2 di ottobre all’Orpheum Theatre di Los Angeles, la vedova Yoko Ono ha voluto rendere omaggio in grande stile al suo compagno. E cosa c'è di meglio di una performance di Lady Gaga per fare spettacolo? Lei e il gruppo “We Are Plastic Ono Band” hanno fatto impazzire il pubblico. E poi, c'era il pianoforte di John Lennon, attorno al quale sono state costruite le coreografie delle canzoni.

Secondo uno di loro, George Harrison, John stava perdendo la sua vena artisticaTra le molte iniziative organizzate per l’occasione, si distingue il rilancio della discografia dell’ex Beatle dopo la sua rottura con i Fab Four. Oltre agli 8 album da solista, che saranno messi in vendita rimasterizzati in digitale, sono state pubblicate anche le registrazioni originali di alcune improvvisazioni dal vivo. Chiaramente, oltre alle celebrazioni che verranno fatte per ragioni di marketing,  è previsto, per il 12 di novembre, un concerto al Beacon Theatre di New York con Jackson Browne, Patti Smith, Cyndi Lauper, Aimee Mann e Shelby Lynne. Gli incassi saranno devoluti alla Playing for Change Foundation, un'organizzazione che promuove la pace attraverso l'insegnamento della musica. Da parte loro, gli ex-compagni della prima band di Lennon, The Quarrymen, lo commemoreranno con ben 16 concerti negli Stati Uniti.

Yoko Ono, invece, trascorrerà la giornata del 9 ottobre in Islanda per riaccendere la Imagine Peace Tower sull’isola di Videy. Un altro monumento per la pace e in memoria di Lennon sarà invece inaugurato a Liverpool dalla sua prima moglie, Cynthia, e dal figlio Julian. Dall’altro lato dell’oceano, verrà trasmesso su diversi maxischermi statunitensi il documentario “LennonNYC”.

John, insomma, è sempre vivo: in ogni angolo del mondo, nelle catenine degli adolescenti, nei vinili dei suoi seguaci di sempre, su magliette, tazze, spille e poster di ogni città. Forse però i suoi vecchi fan, che certamente parteciperanno a tutte le iniziative in suo onore, cominciano ad avere la sensazione che Lennon ormai non assomigli più al “Beatle” che adularono e per il quale piansero nel corso della sua carriera.

Buon compleanno, John.

Foto: (cc)JF Sebastian/flickr; (cc)dag/flickr

Translated from 70 años: Lennon (y su marca) sigue vivo