Cosa dicono i leader europei della crisi
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Ada De MicheliI dirigenti europei analizzano l’attuale situazione finanziaria mondiale e le conseguenze della crisi. Ecco le dichiarazioni più significative di Tusk, Sarkozy e Cowen.
Donald Tusk: «La crisi mondiale ha dimostrato che è più sicuro stare con i più forti, far parte del gruppo dei più forti e contare nelle decisioni dei più forti». Il Primo Ministro polacco ha fretta di far entrare il suo Paese nella zona Euro, ma perché ciò avvenga è necessario l’appoggio del principale partito dell’opposizione (del quale ha bisogno per riformare la Costituzione), che attualmente lo nega. Tanto che Tusk non scarta l’eventualità di ricorrere ad un referendum per raggiungere il suo scopo. Il 28 ottobre scorso, il suo Governo ha fatto un importante passo avanti in questa direzione grazie alla presentazione di un programma in quattro fasi che culmina con l’adozione della moneta unica prevista per il gennaio 2012. «Allo stato attuale, dopo l’approvazione della tabella di marcia e dopo averne informato il presidente, mi piacerebbe invitare i leader degli altri partiti ad affrontare il tema della Costituzione e dell’euro», ha dichiarato Tusk.
Nicolas Sarkozy: «La crisi economica può rappresentare un’occasione di riconciliazione tra gli europei e l’Europa. “L’Unione europea che spaventa”, se tutti sono d’accordo, può diventare “l’Unione Europea che protegge”». Il Presidente francese, nonché Presidente in carica dell’Unione europea, insiste sull’importanza di dotare l’Ue di nuove e importanti istituzioni, e si augura che entro il prossimo dicembre tutti i membri sottoscrivano il Trattato di Lisbona. Tutti tranne l’Irlanda, la quale, entro lo stesso periodo, deve escogitare un modo efficace per sbloccare il Trattato, respinto dagli irlandesi con un referendum.
Brian Cowen: «Continueremo a lavorare con i nostri partner al fine di garantire il superamento dell’attuale momento di incertezza», ha dichiarato il Primo Ministro irlandese riferendosi al piano che il suo Governo presenterà per fare approvare il Trattato di Lisbona, che prevede una serie di istituzioni più forti di cui dotare l’Unione europea. «Uno strumento necessario in situazioni di crisi come quella attuale», sostiene ancora Cowen.
Serguéi Stanishev: «In Bulgaria non vi è alcun rischio sistematico per le banche. I depositi bulgari sono i più garantiti d’Europa». Il Primo Ministro bulgaro si mostra deciso sulla crisi finanziaria globale. Il suo Governo sostiene che nessuna banca corre il rischio di insolvenza, e al contempo, per fronteggiare un eventuale rischio di fallimento, aumenta il fondo di garanzia dei depositi privati da 20mila a 50mila euro.
Angela Merkel: «Non siamo in grado di determinare la portata e la durata della crisi finanziaria globale». Contro la crisi, la Cancelliera tedesca insiste sulla creazione di una nuova “costituzione finanziaria”, nella quale le economie emergenti e quelle industrializzate interagiscano in modo efficace per superare la crisi. Entra in gioco anche il gigante cinese.
Ferenc Guyrcsany: «Dovremmo prepararci ad un’Europa e ad un mondo che lottano con la recessione e dovremmo programmare tenendo presente che l’economia ungherese non crescerà, ma che anzi arretrerà di un punto percentuale». Ecco quanto dichiarato da Ferenc Gyurcsany, Primo Ministro ungherese. L’Ungheria per contrastare la crisi, riceverà 20mila milioni di euro dall’Ue, dal Fmi e dalla Banca Mondiale: una somma che dà l’idea dell’entità record degli aiuti finanziari concessi a causa della crisi.
Translated from Crisis: últimas declaraciones de los mandatarios europeos