Conciliabules: l'arte delle donne precarie e raggianti
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Antonella SelisLa povertà in Europa è sempre più femminile. Isolate o precarie, le donne spesso devono darsi da fare più degli uomini. Conciliabules ha risposto al bando dell’anno europeo della lotta alla povertà e all’esclusione sociale non per lamentarsi, ma per parlare di teatro, scrittura e arti plastiche. Visita a delle donne precarie e raggianti.
2009. Sylvie Denisse vede un bando pubblicato nel quadro dell’anno europeo della lotta contro la povertà e l’esclusione. «Il mio entourage mi ha subito dissuasa dall’intraprendere qualsiasi cosa legata all’Europa», spiega la coordinatrice dell’associazione Conciliabules. «Troppa burocrazia per una piccola associazione». E nonostante tutto decide di buttarsi.
Piccola per dimensioni e pubblico coinvolto, l’associazione fondata nel 1997 porta avanti un progetto unico nel suo genere, poiché «non è nato nella testa di un funzionario ministeriale, ma viene dalla base». La base è costituita da donne residenti o ex residenti presso alcuni Centri di accoglienza e reinserimento sociale donna-bambino della regione del Rodano (Francia). Senza soffermarsi sui dettagli di ciascuno dei loro percorsi, queste donne si trovano tutte in una situazione di povertà o esclusione, spesso sole nell’allevare i propri bambini, a volte vittime di violenze coniugali. Ma fermiamoci qua, perché Conciliabules è tutto meno che un luogo per piangersi addosso. Inizialmente, queste donne hanno avuto la possibilità di partecipare a laboratori d’arte e in seguito hanno voluto diffondere la propria esperienza a tutti i centri di accoglienza donna-bambino del Rodano (dipartimento del sud-est francese di cui Lione è il capoluogo). Collocare le proprie creazioni semi-professionali e semi-dilettantistiche in ambito locale e favorire la crescita delle donne precarie attraverso l’arte: sono queste le armi che Conciliabules sfodera da più di 13 anni contro la povertà e l’emarginazione.
Valorizzazione contro vittimizzazione
In quest’anno di “lotta alla povertà e all’esclusione sociale”, l’Europa non poteva parlare di povertà senza mettere l’accento sulla sua crescita tra la popolazione femminile. Le cifre pubblicate dalla Lobby Européenne des Femmes(Lobby Europea delle Donne)lasciano pochi dubbi: lavoro a tempo parziale, famiglie monoparentali, inattività, disuguaglianza dei salari. Tali fenomeni, trappole della povertà, toccano in Europa in primo luogo le donne, che «si ritrovano tra i soggetti a rischio povertà ed esclusione sociale e nella maggior parte dei casi sono meno fortunate degli uomini», precisa la L.E.F. A differenza delle lobbiste, Conciliabules ha scelto di affrontare la povertà femminile da un altro punto di vista: «Noi non parliamo di violenza sulle donne né della precarietà a cui devono far fronte; non vogliamo la vittimizzazione. Noi rivendichiamo il riconoscimento della ricchezza culturale delle donne che vivono in grande precarietà». Al termine della presentazione dello spettacolo “Claire de Terre”, durante un omaggio all’antropologo lionese François Laplantine, quest’ultimo dichiara: «Non mi sarei aspettato che fosse fatto così bene!» E si, il confine tra dilettanti e professionisti è soprattutto nello spirito.
Dilettanti, ma di qualità
E se malgrado tutto ciò che ottengono è già qualcosa, è soprattutto grazie alla presenza di artisti professionisti come Helen Ginier-Gillet, regista che accompagna Conciliabules dal 1997, come Martine Caillat, narratrice, o di esperti di arti plastiche come Anne-Marie Naudin o Katy Ollif che organizzano i laboratori. I progetti esistono grazie alla motivazione personale di queste donne, alla loro forza nonostante i (numerosi) problemi della quotidianità. I risultati si vedono. Quando la pièce “Claire de terre” viene rappresentata nel 2004, i membri di un reparto maternità belga ne rimangono affascinati e invitano le attrici dilettanti a esibirsi a Ath (Belgio). La precarietà è anche fonte d’ispirazione artistica. La mostra “Les chaises” è nata dall’idea di creare il bello a partire dai rifiuti, «a immagine di quelle donne che dimostrano come loro stesse, “gettate” in qualche modo, possano migliorarsi e tornare ad esistere “in bellezza” sulla scena sociale».
Sovvenzioni: la lentezza europea
Visto dall’esterno, l’anno europeo di lotta alla povertà e all’esclusione è una benedizione per Conciliabules. I 15.000 euro promessi devono servire a finanziare un “libro che canta”, che ricapitolerà i tredici anni di creazione artistica delle donne che vivono nei sei centri di accoglienza aderenti, le presentazioni della mostra “Décollage” e lo spettacolo “Bulles d’Elles” attualmente in preparazione. Ma siamo ad aprile 2010 e, a parte una e-mail, niente. Il 30% dell’importo dovrebbe essere versato intorno al mese di giugno 2010, il resto con il contagocce. In fondo, Sylvie se lo aspettava. E se la coordinatrice si rammarica dell’ipocrisia che porta da un lato a creare un anno europeo contro la povertà e l’esclusione sociale e dall’altro «a promuovere delle politiche che conducono a tali forme d’esclusione», non è per questo meno entusiasta poiché è un’iniziativa «molto buona per farsi conoscere». D’altra parte, conoscete un editore europeo interessato alle opere di Conciliabules? I “dilettanti” sono avvisati!
Donne e povertà in Europa: qualche cifra
- Un terzo delle famiglie monoparentali in Europa, la maggioranza delle quali ha una donna come capofamiglia, vive in povertà.
- Considerando tutte le fasce d’età, le donne subiscono la povertà più degli uomini.
- Il tasso di occupazione delle donne tra i 55 e i 64 anni è del 36,8% ovvero il 18,2% in meno rispetto agli uomini della stessa fascia d’età.
- Dal maggio 2009, il tasso di disoccupazione femminile è per la prima volta inferiore a quello degli uomini. È del 9,3% per le donne e del 9,7% per gli uomini. Ma la percentuale d’occupazione femminile in Europa è del 58,7% contro il 71% degli uomini.
- Le donne in Europa lavorano quattro volte più degli uomini a tempo parziale. Circa il 30% delle donne in età da lavoro e con responsabilità familiari è “inattiva” o lavora a tempo parziale. Questa percentuale raggiunge il 60% in Spagna e Grecia e l’80% in Lettonia e Romania.
- In tutti gli stati membri ad eccezione di cinque – Lituania, Ungheria, Polonia, Romania e Finlandia – il numero delle donne che vivono in un nucleo familiare con basso reddito è uguale o superiore a quello degli uomini.
Fonti:Lobby Européen des Femmes,Eurostat
Foto: TACHAS/flickr; Conciliabules
Translated from Conciliabules: L'art, bulle d'air des femmes précaires