Concerti a pedali in Europa? La scommessa dei Têtes de Bois
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Passione sfegatata per la bicicletta, muscoli allenati e chiappe sufficientemente abituate a sopportare a lungo la forma triangolare del sellino: questi i requisiti per alimentare, con l’energia prodotta dalle proprie pedalate, luci-strumenti-amplificatori del concerto “GoodBike” dei Têtes de Bois. Il palco a pedali ora è realtà, e la band romana vuole esportarlo in Europa.
C’ero anche io fra i 128 pedalatori volontari che hanno messo a disposizione bicicletta, gambe ed entusiasmo per il primo “concerto a impatto zero” al mondo che si è svolto il 16 settembre 2011 a Roma, nel cuore del quartiere San Lorenzo.Fra i pedalatori volenterosi, c’erano i soliti volti noti che bazzicano le Critical Mass e le Ciclofficine Popolari. Fra il pubblico c’erano i fan dei Têtes de Bois e la gente del quartiere attirata da questo esercito di biciclette sistemate in fila come su un campo di battaglia. I patti erano chiari dall’inizio: la nostra fatica in cambio del concerto. Tutti lo abbiamo accettato di buon grado, e c’erano perfino pedalatori in lista di attesa speranzosi di dare il cambio a qualcuno nel corso della serata.
I Têtes de Bois non sono nuovi a trovate di questo genere. Tanto per dirne una, Andrea Satta, cantante a leader della band, oltre a essere un ciclista incallito è la mente del progetto I riciclisti, un libro dedicato alla passione per le due ruote abbinato a un Cd con 4 brani che fungono da ideale colonna sonora alla lettura. Insomma, da un tipo così non era difficile aspettarsi una trovata come il “palco a pedali”. Ovviamente Andrea Satta sa circondarsi da gente sufficientemente visionaria da trasformare l’utopia in realtà. Gino Sebastianelli, un ingegnere romano che gestisce la sua doppia vita con allegra schizofrenia, ha progettato il palco a pedali. Di giorno è consulente per una multinazionale e conosce tutti i segreti dei sistemi di navigazione di una grande nave, di sera si lascia coinvolgere da Andrea Satta in mille progetti che coniugano musica ed ecologia. Mentre aggancia la mia bicicletta allo speciale cavalletto collegato a sua volta a una dinamo che produrrà l’energia elettrica necessaria a far funzionare tutte le apparecchiature, Gino mi spiega che i generatori di corrente, alimentati dall’energia prodotta dei ciclisti, forniranno i kilowatt necessari al funzionamento del palco.
Se la gente non pedala, si ferma anche il concerto
Pur nel mio piccolo, sono indispensabile alla riuscita del concerto. Provo una gradevole sensazione di onnipotenza, che si aggiunge alla soddisfazione di partecipare a un progetto originale e focalizzato su temi sempre più dibattuti: la mobilità sostenibile, l’efficienza energetica, la tecnologia a sostegno della tutela ambientale.
“Alla base ci sono delle dinamo a eccitazione indipendente messe in parallelo cinque a cinque e collegate a un regolatore di tensione – dice Gino - Siccome non avevamo un grande budget a disposizione, non potevamo inventarci nulla di nuovo e abbiamo acquisito quello che il mercato proponeva, cioè dei regolatori di carica fotovoltaici sistemati sui dei pacchi batteria e poi collegati a un inverter”. E che accade se la gente non pedala? Si ferma il concerto? Sì, ma non all’improvviso. Gino ha pensato a tutto: “Ci sono dei pacchi batteria che accumulano energia e la rilasciano nel caso in cui ci sia un calo per circa 15 minuti, dopo che tutti i ciclisti hanno smesso di pedalare, almeno spero”.
Anche la scelta del luogo non è stata casuale. Dopo essersi esibiti sulle scale mobili, nei sotterranei dei metrò, a bordo di un vecchio camioncino Fiat 615 NI del 1956 trasformato in palco ambulante, in fabbriche abbandonate, in tram, in stazioni ferroviarie, in teatri prestigiosi e in centri sociali, per la tappa romana di “GoodBike” i Têtes de Bois hanno scelto Piazza dei Sanniti a San Lorenzo, quartiere universitario e centro nevralgico della movida capitolina.
Primavera 2012: tour a due ruote
La serata di Roma è una stata una conferma del successo del palco a pedali, inaugurato a Bari la sera prima. Non poteva essere altrimenti, dato che la Regione Puglia è il principale finanziatore del progetto. Il palco a pedali andrà lontano: i Têtes de Bois sono stati invitati a esibirsi in Francia, Germania e Olanda, per un tour internazionale ancora da definire ma previsto per la primavera del 2012 (con la pioggia il palco a pedali non è pratico...) Da questa esperienza nascerà anche “Film a pedali” - un progetto del regista Agostino Ferrente (già premiato per il documentario “L'Orchestra di Piazza Vittorio”).
Sarà davvero questo il futuro dei concerti dei Têtes de Bois? “Finché c’è il palco a pedali sì. Si fanno le guerre per trovare nuovi carburanti, mentre l’energia ognuno ce l’ha nelle gambe”, dice Andrea Satta. “Non ci illudiamo che il palco a pedali possa salvare il mondo – aggiunge Gino - è l’atteggiamento che conta: ascoltare a un concerto pedalando anziché attaccando una spina, andare al lavoro in bicicletta anziché in la macchina. Se non si ha voglia di fare qualche piccolo sacrificio, non c’è pala eolica che tenga”.
Foto: Têtes de bois/pagina facebook