Con Mommy la dolanmania irrompe anche in Germania
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Riccardo SantiniXavier Dolan, 25 anni, cinque film all’attivo, è stato scoperto in Francia all’uscita del suo secondo lungometraggio del 2010 "Heartbeats", un trio amoroso alla Jules e Jim. Con "Mommy", Premio della Giuria al Festival di Cannes 2014, Dolan affronta un pubblico europeo più vasto.
Autoproclamato come il portavoce della nuova generazione, i media tedeschi l’hanno soprannominato il Wunderkind (il bambino prodigio, ndr). Fino a quel momento in Germania Dolan era stato snobbato dal pubblico. L’infatuazione mediatica attorno a Mommy, nelle sale tedesche il 13 novembre, solo due mesi dopo il suo precedente film Sag nicht wer du bist (Tom à la ferme, ndr), produrrà lo stesso entusiasmo nel pubblico?
Donne mature, amore e odio
In Mommy ritroviamo i soliti ingredienti dolaniani. In primis una storia conflittuale tra una madre, interpretata da un’irriconoscibile Anne Dorval, già mamma nel primo film di Dolan, J’ai tué ma mère (2009), e suo figlio Steeve, interpretato da Antoine-Olivier Pilon (filmato dal giovane regista nel videoclip College boy di Indochine). Eppure tra il primo e l’ultimo film di Dolan di tempo ne è passato. Di una storia intimista in parte autobiografica il regista porta la relazione madre-figlio a un ambiente sociale e psicologico che gli è estraneo: Mommy è la storia di una madre vedova che deve re-imparare a vivere con suo figlio a cui è stato diagnosticato l’ADHD (acronimo inglese per sindrome da deficit di attenzione e iperattività), dopo che è stato espulso da un centro di rieducazione.
Ma la mamma di Steeve troverà aiuto nella vicina (quasi) muta, magnificamente interpretata da Suzanne Clément, altra attrice feticcio del giovane regista. Ed è così che il rapporto madre-figlio si trasforma in un passo a tre, ricordando la composizione di Les amours imaginaires. Ma solo la cifra resta la stessa: in Les amours imaginaires Dolan affrontava non senza ironia e con un certo distacco la galanteria di tre ragazzi modaioli di Montréal. Che si fosse ispirato alla propria storia in cui lo stesso Dolan interpreta il ruolo di uno dei personaggi principali? In Mommy il regista filma il trio con una certa precauzione e soprattutto con molta tenerezza. I personaggi filmati in formato 1:1 ne escono ingranditi. Il regista fa di Mommy un melodramma hollywoodiano, l’emozione pervade lo spettatore che si attacca inevitabilmente ai personaggi e aspetta con impazienza l’epilogo.
Aggiungete a tutto questo i colori e le luci cangianti, i costumi e una musica non meno colorata che ricordano l’universo degli anni ’90 scelti con minuzia da Xavier Dolan e vi troverete di fronte a un film da non perdere!
Translated from Avec Mommy, la dolanmania déferle finalement en Allemagne