Come ti innovo la città con OpenStreetMap
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Città più "smart", valore sociale e alfabetizzazione digitale. A Prato l'innovazione sociale prova a partire anche da piccole esperienze: un blog che diffonde buone pratiche digitali e un contest su OpenStreetMap ne sono la prova.
Come si diventa smart
Innovare una città partendo dal basso? Si può fare. Basta partire dalle piccole cose e coltivare una vera e propria cultura dell'innovazione a livello della comunità. È questa l'idea di Matteo Tempestini per la città di Prato. Trentatré anni, ingegnere informatico, nel 2014 ha dato vita al progetto “Pratosmart” e ha aperto un blog. Oltre a raccontare la Prato che innova e a divulgare un laboratorio virtuale che mostra cosa è possibile fare con le nuove tecnologie, il suo obiettivo è coinvolgere le persone. Convinto del fatto che prima di investire in “macchine” si debba cambiare “la cultura della gente”, scrive sul suo blog: “Non esiste città intelligente senza cittadini intelligenti”, ovvero consapevoli e alfabetizzati “2.0”.
Una gara per le vie virtuali della città
Una delle ultime iniziative lanciate da Pratosmart è il contest #PratoMappaIlNumero. Il meccanismo è semplice: vince chi individua più numeri civici in città, mappandoli sulla piattaforma OpenStreetMap (OSM). Tutti possono partecipare, ma si può fare affidamento solo sulla propria conoscenza del territorio: sulle mappe di OSM tutti i dati sono inseriti dagli utenti, e su Prato non sono state ancora registrate simili informazioni. Come in ogni gara che si rispetti, c'è anche un premio per il vincitore, che il 31 gennaio 2015 si aggiudicherà un Arduino, la scheda hardware open source e made in Italy, facilmente programmabile per svariati usi pratici. (Questo video spiega a cosa serve Arduino.) In realtà, il valore più importante di tutta l'operazione non risiede (solo) nella quantità di civici individuati. L'idea vincente è generare consapevolezza sul tema degli open data, oltre che valore sociale ed economico grazie alle informazioni rese disponibili.
OSM e Google: “la mappa di tutti” vs. sistema proprietario
Alla base di questo particolare valore aggiunto, c'è lo spirito collaborativo della piattaforma OSM. “Più che una banale mappa, ho iniziato a considerarla un modo libero di descrivere i luoghi, ossia non soggetto a vincoli di nessun tipo” afferma Matteo Tempestini. “Per chiarire: se fai una ricerca del benzinaio più vicino su Google Maps, cosa mostrarti lo decide sempre e solo il proprietario delle mappe: Google”. Ecco la differenza con il colosso di Mountain View: OSM è “la mappa di tutti”, come dice il fondatore di Pratosmart, e consente la modifica e il riuso degli open data così generati. Un aspetto, quest'ultimo, molto importante per poter costruire applicazioni terze che ne permettono un'utilizzazione pratica. Moltissimi sono gli esempi: wiki.openstreetmap.org elenca più di 300 servizi, in diverse lingue e pensati per svariati scopi o per località circoscritte. Ci sono app che individuano i percorsi dei mezzi pubblici, delle piste ciclabili o dei sentieri; o che integrano sulla mappa varie informazioni georeferenziate, come l'accessibilità degli edifici per i disabili.
Prato città open
Restringendo il campo al capoluogo toscano, si stanno sviluppando due iniziative interessanti. La start up locale “Made da Franco” sfrutta OSM per mettere in pratica #PratoArtigianoInBottega, un progetto che vuole restituire valore economico e sociale al lavoro artigianale, tradizionale o innovativo che sia. Lo fa creando rete tra gli artigiani pratesi: in questa fase iniziale è stata avviata la loro localizzazione su OSM, con l'obiettivo finale di creare un servizio sia per il potenziale cliente finale, sia per le piccole imprese o gli altri maker che ricercano specifiche competenze di cui avvalersi.
Pratosmart promuove invece la localizzazione delle fermate degli autobus. In questo caso le informazioni si possono ricavare anche dagli open data pubblici messi a disposizione dalla Regione Toscana, che tuttavia non sono esenti da errori. Gli “smart citizen” sono invitati a verificarne l'esattezza: seguendo le regole della community, “OSM consente a tutti di correggere la geografia di un luogo”, spiega Matteo.
Chi vincerà: le comunità fisiche e virtuali
“La partecipazione a #PratoMappaIlNumero è superiore a ciò che mi aspettavo” afferma il suo ideatore, “adesso punto ad arrivare ad almeno a 10 concorrenti”. Sembrano numeri microscopici, ma non lo sono affatto se si pensa che in Italia si calcolano circa 130 utenti attivi quotidianamente. Questo pugno di utenti/attivisti – a titolo esclusivamente volontario – è stato sufficiente per mappare complessivamente oltre 250 numeri civici di Prato in poco più di due mesi. (Su OSM si può seguire la mappa in evoluzione.)
In questa ottica decentralizzata e non proprietaria, un risultato rilevante è riuscire ad attivare delle community. In parallelo al contest, Matteo Tempestini ha creato su Facebook “M'appare Prato”: un gruppo “d'ispirazione civica” – come lo definisce lui stesso – con l'idea di “mettere insieme volontari che vogliano tenere aggiornate le mappe OSM della nostra città”. Gli effetti non sarebbero confinati solo al virtuale: #PratoMappaIlNumero vuole essere un modo per sensibilizzare la comunità sull'importanza e sul senso civico di OSM, una piattaforma in grado di avere davvero “un impatto sociale per lo sviluppo dell’innovazione sul territorio,” scrive Matteo su Pratosfera. “Questa piattaforma è una specie di ʻcatastoʼ nell’era del crowdsourcing o se preferite un grande database di dati georeferenziati di utilità per chiunque”.
Chi ha già vinto: le buone pratiche
A circa un anno dalla creazione del blog Pratosmart, Matteo Tempestini può fare un bilancio più che positivo: “È stato un anno di grande partecipazione civica, in cui ho capito che è davvero possibile fare coinvolgimento delle persone se sei costante e ti metti in gioco per trasmettere quelli che sono i temi dell’innovazione sociale. Molti sono i cittadini preparati, che magari aspettavano solo di trovare un semplice concittadino come me che cominciasse ad ʻurlareʼ che Prato ha bisogno di cambiare”. Così come ce ne sono molti altri “che si avvicinano anche per la prima volta a questi temi”. Non esiste una formula vincente, Pratosmart è “uno spazio per dare modo alle persone di interagire con me sugli argomenti dell’innovazione, per rendere migliore la nostra vita di tutti i giorni” conclude Matteo.
A testimoniare che questa è la strada giusta, a fine 2014 è arrivato anche un riconoscimento non da poco: Matteo Tempestini è entrato nel network italiano dei Digital champion, la rete di “ambasciatori digitali” promossa a livello europeo. I volontari locali – in Italia coordinati da Riccardo Luna – saranno le “antenne” chiamate proprio a “segnalare buone pratiche e problemi da risolvere” e a promuovere l'alfabetizzazione digitale.