Come dare visibilità all’attualità europea? «Una domanda da mille euro!»
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Chiara PasquiniDa settembre 2008, il canale Europarl.TV è online sul sito del Parlamento Europeo. La sua missione: diffondere le sessioni parlamentari, ma anche reportage su tematiche attuali e sul lavoro degli eurodeputati. Come dare alle istituzioni un “volto umano”? Ecco la risposta di Jean-Yves Loog, responsabile dell’ufficio stampa di Europarl TV.
Potrebbe tracciare con poche parole il ritratto di Europarl TV? Quando è nato il canale? Chi è l’ideatore?
La decisione fu presa nel 2006. E’ in quel periodo che nasce l’idea di una web TV. Sarebbe stato troppo oneroso avventurarsi in un canale televisivo tradizionale o via satellite. Abbiamo pensato che il modello Internet avrebbe dato i suoi frutti. Due fornitori si occupano di Europarl.TV da settembre 2008. Lavorano per Mostra, un’agenzia di comunicazione di Bruxelles che, da esterna, realizza i contenuti del canale.
I servizi sono tradotti in 22 lingue. Come si riesce a stare al passo con l’attualità, quando la propria missione è quella di rivolgersi a tutti i cittadini europei?
La metà delle persone che lavorano per Europarl TV si occupano di traduzione. Si tratta quindi di 20 traduttori, ai quali si aggiungono una decina di giornalisti professionisti. Complessivamente, sono circa 50 le persone che, dalla produzione alla traduzione, sono implicate nel processo. In Parlamento, è disponibile uno studio televisivo dove i giornalisti lavorano circa tre giorni su cinque. Prendiamo ad esempio il telegiornale: i tre notiziari televisivi settimanali sono messi on-line il mattino alle 9 e vengono tradotti nelle sei lingue più parlate in Europa. Per mezzogiorno, sono già tradotti in tutte le lingue. In caso di notizie di notevole interesse, come quando abbiamo la possibilità di intervistare Jean-Claude Trichet, presidente della Banca Centrale Europea, pubblichiamo immediatamente il video in francese o in inglese (lingue utilizzate in campo finanziario). Successivamente il tutto viene tradotto in modo progressivo.
Come vi ponete nei confronti di altri mezzi d’informazione europei già esistenti, come ad esempio Euractiv?
Il nostro angolo d’osservazione principale è la vita parlamentare. Desideriamo allargare lo scenario dell’attualità istituzionale e politica, proponendo delle trasmissioni di dibattito o di approfondimento. Non tutti conoscono la “bestia europea”. Un nuovo programma, “starting-point” (“punto di partenza” in italiano) permette di definire il contesto, di inquadrare un argomento al centro dei dibattiti, di parlare dell’attualità parlamentare, dando voce agli eurodeputati che ne sono gli attori principali.
Giustamente, Europarl TV è uno strumento del Parlamento Europeo. Come riuscite a rispettare l’equilibrio politico che vi regna? Avete dei vincoli, ci sono temi che dovete trattare obbligatoriamente o che al contrario dovete evitare?
In pratica, abbiamo delle statistiche sempre aggiornate che ci permettono di valutare la partecipazione ai nostri programmi dei diversi deputati, appartenenti ai vari gruppi politici del Parlamento Europeo. Di solito, i nostri interlocutori privilegiati sono i deputati portavoce delle commissioni. Sono le persone che meglio conoscono l’argomento. Prendete Evelyne Gebhardt: è imbattibile sulla direttiva Servizi. Operiamo le nostre scelte in funzione dell’attualità parlamentare, valutando l’importanza delle tematiche.
Secondo lei, in che termini bisogna parlare dell’Europa, affinché i cittadini si interessino al suo funzionamento e alla sua attualità?
E’ una domanda da mille euro! Credo che il segreto sia dargli un volto umano. Non sempre ci riusciamo, ma cerchiamo di andare al di là delle questioni troppo istituzionali, seguendo, per esempio, gli eurodeputati nel lavoro di ogni giorno. E’ vero che esiste una forte concorrenza nell’ambito dell’informazione. Nei corridoi di Bruxelles si parla di “sovrabbondanza” di informazioni.
Pertanto è necessario considerare i diversi percorsi possibili e avere ben chiaro fin dove è possibile arrivare. Ritengo anche che sia necessario addentrarsi dietro le quinte del potere a Strasbrugo o a Bruxelles, luoghi in cui si prendono le decisioni. La tecnica si evolve velocemente e abbiamo bisogno di mezzi considerevoli per farlo anche noi. Si dice che le tecnologie vadano più in fretta delle istituzioni. Pertanto cerchiamo di fare dei programmi brevi. L’essenziale viene detto in due o tre minuti. Stiamo anche sviluppando una versione per i dispostivi portatili, per essere raggiungibili anche attraverso i telefoni cellulari. Tuttavia per me l’obiettivo principale è quello di conferire un volto umano al Parlamento Europeo e ai suoi deputati.
Per le foto si ringrazia il Parlamento Europeo
Traduzione dal francese a cura di Chiara Pasquini
Translated from Comment couvrir l’actu européenne ? «La question à mille euros !»