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Cipro minaccia la nuova Europa

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Come lisola, spaccata in due dalle mire di Atene e di Ankara, rischia di compromettere il disegno dellallargamento. E di creare un pericoloso precedente. Se la parte greco-cipriota sarà ammessa nel club UE.

L'allargamento dell'Unione Europea entrerà nel vivo nell'autunno prossimo,

quando verranno avviati, come da programma, gli accordi con i candidati più

meritevoli, cioè con quegli stati che osservano i criteri stabiliti durante

il Consiglio Europeo di Copenaghen. Tra i candidati più accreditati all'

ingresso nell'Unione Europea già dal 2004, si trova Cipro, stato dalle

caratteristiche assai particolari rispetto agli altri candidati, e di cui

spesso si sottovalutano l'importanza strategica, come terza isola del

mediterraneo, ma soprattutto limpatto dordine politico, economico e culturale di un suo eventuale ingresso nell'Unione Europea.

Ingresso che non farebbe altro che complicare una situazione politica già di per sé estremamente delicata (per una panoramica del background del caso Cipro, vedi larticolo Venere non abita più qui, pubblicato da café babel in questo stesso dossier).

Sta di fatto che nel 1999, a Helsinki, l'Unione Europea avviò il processo di allargamento all'Europa orientale e sud orientale, inserendo Cipro, ossia lo stato greco-cipriota, all'interno del gruppo dei primi candidati.

Dal 1999 ad oggi Cipro ha compiuto perfettamente le riforme economiche

richieste dall'Unione Euopea per velocizzarne l'adesione, e soprattutto oggi si presenta come il candidato più probabile all'adesione, anche in virtù della assai buona recezione dell'acquis communautaire, tema su cui gran parte dei candidati arranca.

Naturalmente questa considerazione ha rimescolato le carte in tavola da un

punto di vista interno, cioè nei rapporti tra greco-ciprioti e turco-ciprioti.

L'obiettivo politico principale della parte greca è quello di entrare all'

interno del club europeo, con o senza la controparte turca. La decisione

comunitaria che consente a Cipro di aderire all'Unione anche senza la parte

turca, non solo si pone in linea contraria con le risoluzioni dell'Onu circa l'unicità della sovranità sull'isola - e di fatto è come se ne sancisse la divisione anche legale con possibili ripercussioni su casi simili come Bosnia, ecc -, ma soprattutto svincola la parte greca dalla ricerca dell'accordo con la parte turca.

L'Unione Europea, in un certo senso, si è inserita, su pressione greca che minacciava in caso contrario di bloccare tutto l'allargamento, all'interno di un gioco politico a due livelli,influenzandone il risultato.

In virtù di questo fatto la comunità turco-cipriota si trova oggi con le

spalle al muro: per entare nell'Unione Europea deve sottostare alle

richieste greche, dal momento che se così non fosse, alla comunità greco-cipriota si spalancherebbero comunque le porte dell'Unione.

E' in un consteso di questo tipo che bisogna inquadrare le affermazioni del

presidente turco Ecevit circa una possibile annessione della Repubblica

Turca di Cipro del Nord all'interno della Turchia, qualora la componente

greca dovesse effettivamente aderire all'UE.

Il rischio che si sta correndo è piuttosto alto: l'Unione Europea, se si

realizzassero questi scenari, avrebbe un confine incerto, altamente

militarizzato, ma soprattutto non riconosciuto dalla comunità internazionale in una zona altamente strategica. Oltretutto, seguendo la logica profonda di questo processo, sarà assai difficile in futuro aprire le porte dell'Unione sia alla Repubblica Turca di Cipro del Nord che alla stessa Turchia. In un certo senso verrebbe a realizzarsi la divisione etnico-politica che la comunità internazionale ha osteggiato fino ad oggi, e soprattutto ci si troverebbe di fronte alla paradossale situazione per cui Cipro, sempre che si proceda all'adesione della parte turca, potrà godere di due seggi all'interno del Consiglio Europeo, soluzione di per sé inamissibile.

L'intero allargamento è arrivato ad un punto cruciale e la questione di

Cipro ne è la sua cartina di tornasole: l'Unione Europea rischia di

compromettere il proprio futuro sia che decida di sottostare alle pressioni

greche sull'allargamento a Cipro, sia che decida di non farlo, vista la

paradossale e strana situazione in cui ci si trova oggi. L'adesione di Cipro, invece di rappresentare il ponte di lancio per l'allargamento, in tempi futuri ma certi, alla Turchia, altro formale candidato, può rivelarsi una impasse esplosiva per ciò che porta con sé.

La questione cipriota rimanda soprattutto alla definizione di che cosa è l'

Unione Europea e su quali sono i suoi scopi profondi, domande a cui la

Convenzione sul futuro dellUE - si spera - dovrebbe fornire le dovute risposte.