Chi ha paura del Twitter cattivo? Alla scoperta dell'uccellino magico
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Valerio MacchiaTermometro della Rete, motore delle rivoluzioni sociali e politiche, cassa di risonanza per le aziende e i privati, vetrina per diffondere conoscenze e mobilitare la società, olio per le democrazie arrugginite, acido corrosivo per i regimi dittatoriali, ricettacolo di video e fotografie, catena di solidarietà per le vittime delle catastrofi e piattaforma di scambio di informazioni.
Twitter: la nuova opinione pubblica?
Twitter è stato etichettato in tanti modi. Alcuni, almeno per il momento, sono eccessivi o non del tutto appropriati, come ad esempio “agorà del XXI secolo”, “nuova sfera pubblica” o “quinto potere”. Altri sono variazioni su tre temi: un luogo, un mezzo, uno strumento. Twitter viene definito, ufficialmente, come un luogo. Uno spazio virtuale a cui si connettono persone di tutto il mondo per venire a conoscenza, in tempo reale, di ciò che si dice sui temi di loro interesse.
@100 milioni di persone
Si tratta di un luogo molto frequentato. Oggi Twitter conta 100 milioni di membri attivi ed è disponibile in 17 lingue. Se a gennaio del 2009 si calcolavano due milioni di tweet inviati al giorno, a settembre del 2011 il numero ha raggiunto circa i 200 milioni. Se vuoi sapere quali sono i Trend attuali (termine che in italiano viene tradotto con “Tendenze del momento”), nelle diverse aree geografiche, iscriviti a Twitter. Puoi anche entrare e decidere di fare il convitato di pietra che guarda e non partecipa. Il 40% degli utenti attivi di Twitter si collegano soltanto per informarsi su ciò che va di moda, senza inviare tweet originali o rilanciando tweet di altri (Retweets).
In questo luogo interagiscono imprese, governi, privati, mezzi di comunicazione, giornalisti, attivisti, consumatori, stelle del pop...Ci sono tweet con pubblicità, con messaggi privati, tweet banali e trend patrocinati. Non tutti i tweet sono “politica in 140 caratteri” così come non c'è niente di meglio che “seguire il festival Eurovision tramite Twitter”... Nonostante ciò, e benché gli utenti di Twitter siano solo una parte della società, che pertanto, non può pretendere di rappresentare in maniera fedele l'opinione pubblica globale, in questo luogo può entrare una grande parte della società: quella che ha accesso alla Rete. L'impatto dei temi del dibattito tra gli utenti di Twitter, può finire per incidere, in misura più o meno grande, in un altro contesto: il mondo politico.
La #Libertàdiespressione crea rivoluzioni?
La progressiva influenza di Twitter in questo ambito si deve non soltanto alla crescita esponenziale di utenti e di tweet, ma anche al ruolo che questo social network ha svolto in fenomeni come la rivoluzione post elettorale in Iran (2009), la #spanishrevolution/#15M (gli indignati spagnoli), l'uso di Twitter da parte dei governanti (http://askobama.twitter.com/) e politici, #jan25 (Egitto) e il resto delle rivoluzioni della cosiddetta primavera araba che, pur non essendo nata su Twitter, ha sicuramente trovato in questo spazio virtuale l'ossigeno sufficiente per informare il mondo, sfuggendo così alla censura a cui erano sottomessi i mezzi di informazione in questi territori.
Considerandolo un nuovo mezzo, si parla di questo servizio privato di microblogging come di un canale in cui si diffonde informazione in maniera istantanea e si crea un'opinione parallelamente al sistema tradizionale dei mass media. Questi mezzi tradizionali avrebbero potuto temere Twitter, ma hanno deciso di unirsi al nuovo servizio, provocando così una sorta di rivoluzione: essi lo utilizzano infatti per diffondere i propri contenuti e come fonte di notizie scottanti. D'altra parte questo canale ha comportato un impulso innegabile a ciò che viene chiamato giornalismo cittadino. Un'altra etichetta ricorrente è quella di strumento. Twitter è uno strumento gratuito, con un algoritmo segreto, “sempre in costruzione” secondo i creatori del servizio, che si applica al flusso dei tweet generato dagli utenti. Questo algoritmo decide quali sono i Trend, le tendenze del momento, i più attuali, tenendo in conto quanto rapidamente un tema si propaga e cresce.
@classe politica: seguire?
Luogo, canale o strumento. Twitter è tutto questo. Può essere utilizzato dagli utenti della rete per comunicare, in generale, o più concretamente, per partecipare al “futuro politico”. Può anche essere utilizzato dalla classe politica, magari come svolta rispetto al passato, per tastare il polso a una parte della società civile. I timori crescono nel momento in cui si pensa che potrebbe essere utilizzato da poteri occulti per il controllo dei cittadini dissidenti. O che potrebbe essere manipolabile da interessi privati celati dietro un algoritmo. Queste paure si provano nei confronti di qualsiasi strumento potente. Nessuno elogia o, al contrario, teme uno strumento, se non per ciò che si è visto poter fare con tale strumento.
Translated from ¿Quién teme al Twitter feroz?