Checklist per le elezioni europee: il mercato comune
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Le elezioni europee sono alle porte. Café Babel Berlino fa una check-list delle posizioni dei partiti tedeschi. Parte 6: il mercato comune.
Quel giorno del cinquantasette a Roma, quando furono firmati i trattati, cominciò tutto dal mercato. I primi sei stati fondatori crearono la Comunità Economica Europea che proprio sull'idea del mercato comune si fondava. Per quarant'anni fu proprio questo il tema principale dell'Europa unita, poi arrivò l'Euro che ha spostato il dibattio economico su debiti e bilanci. Un forte mercato comune è la principale giustificazione economica per l'uso di una moneta unica. Il mercato dei servizi in particolare resta ancora da sviluppare. In che direzione dovrebbe andare secondo i partiti tedeschi che siedono in parlamento a Berlino?
CDU: L'Europa a sua immagine e somiglianza
Il più votato partito tedesco alle scorse elezioni mette al centro del proprio programma la concorrenza e mette nero su bianco che lo scopo del partito è di fare della performance dei migliori (leggi la Germania) l'unità di misura delle politiche per il resto del continente. Il ventiseiesimo congresso del partito a Berlino dedicato alle elezioni europee si è concentrato sullo sviluppo delle reti di trasporto europee (per rafforzare le esportazioni), il mercato comune dell'energia e l'accordo di libero scambio con gli Stati Uniti. Nel programma viene sancita la volontà di allargare l'esperienza di successo del mercato comune europeo ai commerci con gli Stati Uniti per creare la più grande zona di libero scambio del mondo. All'interno del mercato invece appoggia la proposta della Commissione Europea di sottoporre tutti i progetti di regolamentazione ad un "controllo di concorrenzialità" per non danneggiare la produzione.
Lezione di storia: Com'è nato il mercato comune europeo? (EuroparlTV EN)
SPD: L'Europa come unica economia sociale di mercato
Il lavoratore è da sempre al centro delle preoccupazioni della socialdemocrazia tedesca. La SPD è quindi più interessata all'altra faccia dell'estensione del mercato comune, quella che riguarda i diritti dei lavoratori dipendenti coinvolti. Il programma del partito si propone di lottare contro il dumping sociale praticato da stati e imprese per arginarne le manovre al ribasso su salari e sicurezza sociale. Politiche concrete proposte dal partito sono: un salario minimo europeo, la copertura dei buchi tra sistemi sociali differenti per i migranti in Europa con il limite dell'abuso del welfare di altri stati (un fenomeno molto temuto in Germania), il pieno riconoscimento dei titoli di studio e professionali stranieri, un maggior controllo sul lavoro interinale. Inoltre, le imprese che operano sul mercato comune devono essere tassate nel luogo dove realizzano i loro profitti. Vengono proposti standard minimi di prestazioni di welfare dai vari stati europei, per il quale resta da capire però chi e come paga. La proiezione internazionale di questo programma si vede nella posizione sull'accordo di libero scambio con gli Stati Uniti, che dovrebbe contenere chiare clausole sugli standard di protezione dei lavoratori, dell'ambiente e dei dati (uno dei temi centrali in Germania dopo lo scandalo delle intercettazioni americane).
LINKE: Come costruire un Europa sociale
Il mercato comune ha un posto d'onore nel programma elettorale della Linke. Il partito erede della tradizione comunista critica l'attuale assetto dell'Unione basato sulle politiche neoliberali. L'assunto di partenza è che stati come la Germania che tendono a favorire eccessivamente le esportazioni creino degli squilibri eccessivi in Europa. L'antidoto proposto è una "Ausgleichsunion", un unione in pareggio. Gli stati che hanno eccessi di esportazione verso altri (la Germania è la prima in Europa) devono rientrare. Per fare ciò la Linke propone da un lato l'espansione del mercato interno: salari più alti, più investimenti in infrastrutture e una maggiore spesa sociale. Dall'altro lato vuole che a fronte di eccessi di esportazione durevoli debbano essere previste sanzioni che contribuiscano a finanziare una politica di ristrutturazione negli stati importatori. Un fondo di pareggio dovrebbe poi aiutare compensare i costi di formazione del personale qualificato che abbandona i paesi in crisi per quelli esportatori con cui finanziare soprauttutto investimenti in infrastrutture.
I VERDI/GRÜNE: Un mercato pulito
Per i Verdi l'attuale sistema di produzione non è sostenibile e deve cambiare corso, anche tramite adeguamento dei prezzi che non rispecchiano i costi ambientali. Questo è molto doloroso per i costi delle imprese e per il portafoglio dei consumatori. Per questo i Verdi propongono un sostegno finanziario, anche di natura fiscale, alla ricerca e innovazione e collaborazioni più strette tra piccola e media impresa e università e centri di ricerca. In particolare si concentrano nel programma sul miglioramento dell'uso delle materie prime e sul miglioramento dei cicli di produzione in rapporto alle risorse usate. Lo scopo è ridurre le importazioni di materie prime e la dipendenza energetica. I Verdi si pronunciano nel programma a favore di un ulteriore approfondimento della libera circolazione dei servizi nel mercato europeo, che resta ancora molto meno integrato di quello dei beni, a condizione però del rispetto di precisi standard ambientali e sociali.
Conclusione: Il mercato dei beni e servizi da cui l'Unione ha preso le mosse resta al centro dello sviluppo europeo. E ha contribuito sia ai successi storici dell'Europa quanto alle sue preoccupazioni più recenti. Tutti i partiti tedeschi affrontano questo tema nei loro programmi anche se il dibattito pubblico resta incentrato più sulla finanza che sul mercato.
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