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Cesare Battisti e i suoi fratelli (europei)

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Anna Castellari

Arrestato in Brasile l'ex terrorista rosso, fuggitivo. Ma l'Italia non fu la sola a vivere gli anni di piombo.

Brigate Rosse, Action Directe (legata ai Comunisti Organizzati per la Liberazione Proletaria), Rote Armee Fraktion. Durante gli anni di piombo, erano molti i gruppi di lotta armata di estrema sinistra ad essersi costituiti in seno a diversi paesi europei. Gli strumenti per ottenere i propri obiettivi erano diversi, ma tutti molto cruenti. Attentati, omicidi, azioni violente. Lo scopo ultimo delle organizzazioni era il rovesciamento dei regimi vigenti, definiti “oppressivi”. L’assassinio del leader della confindustria tedesca Hans-Martin Schleyer da parte della Raf, nel 1977, è seguito nel 1978 dall’omicidio da parte delle Brigate Rosse di Aldo Moro, più volte Presidente del Consiglio e in quel periodo Presidente della Democrazia Cristiana. In Francia è Georges Besse, Amministratore Delegato della Renault, ad essere ucciso dal gruppo anarchico “Action Directe”, nel 1986.

Se è vero che ognuno di questi gruppi ha avuto le sue specificità nazionali, sono molti i governi europei a dover oggi gestire un passato spesso ingombrante con ex terroristi che vivono in carceri europee da più di vent’anni.

Quell'Autunno tedesco che non passa mai

Il 27 marzo verrà liberata Brigitte Mohnhaupt, 57 anni, figura storica della Rotee Armee Fraktion. Ma rimarrà sotto libertà vigilata. L’evento ha risvegliato in Germania il ricordo del noto autunno tedesco del 1977. All'epoca una serie di cruenti omicidi, il dirottamento di un aereo Lufthansa e il suicidio di molti membri dell’organizzazione rivoluzionaria, tra cui il leader Andreas Baader, avevano sconvolto il Paese. Arrestata nell'82 e condannata nell’85, a cinque riprese, all’ergastolo per 9 omicidi e diversi tentati omicidi, la Monhaupt non è più, secondo i giudici, “pericolosa per la collettività”. Ma la donna non ha mai manifestato alcun rimorso per i reati commessi: fonte, questa, di tantissime polemiche. Quanto un altro ex membro della Raf, Christian Klar, la sua domanda di grazia è all’esame del Presidente della Repubblica.

Inflessibilità francese

Più di recente, Jean-Marc Rouillan, ex dirigente di Action Directe, detenuto da vent’anni, affermava nelle colonne di Le Monde, di voler continuare a combattere, senza provocare il minimo scandalo. La Francia, d’altronde, è stata meno segnata, rispetto ai suoi vicini Germania e Italia, dagli anni di piombo. Se il ricordo di questo periodo di terrore viene evocato raramente, questo silenzio non significa clemenza: le domande di scarcerazione di Rouillan sono state sempre rifiutate, fino ad oggi, dalla giustizia francese. Come quelle dei suoi ex ''compagni'' Régis Schleicher e Nathalie Ménigon. Nel 2004 Joëlle Aubron, un'altra militante di Action Directe, detenuta da oltre vent’anni, era stata scarcerata per motivi di salute: è morta di cancro due anni dopo.

Caos all’italiana

In Italia invece il ricordo del terrorismo degli anni Settanta rimane vivissimo. Prova ne è la vicenda di Adriano Sofri, condannato in via definitiva nel '97 per l’omicidio del Commissario di Polizia Luigi Calabresi, e rimesso in libertà per il resto della convalescenza, per una rara malattia all’esofago, nel 2006.

Ma, Sofri a parte, numerosi furono gli attentati ad aver insanguinato quel periodo. Tra l'altro questi erano perpetrati sia dall’estrema sinistra che dall’estrema destra. L’adozione di leggi speciali liberticide ha impedito un trattamento razionale di questo periodo della storia: un periodo i cui echi sono ancora ben udibili oggi. Il caso più sintomatico è quello di Battisti. Scrittore e attivista italiano, l’ex membro dei Proletari Armati per il Comunismo, condannato all’ergastolo in Italia, nel 1995, si era rifugiato in Francia. Beneficiando così della “dottrina Mitterrand”. Nel 1985 in effetti il Presidente Mitterand si era impegnato a non estradare gli ex militanti italiani di estrema sinistra che avevano chiuso con il loro passato di terrorismo. Lasciando loro la possibilità di ripartire da zero, Oltralpe. Ma nel febbraio 2004 è il voltafaccia della giustizia francese ad autorizzare l’estradizione di Cesare Battisti, attivista dei Pac, su richiesta delle autorità italiane. Suscitando una catena di polemiche nei salotti intellettuali e politici di sinistra, in Italia come in Francia. Alcuni mesi dopo Battisti ha scelto di vivere clandestinamente. In piena campagna presidenziale francese, viene catturato in Brasile, il 18 marzo 2007. Una mossa, questa, che sembra inaugurare una nuova era di tolleranza zero verso il terrorismo di estrema sinistra.

Translated from Battisti et Monhaupt : quand la contestation vire au terrorisme