Cemento, a rischio l’area verde del Comprensorio Casilino
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La giunta Alemanno disposta a far versare un milione di metri cubi nell’area del VI Municipio, tutelata con vincoli archeologici e ambientali. Testo e foto di Alessia Capasso Dei 7 ettari che ha a disposizione, in uno degli ultimi scorci di agro romano all’interno del grande raccordo anulare, Marcello Pipponzi a 83 anni riesce a coltivarne solo un frammento.
Potrebbe metterne alcuni a disposizione della cittadinanza, magari per degli orti urbani, ma essendo solo un affittuario non sarà lui a deciderne. E i progetti sono altri. La proprietà fa capo alla Case Piperno, nota società impegnata in attività di costruzione, acquisto e vendita di immobili a Roma, che nel 1987 ha acquistato il terreno. La prospettiva per quest’area, incastonata nel Sesto Municipio tra Piazza della Marranella e Piazza Malatesta, sarebbe quella di costruire nuovi immobili. Sull’area grava però un vincolo archeologico e ambientale, che ha lasciato in stand-by la possibilità di cementificare questi ultimi ettari di terra, rimasti immuni dalle colate di cemento degli anni Sessanta e Settanta. Ma l’attesa, forse, sta per finire.
Marcello Pipponzi, affittuario terreni agricoli tra via dell'Acqua Bullicante e via Labico.
La terra abitata da Marcello è adiacente a quell’area che gli antichi romani chiamavano Ad duas lauros (ai due allori), nota oggi come Comprensorio Casilino, e che si estende dal parco di Centocelle, sulla Casilina, fino a Villa Gordiani, sulla Prenestina, lambendo le vie di Torpignattara, Acqua Bullicante e Tor de Schiavi. La storia è passata da qui, dal tracciato dell’antica via Labicana che attraversava la campagna romana fino a raggiungere la cittadina di Labico, poi divenuta Casilina con il prolungamento sino a Casilinum, l’attuale Capua. Lungo il tragitto, i romani scelsero di insediarvi zone sepolcrali con tombe e mausolei, tra cui quello di Elena, madre dell’imperatore Costantino. In Europa ne farebbero un parco archeologico a cielo aperto, attraendo milioni di visitatori e pellegrini. A Roma no. A Roma bisogna costruire. Ancora.
Un milione di metri cubi di cemento. Secondo i calcoli contenuti nel dossier Roma al metro cubo, è quello che potrebbe riversarsi nei prossimi anni a Roma nel Comprensorio Casilino, un’area verde del Sesto Municipio. Il Ministero dei beni culturali e ambientali negli anni Novanta aveva tutelato la zona stabilendo vincoli archeologici e ambientali. Il quadro, tra battaglie legali, pressioni e amnesie, è mutato. Un promemoria firmato dagli assessori Corsini e Ghera nel gennaio 2009 ha aperto le porte alle istanze dei costruttori, in parte celati dietro la sigla “Consorzio Centro Direzionale Casilino”. Le radici dell’ennesimo Impero edilizio affondano però nel passato, in un intreccio che vede cambiare i protagonisti politici, ma non i meccanismi di interesse che muovono i destini urbanistici della capitale. Mentre le prospettive di speculazione avanzano, anche in vista dell’arrivo della Metro C nella zona, la cittadinanza risponde ‘no al cemento’ e propone la creazione di un Ecomuseo per ripartire da turismo, archeologia e ambiente. Il blog Terre promesseè entrato nelle storie, nelle resistenze e nelle alternative del territorio, interrogando chi lo vive e lo amministra, seguendo le orme di una guida d’eccezione: Pier Paolo Pasolini.
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