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Catalogna: Artur Más esce di scena, dopo 3 mesi eletto il nuovo Presidente

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Politica

Il 10 gennaio la Comunità autonoma della Catalogna è riuscita ad eleggere un nuovo Presidente, a oltre 4 mesi di distanza dalle elezioni amministrative di fine settembre. Grazie all'uscita di scena del presidente uscente Artur Más, le forze politiche si sono accordate sul nome di Carles Puigdemont, sindaco di Girona e indipendentista di lungo corso.

Dopo quattro mesi dalle elezioni del 27 settembre scorso, la Catalogna ha finalmente il suo Presidente: il sindaco di Girona Carles Puigdemont, 53 anni, eletto dopo il passo indietro di Artur Más, a capo di Junt Pel Si, la coalizione indipendentista che aveva ottenuto la maggioranza relativa dei seggi nel Parlamento locale della Comunità autonoma.

Con l'elezione di autunno sul filo del rasoio (Más si era fermato appena sotto la soglia del 50% dei consensi popolari) e lo spettro di un nuovo voto dietro l'angolo, il rischio di un risultato ancor meno favorevole era troppo alto, unito al timore di una ancora più bassa affluenza alle urne.

Il 130esimo Presidente della Generalitat de Catalunya è stato votato con l'appoggio di CUP (Candidatura d'Unitat Popular, partito indipendentista di sinistra radicale, n.d.r.) e Junt Pel Si, che si sono aspramente schierati contro Artur Más, ora ritenuto incandidabile per i recenti scandali. In ogni caso il programma che Puigdemont ha presentato è lo stesso di Más, come il nuovo Presidente ha affermato.

"Visca Catalunya lliure. Viva la Catalogna libera"

Ora che la Catalogna ha di nuovo un Presidente, la questione dell'indipendenza si fa sentire ancora piú forte: Puigdemont ha ottenuto l’appoggio della CUP firmando un accordo che prevede il raggiungimento dell’indipendenza catalana entro 18 mesi. Il neo-eletto Presidente, a differenza di Más, è un indipententista catalano di lungo corso, che si è detto convinto che il suo sarà un Governo «post-autonomia» e «pre-indipendenza».

Non si è fatta attendere la risposta di Ciudadanos, che si pone su posizioni anti-secessioniste e si è detto contrario a «qualsiasi azione illegale di Puigdemont». Anche perché «le pretese indipendentiste non troverebbero una base come loro dicono, visto il risultato incerto delle ultime elezioni (legislative, n.d.r.)».

Infatti, a livello nazionale, la Spagna non ha ancora un Governo, e sul tavolo delle trattative c'è proprio la reazione e la risposta alle spinte indipendentiste catalane, questioni che potrebbero pregiudicare la fattibilità di un alleanza fra le sinistre spagnole. Fra spinte centrifughe e immobilismo al centro, il Paese iberico sta senza dubbio attraversando una delle fasi più critiche della sua storia democratica.

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Pubblicato dalla redazione locale di cafébabel Firenze.