Casa Pound Italia: piccoli neofascisti crescono
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Casa Pound Italia si iscrive all’interno del movimento neofascista italiano. “Costruiremo il mondo che vogliamo!” gridano i militanti attraverso il sito internet del gruppo, ispirati da un poeta e votati all’azione. Intanto le denunce non mancano, tra accuse di violenza e interrogazioni parlamentari. Uno sguardo a un movimento che s’ispira al fascismo ma che rifiuta l’etichetta “estrema destra”.
Nota dell'autore: in Italia parlare di estrema destra, di fascismo o di neofascismo è come camminare sui carboni ardenti. A costituire un serio problema è già di per sé l’uso dei termini “fascismo “ e “neofascismo”. Mi atterrò alla definizione di “neofascismo” data da Stefano Bartolini, docente di economia politica: «si intendono per “neofasciste” quelle organizzazioni che si rifanno esplicitamente all’eredità del fascismo storico, che presentano caratteri peculiari, come la ricerca costante di una “terza via”, che si definiscono in qualche modo “rivoluzionarie”». Sono quelli che nel gergo comune vengono affettuosamente chiamati “i nipotini del Duce”.
Al contrario di quanto si possa pensare, al suo interno l’universo “neofascista” italiano risulta piuttosto composito. L’ultima arrivata è Casa Pound, che costituisce una delle esperienze neofasciste più innovative. Il nome del gruppo fa riferimento al poeta americano Ezra Pound, che durante la seconda guerra mondiale sostenne apertamente il fascismo prima e la Repubblica Sociale in seguito. «Casa Pound Italia nasce nel 2007 a Roma, sulle scorte dell’esperienza del centro sociale occupato "CasaPound" e delle occupazioni a scopo abitativo» ci spiega Cristiano Coccanari, membro di Casa Pound Italia e responsabile della web radio del movimento, “Radio Bandiera Nera”. «Siamo un’associazione di promozione sociale che si propone di utilizzare la forza del volontariato per diffondere le proprie visioni sociali» chiarisce Coccanari. L’associazione è sempre più strutturata, con sedi in tutta Italia. I suoi punti cardine: la lotta all'usura, il mutuo sociale e la lotta al carovita. La parola d’ordine: agire!
È evidente il legame diretto di Casa Pound con l’esperienza fascista italiana: «amiamo dell'esperienza fascista l'attenzione alla giustizia, le grandi realizzazioni sociali e amministrative nell'interesse di tutta la comunità nazionale, - dichiara sempre Cristiano Coccanari - il lavoro fatto per rendere l'Italia una comunità di destino dalle Alpi alla Sicilia e non una mera espressione geografica». Ogni dubbio è fugato. È uno dei motivi per cui Casa Pound ha sollevato numerose polemiche negli ambienti vicini alla sinistra, fino ad un’interrogazione parlamentare da parte del Senatore Salvatore Tomaselli (Partito Democratico), nel febbraio 2010, in cui si chiede di sapere come il Governo interpreti le iniziative e i programmi di questa organizzazione, considerando che la Carta costituzionale afferma che: "È vietata la riorganizzazione, sotto qualsiasi forma, del disciolto partito fascista".
Casa Pound nega di voler costituire un partito, e i suoi membri dichiarano di non considerarsi di “estrema destra”: «riteniamo superata e da consegnare alla storia l'etichetta di destra tout court, insieme a quella di sinistra. Le sfide e i problemi che il terzo millennio ci consegna non sono di destra o di sinistra, come non lo sono le soluzioni». Ma il discorso stride quando si passa a parlare di sovranità nazionale. «L'idea di riconquista nazionale presuppone il pieno recupero di sovranità da parte della comunità nazionale, rappresentata da uno Stato che intendiamo come etico, organico, e espressione e riferimento spirituale della comunità stessa».
Capitolo immigrazione: Casa Pound ritiene sia l’effetto della globalizzazione, che costringerebbe i più poveri alla fuga verso un “supposto eldorado europeo”. Cristiano Coccanari chiarisce questo punto: «Il risultato è una drammatica guerra tra poveri che crea tra gli italiani crescente disoccupazione a causa dello sfruttamento indiscriminato dei "nuovi schiavi". È ipocrita dire che ci sono lavori che gli italiani non vogliono più fare, sarebbe più giusto rilevare che ci sono salari da fame che gli italiani non possono accettare perché sotto la soglia di sostentamento». Conclude dichiarando che «richiediamo altresì il blocco dei flussi migratori che sono ormai ben oltre la soglia di tollerabilità».
Europa autarchica, riconquista nazionale, stop alle multinazionali e alla società multirazziale, diritto alla casa e all’istruzione, sovranità energetica, il cinema come arma più forte per un uomo sano e colto e per una nazione libera, riscrivere la Costituzione italiana. Sono alcuni dei punti del programma di Casa Pound, quello che il professor Stefano Bartolini nel suo articolo “I "nipoti del Duce" tra eredità, novità, persistenze e sviluppi all'alba del nuovo secolo”, definisce un programma da “fascismo di sinistra”. Secondo Bartolini si tratta di un ritorno alle origini, al fascismo rivoluzionario, un tentativo di rifarsi il trucco: «i neofascisti del XXI secolo riadattano le forme comunicative, cambiano i simboli, s’inventano nuovi nomi, ma restano quello che sono sempre stati. Non abbandonando nemmeno le pratiche più violente».
Nonostante ciò, Casa Pound rivendica il fatto di rappresentare un’esperienza «diversa da come piace disegnarla a qualcuno». I vari gruppi antifascisti la pensano diversamente, denunciando le aggressioni subite da questa “organizzazione fascista”, e chiedendo in diverse città la chiusura delle sedi di Casa Pound. Tra polemiche e aggressioni, Casa Pound oggi attrae molti giovani, e anche parecchi ultra-trentenni, con militanti e aderenti che provengono dalle esperienze più disparate all’interno del’universo della destra, ma non solo. Tutto questo anche grazie all’importanza data alla comunicazione ed alle azioni pratiche, spesso ispirate a quelle del movimento no-global. Me Bartolini avverte: «I neofascisti hanno criptato davanti al pubblico molte delle loro idee più impresentabili, si muovono in maniera dinamica e demagogica su tematiche sociali esplosive, sono capaci di mettere da parte la loro simbologia più direttamente nostalgica se necessario. In queste condizioni niente ci dice che non riescano a guadagnarsi nuovi spazi e nuovi trampolini per tentare l'assalto».
Insomma, i figli di Pound sono riusciti a conquistare quegli spazi sociali dimenticati dalla politica, soprattutto di sinistra, rivolgendosi, attraverso attività pratiche, ai ceti popolari e agli esclusi. Restano comunque una minoranza, sicuramente non silenziosa. E allora viene da chiedersi: quale sarà il futuro di questo “fascismo del terzo millennio”?
Foto: lucacicca/flickr, casapound.org, Anael Raziel/filckr, udaberri17/flckr. Video: NonNobisDomine/Youtube