Caro l'affitto a Parigi? «Si occupa!»
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giugiuDi fronte all'impennata degli affitti a Parigi, gli studenti hanno sempre più difficoltà a trovare un alloggio. L'associazione Macaq occupa gli immobili sfitti, per creare spazi autogestiti e alloggi per studenti.
Macaq occupa gli immobili sfitti per farne dei luoghi di vita e di arte (Lemaire.benjamin/Flickr)
Edifici sontuosi, alberi maestosi e bistrot chics: nell'8° arrondissement di Parigi la capitale francese è fedele alla sua immagine da cartolina. Dietro le porte di un elegante edificio ottocentesco alle spalle del parco Monceau, l'illusione continua. Ma i suoi inquilini non sono famiglie borghesi: il palazzo ospita una trentina di "occupanti".
L'immobile, di proprietà di una compagnia d'assicurazioni egiziana, era disabitato prima dell'arrivo, lo scorso novembre, di Macaq (Movimento d'animazione culturale e artistico di quartiere). Mattonelle polverose, porte cigolanti: i 1200 metri quadri di superficie abitabile erano abbandonati da anni. «Un vero scandalo!», esclama Julien Boucher, presidente dell'associazione. «L'alloggio non è più un diritto, ma un prodotto finanaziario!». A Parigi, il 17% degli immobili abitabili sono sfitti.
Dei "fuorilegge" ben organizzati
La tecnica è sempre la stessa: controllare se i bidoni della spazzatura sono vuoti, cercare la cassette della posta piene di lettere, e sorvegliare gli eventuali andirivieni. Una volta verificato che l'immobile è disabitato si sbarca in pieno giorno con una squadra di "tuttofare", a volte mascherati da muratori: Julien Boucher conosce bene la solfa ma si rifiuta di essere accomunato alla parte "punkabbestia" dei centri sociali o allo stile "fricchettone".
Nell'edificio borghese, fino a ieri abbandonato, oggi troviamo i muri dipinti e la cucina rifornita di pasta e caffè, una doccia in costruzione, musica. Qui non ci sono droghe né odori nauseabondi. I quindici studenti e i dodici artisti che vivono qui sono ben organizzati. Ogni occupante possiede una sua stanza, e divide con gli altri quelle in comune, così come l'elettricità e il Wi-fi.
Tutti si danno da fare: cucina, impianto idraulico e pulizie. «Se la vostra pancia è piena, siete pregati di non lasciare tracce dietro di voi», si può leggere su un tavolo. La vita in comunità ha le sue regole, e ognuno si sforza di rispettarle mantenendo il buon umore. Al 4° e 5° piano, le grandi sale con parquet in legno sono messe a disposizione di compagnie di produzione, teatro e danza.
Il caroaffitto a Parigi
Prima degli spazi occupati, Jean-Marc, 22 anni, aveva immaginato altre soluzioni come ad esempio un monolocale senza servizi oppure un'appartamento da condividere con altri studenti. «Non c'era più posto nelle residenze universitarie », spiega questo studente di psicologia. «E non potevo permettermi di ricorrere alle agenzie immobiliari.» Accumulando aiuti economici da parte dei suoi genitori, un sussidio per la casa e il suo stipendio di 300 euro per un lavoro part-time come cameriere, il budget di Jean-Marc arrivava a circa 700 euro: insufficiente per pagarsi un affitto a Parigi.
Per il 54 % degli studenti che non vivono più con i genitori, cioè circa 1,2 milioni di studenti in Francia, la casa rappresenta il primo fattore di spesa. Secondo l'associazione Droit au logement (DAL, Diritto alla casa) gli affitti variano, nella capitale francese, dai 470 ai 550 euro spese esculse.
Questo budget assorbe una gran parte del consumo dei giovani che devono quindi ridurre le spese legate all'alimentazione, al trasporto o alla salute.
Secondo un'inchiesta dell' ECA Internazionale 2007, Parigi risulta essere la seconda città più cara in Europa, dopo Londra, con affitti che sono cresciuti più del 30% nel corso degli ultimi dieci anni.
Un ministero per la crisi degli alloggi
Da otto anni Macaq organizza delle "requisizioni cittadine" a Parigi, per fare degli edifici sfitti dei luoghi di vita dove si incrociano artisti e associazioni. Verso la fine del 2006, l'associazione si avvcina al DAL e a Jeudi Noir, un collettivo di giovani che si ritrovano nelle agenzie immobiliari con champagne e festoni, per denunciare l'impennata degli affitti.
Come a Barcellona o a Lisbona, dove gruppi di occupanti ben organizzati hanno allertato, a più riprese, l'opinione pubblica sulla questione delle case sfitte, le tre associazioni hanno deciso di «lanciare un messaggio forte ai media, per risvegliare la gente », ci annuncia Julien Boucher. «Bisogna mettere fine agli abusi dei proprietari e alla specualzione immobiliare » prosegue l'energico presidente di Macaq.
In gennaio 2006, poco prima delle elezioni presidenziali, le associazioni hanno occupato un edificio di 1 600 m² in rue de la Banque, nel 2° arrondissement di Parigi. L'hanno ribattezzato "Ministero della Crisi degli Alloggi". Sulla facciata, il viso di una Marianna, il simbolo della Repubblica francese, con un piede di porco in mano. «Noi amiamo i bei quartieri, sorride il presidente di Macaq: è là che troviamo la maggior parte degli edifici vuoti!».
E per gli studenti, il Ministero ha un progetto ardito: creare delle residenze universitarie negli edifici sfitti della capitale. Certo, gli studenti già sono stati espulsi più volte, ma l'idea comincia a farsi strada.
Translated from Squats universitaires