Camorra e migrazione, il nuovo libro di Alessandro Gallo
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Ieri era la Giornata mondiale del libro e abbiamo incontrato lo scrittore campano Alessandro Gallo, venuto a Palermo a parlarci del suo secondo romanzo: Andrea torna a settembre (Navarra Editore). Da Castelvolturno a Pozzallo, una storia che intreccia le piaghe della criminalità organizzata con i drammi dell’immigrazione.
Andrea Torna a Settembre edito da Navarra Editore, è il secondo romanzo di Alessandro Gallo, che dopo il successo del suo primo libro Scimmie - cinquemila copie vendute - torna a parlare di camorra attraverso la voce di una nuova protagonista: Andrea. Napoletano d'origine e d'accento, è venuto ieri al Pyc - Palermo Youth Center in occasione della Giornata mondiale del libro.
A seguito di una truffa immobiliare Villaggio Coppola, una frazione in provincia di Castelvolturno nel Casertano, si è trasformata in una città fantasma, un paese scheletro pieno di case mai ultimate che nasconde personaggi e storie mai raccontate. Sembra quasi una cartolina degli anni '80, dove il tempo si è fermato cristallizzando quell'immane staticità che contraddistingue tutti i territori italiani affetti dalla piaga della criminalità.
Andrea ha vent'anni e vive una vita routinaria. Non va a scuola, lavora per Don Antonio, che ha un emporio dove vende di tutto, dai salumi alla benzina, e per lui fa “a guagliona da spesa”, l'addetta al domicilio. Entrando nelle case dei clienti Andrea ce li racconta uno per uno, dal borghesuccio che ha comprato una casa abusiva con vista mare al latitante camorrista che si nasconde dalle autorità. Nel variopinto mosaico di questi personaggi incontra anche Ugo, uno dei i diciottomila nigeriani che vivono nei territori limitrofi a Castelvoturno. "Se Cristo si è fermato ad Eboli, i neri si sono fermati tutti a Castelvolturno” dicono da quelle parti. Molti di quei ragazzi sono clandestini, approdati a Lampedusa o a Pozzallo e arrivati in Campania alla ricerca di un lavoro. E il vero problema è che il lavoro lo trovano quasi sempre, ma a condizioni disumane. Alcuni di loro per soli sessanta euro a settimana lavorano sotto il cocente sole partenopeo per raccogliere i "pummaruola" che verranno poi venduti nei mercati controllati dalla camorra. Alcuni vengono pagati poche decine di euro per dare fuoco a cumuli di immondizia. Altri ancora, invece, come Ugo il pugile, combattono, prendendo il posto dei pitbull nelle lotte clandestine gestite dal clan dei Casalesi.
Alessandro Gallo nel suo libro racconta le persone che Andrea guarda dal suo terrazzo senza retorica o luoghi comuni, e, pagina dopo pagina, non ci pensi più che Ugo è nigeriano, che è arrivato a Pozzallo su un barcone e che ora viene sfruttato dalla camorra. Pensi solo che Ugo è un ragazzo, arrabbiato, solo, che sfoga la sua frustrazione facendo a pugni. Le persone che Gallo ci racconta tramite gli occhi di Andrea sono reali, hanno vite reali, lottano quotidianamente per sopravvivere, per dare una dignità alla loro esistenza.
L'intento del giovane scrittore campano è proprio questo: smetterla di parlare di camorra, di rifiuti tossici ed immigrazione come fossero dei mostri lontani da temere e condannare, e concentrarsi invece sugli effetti reali che questi drammi hanno sulle vite delle persone.