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"Caine": storie di donne detenute

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Cafébabel

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Questo articolo è stato scritto per Cafébabel da Amalia De Simone, videoreporter d'inchiesta e regista del documentario "Caine", girato interamente nei penitenziari femminili di Pozzuoli e Fuorni. Dall'incontro con le detenute e dalla maestria della cantautrice Assia Fiorillo, è venuta fuori una canzone “Io sono te”, scritta da tante mani e divenuta il racconto autentico di una città controversa e appassionata: Napoli.

Io lo sapevo che mio padre stava male e perciò volevo vederlo, con le guardie, con l'esercito, non mi importava. Volevo solo vederlo. Il giudice di sorveglianza mi ha detto di no. E mi ha detto di no pure quando è morto. Sono andata 5 minuti solo a vedere la foto al cimitero. Questa è una crudeltà che non meritavo. Ho sbagliato e sto pagando, ma questo dolore sta diventando rabbia”. Jessica è la più giovane delle nostre “Caine”. Ci ha accolto col sorriso sincero di chi aspettava questo incontro dopo tanti mesi. Poi con la stessa sincerità ci ha raccontato tutta la sua amarezza. E' così, è sempre stato così nel carcere di Fuorni: allegria e disperazione. Una risata e il rimbombare delle urla di una detenuta in crisi di astinenza. Lo abbiamo vissuto per quasi un anno durante la lavorazione del documentario di Rai 3 “Caine”, girato interamente nei penitenziari femminili di Pozzuoli e Fuorni con la collaborazione di Simona Petricciuolo.

Abbiamo raccontato le storie delle ragazze in prigione stando a contatto con loro tante ore.

C'erano esperienze di vita delle detenute intervallate da scene di quotidianità del carcere che alla fine diventavano il racconto di un territorio, quello napoletano, dei suoi problemi, della sua bellezza e della sua maledizione.

Ne è venuta fuori una canzone “Io sono te”, scritta da tante mani, le nostre, soprattutto quelle di Assia, e quelle delle detenute.

Caine
Caine

E così è capitato che due mondi si sono incontrati e livellati attraverso la consapevolezza che l'errore può capitare a tutti e che non è indifferente nascere e crescere in determinati contesti o avere un vissuto declinato sul dolore o sulla rabbia.

“Io sono te”, primo singolo del disco di Assia Fiorillo, è anche un modo per abbattere un muro che qualche volta ci fa pensare di essere i giusti e vedere chi sta dietro le sbarre solo come i reietti. Invece mischiarsi le vite aiuta a capire, aiuta a leggere meglio la storia di cui siamo tutti costruttori.

E quindi siamo tornate dietro le sbarre per annunciare una festa: mercoledì 30 giugno 2021 abbiamo condiviso con le detenute il concerto di Assia e della sua band che hanno eseguito “Io sono te” live e altri brani ispirati da questa esperienza. Si è parlato anche di detenzione con il direttore del carcere di Fuorni Rita Romano, l'ex assessore alla cultura di Napoli Eleonora de Majo e l'attuale assessore Annamaria Palmieri, la componente della commissione antimafia Piera Ajello, il consulente della commissione antimafia Rosario Scognamiglio, le educatrici e soprattutto degli interventi da Napoli Est, una delle periferie più abbandonate dallo Stato e più ricche di umanità. Non solo: la presidente della Fondazione Famiglia di Maria Anna Riccardi e le mamme che frequentano la fondazione dedicata all'aiuto e al sostegno dei minori sono stati attivi e partecipi.

Domande, commenti, parole di speranza e condivisione, sono arrivate dal mondo di “fuori” a quello di “dentro”.

Caine è proprio il frutto dell'incontro tra il “fuori” e il “dentro”. E' la consapevolezza che il Caino della Bibbia ma anche quello di Saramago, non nasce così: Caino si diventa, Caino è il prodotto di un contesto e di una esistenza.


Foto di copertina: "Caine", regia di Amalia De Simone, con la collaborazione della giornalista Simona Petricciuolo e la partecipazione di Assia Fiorillo.

Il documentario è visibile su RaiPlay

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