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Buone notizie per i Rom in Italia: è tutto vero?

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societàPolitica

Sono da giorni sulle prime pagine della stampa europea, anche se a loro, ai Rom, forse interessano più i fatti che le parole. Qual è la risposta italiana ai “villaggi d’integrazione” made in France? Forse non c'è, ma qualcosa si muove.

Dall'iniziativa del sindaco di Roma Alemanno, che per primo ha assunto un Rom nel proprio staff, al primato del Comune di Treviglio, citato ufficialmente come esempio europeo per le sue politiche di integrazione.

Noto per il suo duro "piano nomadi", è stato tuttavia il primo ad assumere un Rom nel proprio staffMentre in Francia, anche se non senza qualche perplessità, si sperimentano i "villaggi di integrazione", quali risposte si danno in Italia ai Rom che ogni giorno sono espulsi dalle periferie delle grandi città? Qualcosa sembra muoversi, forse perché non siamo in campagna elettorale (anche se, di questi tempi, mai dire mai) e non c'è bisogno di raccattare voti sul tema sicurezza. Un primo segnale incoraggiante è arrivato dal sindaco di Roma Gianni Alemanno, uno che, quando si tratta di Rom, non va certo per il sottile. Eppure, per la prima volta, ha affidato ad un nomade il ruolo di suo delegato ai rapporti con la comunità Rom. Si tratta di Najo Azdovic, già portavoce dello storico campo Rom Casilino 900, ormai sgomberato.

Pochi giorni dopo, il Comune di Treviglio, un piccolo paese in provincia di Bergamo, nel cuore della roccaforte xenofoba della Lega Nord, è stata definita dal Gruppo EveryOne, un'organizzazione internazionale per i diritti umani, come «unico esempio positivo nel nord Italia riguardo alle politiche di integrazione delle minoranze etniche e all'attitudine al rispetto dei cittadini di etnia Rom». La notizia, segnalata al Parlamento, alla Commissione europea e all'Onu, è arrivata fino in Ungheria, dove se ne è parlato sul più importante giornale nazionale. Incredibile, se si pensa che, pochi mesi fa, l'europarlamentare della Lega NordMatteo Salvini ha chiesto ai tifosi dell'Inter di fischiare dagli spalti dei ragazzini Rom appena sgomberati da un campo nomadi, che, secondo copione, sarebbero dovuti entrare in campo con i giocatori prima della partita.

Nel mirino la bandiera della Lega Nord, da molti ritenuta il simbolo della xenofobia in Italia

Ma c’è anche chi cerca di risolvere il "problema" all’origine. È il caso di don Virginio Colmegna, ex direttore della Caritas ambrosiana, che si è preso l'impegno di riportare personalmente in patria i Rom sgomberati dai campi italiani. Ma a una condizione, e cioè che questi trovino lavoro a casa loro e non siano costretti ad espatriare di continuo. E a trovargli il lavoro ci sta pensando lui: incontra sindaci, stipula protocolli d' intesa, intavola progetti per avviare fabbriche e laboratori artigianali, parla con imprenditori, banche nostrane (tra cui Unicredit) e politici romeni. Dopo aver sentito le dichiarazioni xenofobe di Sarkozy, presidente della "civilissima" Francia, è impossibile non chiedersi: è tutto vero?

Foto: Contantin B./flickr; Cau Napoli/flickr/www.caunapoli.org; batrax/flickr; video: ReteRom/YouTube