Budapest: tutti contro i rom?
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Elisabetta CassoneIn occasione delle scorse elezioni europee si è confermato in Ungheria lo slittamento a destra degli anni passati. Non è proprio un bel segno per i Rom che subiscono ancora discriminazioni. Molti si oppongono alla tendenza e tentano di aiutare questa minoranza contro il flagello della povertà.
L’antiziganismo è il termine corretto per l’odio nei confronti delle popolazioni Rom. In tutta Europa i sinti e i Rom sono soggetti a questo problema: sono considerati dei poveri, dei criminali e dei moderni vagabondi. In Germania e Francia gli animi si scaldano sempre di più a causa di un crescente flusso migratorio che provenie dall’Est. Molti viandanti fuggono dall’Ungheria, dalla Romania e dalla Bulgaria a causa dell’emarginazione e della mancanza di prospettive.
Pregiudizi, disoccupazione e discendenza
Nell'ottavo distretto di Budapest si sgretola l’intonaco dalle facciate esterne. In un torrido giorno estivo alcuni Rom bighellonano sfiniti dall’afa sulle panchine del parco. Dai loro volti risaltano profondi solchi, sembrano spossati e indossano abiti sporchi. Questo accade ogni giorno. Pochi di loro hanno un lavoro, in tutta la nazione il 70% è infatti senza occupazione. Un dato molto più alto rispetto alla popolazione ungherese che considera spesso i Rom come chiassosi e incivili. Anche per questa ragione hanno difficoltà a trovare un lavoro, nonostante abbiano nazionalità ungherese e parlino la lingua della nazione. "È un girone infernale di pregiudizi, povertà, disoccupazione, discendenza e mancanza di formazione", spiega così Alexandra Szarka le minime possibilità di avanzamento della più numerosa minoranza ungherese. La ventitreenne studia scienze dei servizi sociali e aiuta allo stesso tempo i bambini Rom svantaggiati. Nell’ambito del progetto Chance for Children Foundation impartisce anche delle ripetizioni private coloro che altrimenti non riuscirebbero a venire fuori dal girone infernale.
Anche se l’Ungheria dispone di un sistema scolastico pubblico, i contrasti tra i singoli istituti sono abissali. Nei quartieri disagiati il livello è evidentemente al di sotto della media. Perciò la maggior parte dei genitori preferisce evitare di iscrivere i propri figli nelle scuole di ceto medio, giacché i Rom rimarrebbero indietro e verrebbero isolati. Se riescono ad accedere in una delle scuole migliori, devono il più delle volte aspettarsi soltanto discriminazione. “A dire il vero esistono buone possibilità ma non ottengono la formazione di cui hanno bisogno”, afferma la studentessa. Alcuni vengono inseriti in classi formate da soli Rom: “ Ci sono dei presidi che ne vanno orgogliosi, ma nel complesso questa situazione risulta peggiore e va contro la legge”. Alcuni vengono persino inseriti in classi di disabili.
Nel collegio gesuita di Budapest
Risulta controverso il fatto che gli insegnanti vengano formati quasi esclusivamente nelle scuole di élite e non siano abituati a istruire i figli dei ceti sociali analfabeti. Il ministro per le Risorse Umane, Zoltan Balog, ha proposto recentemente di istituire delle classi di recupero per le popolazioni Rom. A dire il vero, queste spettano pariteticamente per legge, de facto però vengono difficilmente messe in atto. Se il tentativo possa o meno cambiare qualcosa, è ancora da vedere.
L'antiziganismo è un tema tabù in Ungheria e i pochi che ne parlano lo fanno apertamente. Alcuni affermano che è come negli anni Sessanta quando nessuno osava esprimere la sua opinione per paura di perdere il lavoro. Così riesce difficile trovare qualcuno disposto a discutere del tema. Anche i Rom si vergognano spesso della loro situazione o tacciono per orgoglio. Istvan Antal, direttore del collegio gesuita dei Rom con sede a Budapest rappresenta un'eccezione. Anche lui vive nell’ottavo distretto e tenta di contrastare la decadenza del quartiere. I muri spessi che si stagliano sugli ingressi recentemente rinnovati tengono fuori l’afa soffocante mentre risuona della musica classica. Si tratta del concerto di beneficenza per i Rom ancora più indigenti della Romania. Il popolo è rinomato per la sua tradizione musicale: una carriera di cantante o strumentista è spesso l’unica via verso una scalata sociale.
Quasi paradisiaco
Dal 2004 Antal si adopera per gli studenti Rom. Con una laurea essi vengono meglio accettati dalla società, perché si tratta di un certificato che attesta non soltanto la formazione ma anche l’integrazione. “Vogliamo aiutarli a introdursi nell’Ungheria intellettuale e a rafforzare la loro identità come ungheresi e Rom”, così Antal intende il ruolo del collegio. Questo è per così dire il prossimo passo per coloro che sono stati dei buoni studenti. Chi ha un diploma e la possibilità di studiare può candidarsi al suo progetto, grazie al quale è possibile ricevere alloggio e corsi integrativi.
"Quasi tutti i nostri 29 studenti hanno problemi economici o altro", rivela Antal. Molti tra loro provengono da una terra dove non hanno né corrente né acqua e vivono in famiglie disunite. Al contrario, le condizioni dei Rom di Budapest sembrano quasi paradisiache. Tutte le famiglie sembra abbiano subito delle discriminazioni ma hanno imparato a conviverci. “Adesso questo non é più un problema, nell’università non esiste più alcuna discriminazione”, afferma il giovane enumerando i successi dell’istituto. “Anche il concerto è stato auto-organizzato, per questo i ragazzi sono grandi abbastanza”, conclude Antal con orgoglio.
Emarginati a dispetto della libera circolazione
I candidati al progetto non devono avere una fede religiosa per essere coinvolti, ma essere soltanto aperti ad ogni forma di visione del mondo. Anno dopo anno aumenta il numero dei membri, presto tutte le capacità potrebbero essere esaurite. Oltre all’Unione Europea, che sosterrà il collegio fino al 2015, anche il governo ungherese fornisce dei contributi. Nel corso della presidenza ungherese al Consiglio UE, Il governo ha varato sia a livello nazionale che europeo una strategia Rom mirata a migliorare la situazione. Tuttavia in Ungheria ci si concentra fondamentalmente sui Rom disposti a istruirsi, ossia coloro che sono integrati almeno parzialmente nella società. Tutti gli altri vivono nella povertà o saranno costretti a rischiare di avventurarsi verso l’Ovest che ancora li emargina nonostante la libera circolazione. Perché non per tutti c’è un posto da Szarka o Antal.
Questo articolo fa parte di un'edizione speciale dedicata a Budapest e realizzata nel quadro del progetto "EU in Motion" su iniziativa di Cafebabel e con la collaborazione del Parlamento Europeo e della Fondazione Hippocrène.
Translated from Budapest: Immer auf die Roma?