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Budapest, bohémien tra terme e Trabant

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Default profile picture andrea gaggero

La ‘Parigi dell’Est’ si divide tra l’insonne Pest e Buda, sede dell’ordine e della rispettabilità. Una capitale in costante evoluzione.

Difficile dimenticare i contrasti della ‘Perla del Danubio’. Budapest infatti, al contrario di Praga, non tiene conto del ‘turisticamente corretto’: facciate rococò succedono a voragini del nulla; no man’s land urbane trasformate in parcheggi selvaggi; chiese barocche ornate di campanili a bulbo si smarriscono nel bel mezzo di una giungla di case popolari; Trabant datate e BMW fiammanti improvvisano un balletto sul Ponte delle Catene evitando per un pelo di travolgere vecchi Rom sdentati e dalle tute ormai logore. Tale diversità ed una ricchezza di stili architettonici tra barocco, vestigia ottomane e Liberty, fanno di questa metropoli di due milioni di abitanti una delle capitali più affascinanti dell’Europa centrale.

Tariffe elastiche

Appena sbarcata in terra magiara, cado subito nella prima trappola tesa al ‘turista’: massicci come giocatori di rugby, i controllori della metropolitana minacciano di chiamare la polizia qualora io perseveri a proclamare forte e chiaro di non essere a conoscenza dell’obbligo di obliterare un biglietto per ogni cambio di linea. Costo dello psicodramma sotterraneo: ottomila fiorini. E pensare che in Ungheria lo stipendio medio si aggira attorno agli 80.000 fiorini al mese. Malgrado l’impressione iniziale di essere milionari contemplando il proprio portafogli, i prezzi sono alquanto fantasiosi e il mio passaporto per la vita all’ungherese «Elnezecht, ném ertem. Bezsel angolul?» («Mi scusi, non capisco. Parla inglese?») non mi aiuta di certo a ottenere sconti. È persino complicato discutere sul pagamento del conto senza strangolarsi con le sonorità impossibili di questa lingua uralo-altaica venuta direttamente dalle steppe mongole. Dopo tre mesi finisco inoltre con l’abbandonare l’idea di assassinare freddamente il mio ragazzo che si ostina ad ammirare le creature locali troppo bionde, perfette e abbronzate, frutto dell’impareggiabile fascino magiaro e di solarium onnipresenti.

Mosaico culturale urbano

Come ovunque, i caffè alla moda, quelli senz’anima e dove soldi e apparenza vanno di pari passo, non smettono di svilupparsi tutt’intorno a Déak ter – centro nevralgico della città – e sulla Andrassy Utca – gli Champs Elysées locali. Molto meglio evitarli e dirigersi verso i cortili interni dei palazzi, ormai adibiti a ricettacolo di vita sociale, e i giardini privati (i famosi kert, molto popolari in estate). Oppure girovagare in lungo e in largo per il quartiere ebraico alla ricerca di un sörözo (birreria) o di un borozo (enoteca) dalla tipica aria fumosa. In materia di shopping, le grandi insegne tradizionali della Vaci Utsa (la “Via Vaci”) e gli immensi centri commerciali all’americana sono spuntati come funghi: il Mammut ed il West End si dividono le luci della ribalta moltiplicando le attrazioni: cinema, club, bar... Per i nostalgici delle cianfrusaglie sovietiche basta andare a frugare al mercatino delle pulci di Ecséri, annidato tra ben due autostrade al termine di un percorso urbano interminabile.

Infine, quante mattine nebbiose rimediate a suon di profonde dormite sull’erba verde e morbida dell’Isola Margitsziget e di visite depurative ai gyufürdok, i famosi bagni termali? Oppure, quanti bicchieri di Tocai centellinati attorno a foie gras alla griglia?

Insomma, piena di charme, frivola, melancolica, Budapest è davvero degno ostello dei moderni bohémien.

GUIDA

Lingua

Non c’è bisogno di precisare che l’ungherese, insieme al finlandese e all’estone, è la sola lingua non indoeuropea del continente, cosa di cui i locali vanno particolarmente fieri. Abbordare i locali direttamente in inglese è alquanto sgradito. Cercate di imparare le parole di base. Le persone di una certà età conoscono più il tedesco, ma i giovani sono in generale anglofoni.

Università

La Central European University fondata dal magnate di origine ungherese Georges Soros offre eccellenti corsi di studio umanistici.

Il posto da non perdere

Bâteau A 38: concerti, mostre, serate eclettiche direttamente sul Danubio.

Da fare

I bagni, immense piscine d’acqua calda o fredda assortiti di saune e spa: imperdibili. Szechenyi, Géllert o Lukacs sono tra i più conosciuti.

Da non fare

Chiamare un taxi per strada. Telefonate ad una compagnia di taxi ed eviterete di pagare un prezzo esorbitante per la corsa.

Alloggio

Se arrivate alla sprovvista, privilegiate un bed & breakfast, almeno inizialmente, per arrangiarvi e per avere il tempo di fare il giro delle agenzie immobiliari. Già all’interno delle stazioni o dell’aeroporto potete trovare molti ungheresi che offrono camere libere. Siate comunque prudenti. Altrimenti, pensate agli ostelli.

Le agenzie vi metteranno direttamente in contatto con il proprietario, il quale prenderà poi la decisione finale. La commissione è in fuzione dell’affitto e degli accordi – taciti – con il proprietario. Quindi è tutto molto aleatorio.

Consultate anche la guida immobiliare del giornale Budapest Sun e non esitate ad andare nelle Università per controllare gli annunci nelle bacheche. Oppure, prima della partenza, date un’occhiata al forum del sito Tout sur Budapest. Provate anche i siti Budapest Cheap Flats e Budapest Rooms.

Translated from Budapest, la bohème entre paprika et Trabants