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Bucarest: il disastro al Colectiv Club

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Politica

Venerdì 30 ottobre, in uno dei club della capitale rumena, centinaia di spettatori stavano partecipando al concerto del gruppo rock Goodbye to Gravity. In pochi secondi un incendio è esploso con furia: i morti alla fine sono stati 48, oltre 180 le persone ferite gravemente. Le conseguenze di questo disastro lasceranno un segno indelebile sulla società romena.

Il 1° novembre, migliaia di persone hanno marciato per le strade di Bucarest, in solidarietà con le famiglie delle vittime, rimaste uccise nell’incendio al Colectiv Club di due giorni prima. In una macabra coincidenza, nello stesso giorno, la Francia stava commemorando le 152 vittime dell’incendio del club 5/7 accaduto 45 anni fa.

Il rogo di Bucarest è avvenuto in condizioni simili: un gruppo rock nella notte di Ognissanti, pareti ricoperte da poliestere tossico e infiammabile, un club aperto senza le necessarie autorizzazioni, una sola uscita con i tornelli, mentre le altre erano bloccate per impedire l’ingresso alle persone senza biglietto. Un medico francese a Bucarest ha dichiarato: «Non avevo mai visto una situazione simile in vent’anni di carriera». Questo perché dopo la tragedia del 5/7, in Francia furono imposte regole rigorose, i controlli diventarono sempre più frequenti e molti locali furono chiusi.

La fine di un'epoca spensierata

Senza dubbio la stessa cosa accadrà anche a Bucarest, dove bar e locali notturni si sono moltiplicati in questi ultimi anni, specialmente in posti non sospetti, come stabilimenti abbandonati, scantinati e vecchi edifici dove la notte sembra non finire mai. Alla gente piace quella sensazione di libertà. Quella sensazione che tutto sia ammesso. Salvo poi trovarsi a bere un cocktail che può costarti la vita. 

Detto fatto, il gestore di Expirat, uno degli storici club di Bucarest, non ha avuto nessuna esitazione a presentare le sue dimissioni: «È dal 2003 che metto la vita di migliaia di persone in pericolo. (...) Abbiamo avuto un sacco di problemi elettrici in questi ultimi anni e molte delle riparazione erano improvvisate. (...) L'Expirat di Bucarest chiuderà». La licenza di alcuni locali è stata sospesa dopo i dovuti controlli. Il Rockstadt a Brasov ha annunciato che per 10 giorni chiuderà per sostituire il poliestere, lo stesso materiale che ha preso fuoco al Colectiv Club. Altri chiedono anche che il fumo sia vietato nei bar e nei club.

E i colpevoli sono…

Dopo questa terribile tragedia continua la ricerca dei responsabili. I primi ad essere indagati sono i titolari del club, che nel 2013 fecero domanda per la licenza: la richiesta era di aprire un locale con una capienza di 80 persone. Secondo Lucian Balanuta, giornalista di Radio lasi, «i titolari di un locale possono ottenere con più facilità le autorizzazioni se la capienza del posto è al di sotto di 100 persone. Questo è ciò che aveva dichiarato il gestore del Colectiv club. Così avrebbe evitato certi vincoli amministrativi e senza dubbio tasse più elevate. Significa non avevare bisogno dell’autorizzazione dei Vigili del fuoco, e che la sicurezza del locale era responsabilità unicamente del gestore». Peccato che quel venerdì sera 400 spettatori hanno assistito al concerto, dove era inclusa una dimostrazione con fuochi d’artificio, il tutto in una sala altamente infiammabile. Né il gruppo rock né Vigili del fuoco di Bucarest erano stati avvertiti. 

Tuttavia non sono i soli che hanno ignorato le regole, dato che le tasse sono elevate e i controlli superficiali. L’ultima ispezione al Colectiv Club è stata eseguita il 21 ottobre. «Avevano preso una multa perché il personale non era sufficientemente qualificato,» spiega Lucian. Niente sulla mancanza di estintori o sulla prassi (comune a molti club) di bloccare le uscite di emergenza per evitare l’ingresso a spettatori non paganti. I cittadini romeni sono furiosi riguardo questa negligenza. "Il caos fatale che c'è in Romania deve finire," riporta il titolo di un giornale. 

La Chiesa, il "secondo potere" nel Paese, è stata presa di mira dai manifestanti in quanto riceve più sussidi di scuole e ospedali. Sui social network si trovano post come: "Vrem spitale, nu catedrale!", "vogliamo ospedali, non cattedrali!". Una cattedrale enorme sarà costruita nei prossimi anni e le sue dimensioni supereranno quelle del Parlamento romeno (questa era anche la megalomane follia di Ceausescu). Milioni di lei sono stati spesi, mentre gli ospedali hanno un disperato bisogno di personale e di attrezzature mediche. Dopo l’incendio, alcuni dei feriti hanno dovuto cambiare diversi ospedali perché non c’erano abbastanza posti letto per tutti, e i medici hanno lavorato volontariamente, mentre i loro stipendi sono a malapena poco più alti del salario medio nazionale.

 "La corruzione uccide"

La rabbia si concentra attorno al nemico numero uno del Paese: la corruzione. Lo slogan «Coruptia ucide» (la corruzione uccide) si sta diffondendo. È ciò che avvelena la sfera politica ed economica del Paese su tutti i livelli, è quello che fa chiudere un occhio sulle norme di sicurezza, come accade per i club, che portano molti soldi alle municipalità. È sempre la corruzione che impedisce di rinnovare gli edifici e le strade di Bucarest, oppure a dottori e insegnanti di ricevere uno stipendio adeguato.

Eppure ogni tragedia ha il suo impatto positivo perché aumenta la consapevolezza e sensibilizza l’opinione pubblica. «Era iniziato poco tempo prima a Roșia Montană» in Transilvania, spiega Raluca, una giovane abitante della Capitale, «e questo evento ha rafforzato ulteriormente le proteste e avrà un impatto enorme su tutti i livelli: politico, istituzionale e sociale».

Raluca voule aprire una pagina Facebook dove le persone possano chiedere ciò di cui hanno bisogno (cibo, soldi, vestiti, eccetera). Malgrado i bigotti che hanno accusato le vittime stesse per la tragedia perché ascoltavano la "musica di Satana", un'enorme ondata di solidarietà e di generosità si è avvertita in tutto il Paese. Grazie ai social network, le donazioni di sangue e soldi sono aumentate, mentre le aziende hanno fornito cibo gratuito alle famiglie delle vittime che aspettavano negli ospedali. Per la giovane Raluca e gli altri romeni «questa ondata di solidarietà è senza precedenti in Romania». Si spera che duri nel tempo.

Translated from Bucarest : bal tragique au Colectiv Club