Brasile-Italia e il caso Battisti, due giornalisti a confronto
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Adriano FaranoDalle prime pagine dei giornali al campo di calcio. Dopo le polemiche sull’ex terrorista italiano dei Proletari Armati per il Comunismo, accolto come rifugiato politico in Brasile, i due Paesi scendono in campo, ma di calcio. Ne parlano due giornalisti della Gazzetta dello Sport e del Jornal dos Sports di San Paolo.
Valerio Clari, giornalista della Gazzetta dello Sport di Milano, e Pedro Sá, suo omologo brasiliano del Jornal dos Sports a San Paolo, rispondono alle stesse domande sul Brasile-Italia che si terrà martedì 10 febbraio allo stadio Emirates di Londra. Con la polemica sull’ex terrorista italiano Cesare Battisti sullo sfondo. Intervista incrociata.
Cos’ha di speciale questo Italia-Brasile?
Valerio: «Si tratta di qualcosa di più di un’amichevole. Si scontrano le due nazioni che hanno vinto più Campionati del Mondo e che mai, prima di oggi, si erano affrontate al di fuori di un grande torneo. In più, durante il Mondiale 2006, l’Italia alzò la coppa senza giocare contro il Brasile. Batterlo ora vorrebbe dire completare l’opera, anche se le due nazionali si troveranno di nuovo in Confederations Cup, in estate. Il tutto, in uno stadio Emirates che sarà esaurito: sportivamente, ci può essere poco di meglio».
Pedro: «Credo che la cosa più importante dell’incontro sia la grande tradizione calcistica di questi Paesi anche a livello di rapporto tifosi-club. Bisogna anche ricordare la qualità dei giocatori che hanno fatto la storia di questi duelli spesso equilibratissimi».
Il caso Battisti ha riscaldato l’ambiente?
Valerio: « Sì, il caso Battisti è stato e continua ad essere al centro dell’attenzione, in Italia. Giornali e telegiornali raccontano dei tentativi italiani di far cambiare opinione al Presidente Lula e dei procedimenti parlamentari e giudiziari a Brasilia riguardo all’estradizione. Alcuni esponenti del Governo italiano avevano anche proposto di non far giocare la partita, in segno di protesta (come il Ministro La Russa, ndr). Ma si è trattato per lo più di una provocazione per la stampa: la competizione non è mai stata in discussione. L’amichevole c’entra con la questione politica e giudiziaria, su cui la gran parte dei giornali è d’accordo nel ritenere ingiustificata la decisione brasiliana di concedere lo status di rifugiato politico. Compaiono però anche pareri di alcuni protagonisti di quegli anni, che invocano una “amnistia” per i fatti di terrorismo degli Anni di Piombo».
Pedro: «Non credo che il caso di Cesare Battisti abbia scaricato delle polemiche sulla partita, nonostante le voci relative a una supposta cancellazione. Penso che il tutto resterà confinato alla scena diplomatica. La stampa brasiliana ha parlato della situazione di Battisti, si è polemizzato, però alla fine saranno le decisioni delle autorità competenti a contare davvero».
Questa polemica avrà un impatto sulla partita?
Valerio: «Non credo che il caso condizionerà la partita. Al massimo potrà comparire qualche striscione. Ma il fatto di giocare a Londra, l’efficienza dei controlli negli impianti inglesi e la vendita singola dei biglietti (non a gruppi organizzati) dovrebbe scongiurare la presenza di quegli Ultras Italia che in gare passate si erano resi protagonisti di gesti condannabili, come bruciare la bandiera della Bulgaria a Sofia».
Pedro: «Credo che la disputa diplomatica resterà al di fuori del campo. E i tifosi non avranno aspettative eccessive dato che si tratta pur sempre di un’amichevole. E ci dovesse essere una reazione questa arriverebbe da parte degli italiani che sono un popolo più politicizzato del nostro, credo».
Cosa ne pensa del caso Battisti e della decisione del Brasile?
Valerio: «Ritengo che concedere l’asilo politico a Cesare Battisti da parte del Brasile sia una decisione avventata, soprattutto perché è stato condannato dai tribunali italiani in vari gradi di giudizio. I suoi compagni stanno scontando o hanno scontato le pene per i medesimi fatti. Ferma restando la condanna della violenza, in qualsiasi situazione, ritengo però che l’intera questione degli Anni di Piombo dovrebbe essere rivista, considerando crimini e pene nel loro contesto storico».
Pedro: «Bisogna rispettare la legge di ogni paese: la legge brasiliana è molto chiara quando dice che non esiste estradizione per gli esiliati politici. E Battisti è in Brasile in questa condizione. Personalmente capisco il dolore delle famiglie che hanno sofferto per le morti causate da Battisti, ma questo caso deve essere visto nell’ottica delle leggi internazionali, non del cuore. Il Governo italiano ha commesso un grave errore nell’affermare che Battisti è un “criminale politico”. Se non lo avesse fatto la situazione sarebbe stata diferente. Qualche tempo fa un banchiere brasiliano, Salvatore Cacciola, accusato di frode verso il nostro popolo si rifugiò in Italia. Oggi è in carcere in Brasile perché è stato intercettato dall’Interpol mentre si trovava a Monaco. In quest’occasione il Brasile domandò l’estradizione, ma la legge italiana lo interpretò in modo diverso. È la stessa cosa. Ogni paese ha le sue leggi e vanno rispettate».
Un pronostico?
Valerio: « Marcello Lippi, c.t. dell’Italia, arriva con un record di imbattibilità che dura da 31 partite. Nonostante l’assenza di Amauri (conteso appunto fra Brasile e Italia) mi aspetto parecchi gol, perché il Brasile ha maggiori doti da centrocampo in sù e perché l’Italia si schiererà con tre punte e un atteggiamento offensivo. Punto quindi sul 2-2».
Pedro: «L’Italia secondo me vincerà 2-1».
Si ringraziano Alessandro Grandesso e João Ricardo Matta.
Translated from Fútbol: Brasil contra Italia, el caso Battisti en el terreno de juego