Botte piena e moglie ubriaca
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Alessandra CorsiRicco, bello, intelligente… e giovane. Tutto in uno: una sorta di mostro raro che tutti cercano. Ecco il giro delle lingue d’Europa.
Se lo incontraste per strada forse non lo notereste. Esteriormente, il suo aspetto è, tutto sommato, piuttosto banale. Eppure, questo candidato ideale parla correntemente cinque lingue, di cui tre le padroneggia con la stessa disinvoltura della sua lingua madre. Mentre effettuava in circa otto paesi vari stage, senza disdegnare di passaggio i piaceri di un anno d’Erasmus ricco di scoperte, svolgeva seriamente un brillante corso a Londra e a Parigi in vista di ottenere la laurea che conquistò (ovviamente) con facilità. Anche con buoni voti. Pianista al di sopra della media, o blogger incallito, a soli 22 anni? Eppure sembra quello che cercano le aziende oggi per assumere…
Sull’esempio dell’antica e mitologica chimera, i tedeschi nominano questo favoloso animale “Eierlegende Wollmichsau”: una scrofa dalle mammelle dispensatrici di latte, ornata da un vello di lana e che, per di più, deporrebbe le uova. I polacchi chiamano quest’ “uccello raro”, il “corvo bianco” (bialy kruk). Il colmo dell’ironia, non è raro vedere il suo profilo da genio improbabile manifestarsi impudicamente sui piccoli annunci, non senza ripercussioni negative sul morale dei giovani diplomati in cerca di un primo impiego. Per qualificare un tal fenomeno che ha subito il dono di colpire i nervi dei neofiti dal Cv meno riempito, gli spagnoli hanno rigirato il messaggio di uno spot ricorrente sugli schermi degli anni Novanta: parlano di JAPS (Joven Aunque Sobradamente Preparado), insomma, giovane ma… 100% operativo! Questo slogan che vanta il fascino polimorfo di un’auto destinata ad una generazione di mostri superdotati suona come un invito discreto in direzione di quest’altra categoria socio-culturale ben al di sotto di ogni rapporto, resa popolare in inglese da un acronimo ancora più celebre: i Wasp (white anglo-saxon and protestant).
Dal canto loro, francesi e olandesi poco inclini agli eccessi di una zoologia troppo barocca e stufi di dover contare su più dita di quante una mano possa avere, si accontentano di rappresentare il prodigio sotto l’aspetto di un “montone a cinque zampe” (schaap met vijf poten) che avrebbe “diverse corde al suo arco”. E quando a proposito della sua esistenza, i fiamminghi del Belgio esprimono qualche dubbio obiettando che «se il nostro gatto fosse una mucca, potrebbe dare il latte» (En als onze kat een koe was konden we ze melken), i polacchi non li contraddicono, concludendo con buon senso «tanto vale cogliere delle pere da un salice piangente!» (“obiecywać gruszki na wierzbi”).
Translated from Eierlegende Wollmilchsau