blancanieves
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La scena si apre sulla Plaza de Toros di Siviglia, un’arena distinta, antica, irriconoscibile rispetto a oggi e in quel momento capiamo di essere stati trasportati negli anni Venti, del cinema muto e senza colori ma con un’intensità espressiva che forse si è andata perdendo col sonoro.
Blancanieves ci riporta a quel sapore antico narrandoci una tra le storie più classiche dei fratelli Grimm riadattata a un contesto squisitamente sivigliano, dove la piccola Blancanieves è figlia di un celebre torero, Antonio Villalta, e di una cantaora di flamenco, Carmen di Triana.
A seguito della morte di quest’ultima e di un tragico incidente sofferto dal torero che lo rende paralitico, Blancanieves viene cresciuta dalla nonna materna. La depressione per la sua invalidità e per la morte della sua amata Carmen, rendono Antonio un uomo triste e senza alcun interesse verso il mondo che lo circonda compresa sua figlia Carmencita/Blancanieves, già orfana di madre morta proprio dandola alla luce. Ad approfittare dello stato dell’ex torero è una perfida infermiera, Encarna, donna ambiziosa e senza scrupoli, che riesce a farsi sposare da Antonio divenendo la matrigna di Carmencita.
La bambina nel frattempo cresce con il ricordo sempre vivo della madre e con un costante desiderio di conoscere suo padre. Quando anche la sua adorata nonna muore, la matrigna l’accoglie a casa sua, trattandola come una sguattera e impedendole di frequentare il padre, divieto che seppur per pochi meravigliosi e toccanti momenti la bambina riesce ad aggirare.
Il piano della vanitosa matrigna per essere l’unica regina della casa senza fastidi e distrazioni procede, così, eliminato il marito invalido , ordina al suo amante, il fedele autista, di uccidere Carmencita, divenuta ormai una giovane e bellissima donna. L’autista crede di aver portato a termine la missione ma un gruppo di sette nani la salvano. I “nani toreri” sono artisti nomadi che girano per l’Andalusia facendo spettacoli come toreri.
La giovane Carmen ha perso la memoria dopo l’aggressione del sicario della matrigna e non ricorda nemmeno il suo nome perciò i nani, che nel frattempo l’hanno accolta tra di loro, decidono di chiamarla Blancanieves. La giovane accompagna i nani per il loro tour e scopre di essere un’abile torera diventando celebre in tutta Spagna. Quando la matrigna lo scopre attraverso su una rivista non tollera che la figliastra sguattera, da lei creduta morta, sia più famosa di lei così progetta la sua vendetta allo stile dei fratelli Grimm: una mela avvelenata.
Il film è un gioiello nel suo genere; tanto gli interpreti come la fotografia mantengono lo spettatore incollato allo schermo nonostante la storia di Biancaneve non sia sconosciuta ci abbia accompagnato dall’infanzia. La colonna sonora è semplicemente perfetta.