Bike sharing: volevi la bicicletta? Adesso pedala!
Published on
Dal 15 dicembre finalmente Palermo ha il tanto atteso bike sharing: 420 bici nuove di zecca dotate di gps e 37 ciclo-posteggi sparsi in tutta la città. Qualche istruzione e consiglio non richiesto sull'utilizzo di un servizio che rinforza la rivoluzione della mobilità e ci avvicina un po' di più all'Europa (in attesa delle piste ciclabili!)
Palermo si sta europeizzando? La domanda di non facile risposta impazza da sempre nei dibattiti da caffè e in quelli più “alti” delle pagine di media locali minori o delle testate più autorevoli. Ma quando si accosta la città all’Europa, tutte le strade portano alla mobilità urbana. E allora la risposta è “ni”. Nel senso che la strada è quella giusta, ma resta del lavoro (parecchio) da fare. Insomma Johnny Stecchino potrebbe ancora scrivere dei trattati sul “trafico”. Del resto, da mesi non si parla d’altro: lavori della metro, isole pedonali e l’intricata questione del tram. Quest’ultimo è pronto, collaudato, attesissimo e dopo una matassa burocratico-politica si è sbloccato grazie all'approvazione natalizia della spinosa Ztl (ma questa è un'altra storia).
Come funziona il bike sharing BiciPa?
Noi invece ci concentriamo su un altro regalo europeo che da poco i palermitani hanno potuto scartare e del quale, complice una pianificazione non impeccabile, non si sono ancora resi conto: il bike sharing. Lo scorso 13 dicembre nella stazione di piazza Alberico Gentili veniva inaugurato in pompa magna dal sindaco Leoluca Orlando e l’assessore alla mobilità Giusto Catania, immortalati in sella alle bici nuove di zecca, dotate di gps. Ma, complice la diffidenza atavica del palermitano e, ahinoi, una comunicazione non efficacissima, la campagna abbonamenti è cominciata un po’ in sordina, appena 7 abbonamenti il primo giorno e 40 alla fine della settimana secondo fonti dell’Amat. Il sito ufficiale www.bicipa.it ancora è fermo ai box. Così, i cittadini possono orientarsi grazie alla pagina facebook ufficiale Bicipa, dove è stato appena pubblicato il regolamento del servizio. Gli amministratori rispondono con estrema precisione e tempestività alle tantissime richieste, ma nella lunga attesa del sito ufficiale è un po' azzardato in una città di 700mila abitanti affidare la comunicazione di un servizio nuovo e in molti casi sconosciuto ad una pagina facebook che conta poco più di 1500 utenti.
Ma come funziona questo servizio che potrebbe seriamente dare una grossa mano alla rivoluzione della mobilità sostenibile palermitana?
Partiamo dai numeri: 420 bici nuovissime di cui 20 dotate di pedalata assistita e soprattutto tutte dotate di gps, in risposta agli scettici che vorrebbere girare il remake della fortunata pellicola di Vittorio De Sica Ladri di Biciclette. E poi 37 stazioni dislocate nei punti nevralgici della città. Attualmente i posteggi attivi sono solo 9 (viale Praga, piazza Don Bosco, viale Scaduto, via Giotto, piazza Alberico Gentili, via dell’Autonomia Siciliana, via Marchese di Villabianca, piazzale Lennon e viale Francia). Ma prossimamente saranno attivate le restanti 28 postazioni dislocate nel resto della città, ciascuna delle quali attrezzata ad ospitare 10 o 20 stalli.
In attesa dell'attivazione del sito internet è necessario abbonarsi al quartiere generale di via Giusti 7b, rigorosamente con carta di credito. Alcuni si chiedono perché, ma la risposta è semplice. Durante l'utilizzo si è responsabili della bici e la carta di credito costituisce un legame cauzionale con l'utente. Basti pensare che quando si noleggia la Velib parigina, madre nobile di tutte le biciclette europee condivise, il sistema "congela" provvisoriamente 150 euro dal conto a titolo di cauzione. Essere in Europa significa rispettare delle regole basilari e tutti i servizi di sharing del mondo sono collegati al conto corrente.
E i costi? La sottoscrizione settimanale costa 8 euro, mentre per quella giornaliera ce ne vogliono 5. Ma se queste sono opzioni consigliatissime per i turisti, lo sono un po' meno per i residenti, ai quali conviene abbonarsi al costo di 25 l'anno, 35 con il car sharing (è il primo caso in Italia). E dopo? Le prime 4 mezz'ore costano poco, solo 50 centesimi. Eppure, qualcuno si è lamentato sostenendo che nelle altre città il servizio è gratuito nella prima mezz'ora. Vero in parte. A Parigi la prima mezz'ora non si paga, ma poi l'addebito è di 1 euro l'ora. Cosa sarà mezzo caffé ogni mezz'ora di pedalata? A maggior ragione se qualcuno prima spendeva molto di più per la benzina? Ad ogni modo, si prosegue con 1 euro per la quinta e la sesta mezz'ora e poi 2 euro l'ora sino a fine giornata. E la filosofia traffaria va in una direzione chiara: sconsigliare l'uso prolungato nel tempo per consentire a tutti di usufruire del servizio. Il bike sharing infatti non è un noleggio bici, dove chi prende una due ruote se la tiene un giorno intero, ma è un modo di spostarsi da una stazione all'altra in modo rapido e sostenibile. Del resto Palermo non è New York e in 30 minuti si raggiunge agevolmente qualsiasi meta. Il nostro consiglio quindi è utilizzare le due ruote dell'Amat solo per singoli spostamenti mirati ed eventualmente cambiare cavallo in corsa, ovvero lasciare la bici in una stazione e prenderne un'altra.
Come faccio a sapere quante bici sono disponibili e se c'è spazio in una stazione? In ogni colonnina delle stazioni una mappa interattiva risponde a queste richieste legittime, ma c'è di più. I più tecnologici possono scaricare Amunì, l'app del servizio integrato di Car e Bike Sharing con la quale registrarsi, visualizzare la mappa dei cicloposteggi, ricaricare il credito, controllare la disponibilità del bici e, grazie alla ricerca intelligente, personio localizzare rapidamente la stazione più vicina.
E le piste ciclabili?
C'è ancora una nota dolente, le piste ciclabili. Queste ci sono, ma non bastano: appena 19 km, molti dei quali in zone periferiche come Via Venere/Via Olimpo, Via Margherita di Savoia, Via Messina Marine/Favorita. Oppure non sono valorizzate appieno come quella di via Maqueda, forse la più bella, ma sistematicamente ignorata dai pedoni perché un po' "improvvisata". Forse si potrebbe decentrarla tra le fioriere e il marciapiede ai due lati della strada. Tralasciamo la polemica palermitana sulla creazione del bike sharing prima del completamento delle piste. In una città che parte da zero, sarebbe come impelagarsi nel famoso paradosso dell'uovo e della gallina.
Negli scorsi mesi il comune ha approvato il piano di Mobilità Dolce con la realizzazione di una nuova rete ciclabile complessiva di 144,98 km e un aumento del 207% circa rispetto alle precedenti previsioni (70,06 km). Proprio pochi giorni fa sono partiti i lavori per la realizzazione di un percorso monodirezione tra piazza Castelnuovo e piazza Principe di Camporeale, lungo via Dante (Il sommo poeta sarebbe contento).
Palermo è una città relativamente pianeggiante, i favori del clima li conosciamo, per cui gli scettici hanno sempre meno scuse, basta avere un po' di pazienza.
Il taxi sharing sarà il nostro Uber
C'è un'altra novità sotto il sole invernale palermitano, il taxi sharing. Se a Istanbul, città con il primato mondiale del traffico, il "dolmus" porta da una sponda all’altra del Bosforo con pochi euro, anche Palermo adesso ha suo taxi condiviso per affrontare le colonne interminabili di traffico, raggiungere il centro e sopperire alle lacune del traporto pubblico. Basteranno 2 euro a persona urbano per raggiungere il centro città con i principali parcheggi e terminali di autobus, e 8 euro a persona, con un minimo di quattro persone per gli spostamenti extraurbani, da e per l'aeroporto "Falcone Borsellino", dove già era stato sperimentato negli scorsi mesi.
I percorsi previsti sono cinque: dalla Stazione Centrale a piazza Papa Giovanni Paolo II passando per piazza Ruggero Settimo; dal parcheggio Basile alla Stazione Centrale; dal parcheggio di via Nina Siciliana a piazza Castelnuovo passando per piazza Principe di Camporeale; dal Foro Umberto I a via Notarbartolo passando per piazza Castelnuovo; da piazzale Lennon a piazza Castelnuovo passando da via Notarbartolo. Quello extraurbano partirà invece dalla Stazione Centrale per arrivare all’aeroporto con cinque fermate: piazza Ruggero Settimo, via Dante, viale Piemonte, piazza Matteotti e via De Gasperi.
Come identificarle? Le vetture sono riconoscibili grazie a un disco giallo con la scritta "Taxi Sharing" e si può attivare il servizio tramite le centrali radio-taxi che smisteranno le prenotazioni nei i centri di raccolta, ovvero lo Stazione Centrale, piazza Castelnuovo e piazza Papa Giovanni Paolo II. «Il taxi sharing sarà il nostro Uber», ha detto il sindaco Leoluca Orlando che poi ha tagliato corto: «Il servizio che non arriverà mai a Palermo perché ci pensiamo da soli». Che piaccia o no la rivoluzione della mobilità è iniziata da tempo ed è un processo irreversibile. I "panormo-scettici" e i "panormosauri" sono avvisati.