Bike sharing, connecting Europe ( I parte )
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ARTICOLO DI PAOLA MITRA
Il bike sharing è ormai una tendenza affermata in alcuni dei più importanti contesti urbani europei. Il basso costo e la praticità del mezzo offrono un’importante soluzione al problema della mobilità, rappresentando anche una valida alternativa ecologica alle problematiche ambientali dei contesti cittadini.
Fonte: amicidellabicifo
Il trionfo degli euroscettici. Sarebbe questo il titolo dell’ultimo capitolo della storia europea se qualcuno ne facesse romanzo. Racconterebbe di tempi di crisi in cui il sogno europeo si sgretola nelle mani di politici non troppo all’altezza del compito lasciato loro dai padri fondatori. Verrebbe da chiedersi: "Che fine ha fatto l’Europa?". Un rapido cambio di prospettiva ed ecco la risposta: l’Europa è lì che vive attraverso le molteplici vite dei suoi cittadini.
Il popolo europeo costituisce in sé una comunità che condivide un retaggio culturale, oltre che storico, comune. Parlando di cultura mi riferisco anche e soprattutto a quella che definirei come soft culture, intendendo con essa quell’insieme di tendenze, gusti e modus vivendi che similarmente si riproducono nelle varie nazioni. Un esempio? La mobilità su due ruote e in particolare l’utilizzo affezionato delle bici in tutte le sue forme. Che siano mountain, racer o city, il bike cult è diffuso a tutte le euro latitudini, senza eccezioni.
Bici. Una chiave che aprirebbe i mille cassetti delle memorie europee, dai nostalgici e appassionati del Giro d’Italia, Tour de France e Vueltas de España, alle affannose corse mattutine verso scuola tra i laghi olandesi, o ancora, all’indimenticabile vacanza on the road con gli amici trascorsa visitando città in bicicletta. Un interesse che da qualche anno è diventato cavallo di battaglia dell’ecosostenibilità.
I SBS - Sistemi di Bike Sharing europei
I Sistemi di Bike Sharing sono modelli di mobilità sostenibile sempre più adottati dalle amministrazioni. Sviluppatisi nei primi anni duemila, hanno visto una crescita esponenziale a partire dal 2007, quando le riuscite esperienze diVélib’ a Parigi e Bicing a Barcellona stimolarono l’implementazione di questi sistemi in diverse realtà. Le motivazioni che possono spingere alla sperimentazione dei SBS sono molteplici, così come variegate sono le strategie messe in campo. Alla base c’è però una nuova concezione di mobilità cittadina che tende a minimizzare gli impatti ambientali e quindi sociali degli spostamenti.
Il funzionamento delle strutture di bike sharing è di per sé semplice: si tratta di un servizio di noleggio di biciclette organizzato a rete e messo a disposizione su spazi pubblici.
Il sistema Bicing di Barcellona. È possibile prelevare i bicicli in varie stazioni presenti nella città e depositarle in un diverso stazionamento dopo un periodo di tempo variabile. Foto: (cc) Luigi De Lisio
Il noleggio è possibile previa iscrizione a basso costo su base annuale, mensile, settimanale o anche occasionale. Nella maggior parte dei casi l’iscrizione consente l’utilizzo gratuito della prima mezz’ora di noleggio, oltre la quale si dovranno sostenere costi che andranno gradatamente ad aumentare. Si può però anche prevedere un uso completamente gratuito o a pagamento dal primo minuto, a seconda delle necessità e degli obiettivi prefissati.
Il quadro dipinto dal successo dei modelli SBS è quello di un’ Europa sempre più unita all’insegna della green mobility. Difatti, se da un lato paesi come Francia, Spagna e Italia si avvicinano alle abitudini già diffuse in aree di radicata tradizione ciclistica come Germania o Svezia, dall’altro l’Est europeo strizza l’occhio alle esperienze già in essere. In Italia sono 132 i comuni che hanno attivato il servizio di noleggio, tra i quali spiccano quelli di Milano per il numero di biciclette disponibili e Genova per la scelta di bici elettriche più adatte alla morfologia cittadina. È in provincia di Torino invece che è stata portata avanti un’iniziativa di mobilità sostenibile intercomunale. Bicincomune si caratterizza per la rete di condivisione creata tra i comuni di Collegno, Grugliasco, Rivoli, Venaria Reale, Alpignano e Druento; un progetto tanto ambizioso quanto vincente che rimanda per l’estensione al londinese Barclays Cycle Hire.
Il progetto OBIS
Non tutte le sperimentazioni di bike sharing riescono a decollare, come dimostrano i casi di Strasburgo, Roma o Bruxelles. Nel tentativo di confrontare e valutare i sistemi SBS messi in campo in Europa, nel 2008 è stato avviato il progetto OBIS - Optimising Bike Sharing in European Cities. Sviluppato all’interno del programma Intelligent Energy Europe, il progetto è stato realizzato grazie ai finanziamenti dell’ Agenzia Esecutiva per la Competitività e l’Innovazione – EACI e ha visto la sua conclusione nel 2011. I risultati pubblicati al termine del lavoro consentono di delineare delle linee guida per l’attuazione e il miglioramento dei sistemi.
Nozione basilare, fondamentale per un’esperienza di successo, è quella di un accurato lavoro preparatorio di valutazione delle caratteristiche e delle esigenze del territorio, coniugata ad una profonda conoscenza delle varie tecnologie e relativi costi a disposizione. La fase di pianificazione deve mirare anche a stimolare il coinvolgimento di tutti nella realizzazione del sistema. Una volta stabiliti gli obiettivi specifici che si vogliono raggiungere, è necessario invogliare la cittadinanza all’utilizzo del servizio.
Considerato il grande successo cittadino, il progetto Vélib’ di Parigi, inaugurato il 15 luglio 2007, ha rafforzato negli ultimi anni la potenza del proprio servizio, risultando come uno degli esperimenti di bike sharing di maggiore successo in Europa.
Non meno rilevante è la ‘personalizzazione’ del sistema: elaborare un proprio design non solo per le bici, ma anche per le stazioni, i totem e il materiale informativo, significa fornire visibilità, riuscendo in tal modo ad avvicinare maggiormente la popolazione. Inutile specificare poi l’importanza di una buona organizzazione in termini di trasporto intermodale, densità, orari e costi.
Sulla realizzazione del bike sharing pesa l’influenza di fattori sia esterni, quali il clima, la morfologia del territorio e le condizioni economiche, che endogeni legati alle caratteristiche istituzionali. Un’attenta programmazione consente di riuscire ad ottenere una serie di benefici. Andare in bici fa bene al corpo e alla mente, dà una mano all’ambiente e aiuta l’economia in termini di riduzione di costi e di aumento delle opportunità lavorative.