Berlusconi in prima pagina, dov'è la notizia?
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L’Huffington Post Italia fa già discutere di sé, con un’intervista in esclusiva a Silvio Berlusconi. Intervista? Esclusiva? Non c’è una sola notizia degna di nota. E Berlusconi non ha più la lucidità per evitare le domande-trabocchetto. Forse, credeva di essere in televisione.
«Io, Silvio», così si apre la prima pagina della più grande «novità» del giornalismo italiano online. Quella che, a detta di tutti, doveva risvegliare il comatoso stato dell’informazione nostrana.
Huffington Post Italia è stato lanciato a mezzanotte di martedì 25 settembre con un titolo di quelli che piacciono agli ingegneri del SEO: quel “Rottamata” a caratteri cubitali (riferito alle dimissioni di Renata Polverini), ci aveva lasciato dormire sonni tranquilli. Dall’America era arrivato un segnale di speranza per la libertà dell’informazione. L’apertura in sequenza degli “Huffington Post” spagnoli, francesi e inglesi, prima di quello italiano, lasciava credere che un giornalismo europeo e internazionale, libero dagli interessi nazionali, fosse ormai realtà.
"Il pensiero di Berlusconi si trova da anni sul suo sito personale"
L’intervista a Berlusconi è di quelle che, in gergo, si chiamano “interviste in pantofole”, né più, né meno. Domande preconfezionate, in nessuna risposta si ha la sensazione che a parlare sia una persona reale. Berlusconi non è mai messo in difficoltà dal giornalista. Anzi, sembra perfettamente a suo agio. E come potrebbe essere diversamente? “Mario Monti condizionato dalla sinistra”, “Germania egemone”, “la Polverini non ha fatto nulla di male”: sfidiamo i lettori dell’Huffington Post Italia a trovare una sola notizia che giustifichi questa intervista. Non a caso c’è scritto “intervista di Berlusconi all’Huffington Post”, non il contrario.
La parola "Presidente" viene ripetuta più volte, in lettera capitale, come se Berlusconi fosse ancora là, a capo del Consiglio dei Ministri. Come se il primo ministro in carica, Mario Monti, non fosse altro che una delle sue mille maschere.
La possibilità di metterlo con le spalle al muro, invece, c’è sempre. Berlusconi inizia ad accusare i primi sintomi che colpiscono gli under 80, quando dice: “l’unica cosa da evitare è il professionismo della politica, quello di chi ha alle spalle trent’anni in parlamento e quando va in televisione la gente non ne può più”. E’ un assist d’oro, uno di quelli che il suo amato Andrea Pirlo sfornava a ripetizione. Chiunque si aspetterebbe la domanda “e lei, cittadino Berlusconi, può dirci da quanti anni si trova in Parlamento?”. E invece niente, l’intervistatore passa alla prossima domanda imparata a memoria. Come se ci fosse un copione già scritto. Come se a interessare davvero i lettori fosse il pensiero di Berlusconi, che possono trovarlo scritto in miglior forma sul suo sito personale.
"I lettori di Internet si aspettano altro. Le notizie, innanzitutto"
Infine, un’intervista di Berlusconi ci può anche stare. È la prima che concede a un media online. Chi l’ha contattato ha giocato sulla sua voglia incontenibile di essere il primo in tutto. Ma i lettori di Internet si aspettano altro. Le notizie, innanzitutto. E poi, divertirsi alle spalle di un povero vecchio che non riconosce più le domande-trabocchetto, e non ha mai imparato veramente che su una pagina web il flusso comunicativo è a due sensi. Si è fatto intervistare da un giornale online, credeva fosse una nuova televisione.
La "grande novità" del giornalismo italiano certamente fa discutere (ed è tra i suoi obiettivi). Ma, al primo giorno, l’Huffington Post Italia è ancora la copia online del vecchio giornalismo di carta, che pubblica in prima pagina un comunicato stampa sull'ennesimo ritorno di chi è al potere da ormai vent’anni, e non ha altre notizie da dare.
Foto di copertina: © fermo immagine dell'Huffington Post.