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Berlino, tagli alla cultura: la resistenza dell'English Theatre

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Alessandra Solito

Cultura

L'impero contrattacca. I fondi destinati alla cultura diminuiscono e l’English Theatre Berlin ne paga le conseguenze. Ma nulla viene lasciato al caso: con il festival Expat Expo, a fine febbraio, dopo 23 anni di attività, il palcoscenico anglofono ha ribadito ancora una volta di voler innovare e continuare la sua attività a tutti i costi.

"Abbiamo sempre perseguito questa direzione", replica battagliero Daniel Brunet, codirettore della struttura.

Incontro Daniel Brunet in un caffè, nel quartiere di Kreuzberg. Il cielo è plumbeo ma, nonostante le temperature invernali, la sua tenacia e il suo coraggio riscaldano l'atmosfera sin dall'inizio. Fin dal suo debutto negli anni ’90, il piccolo teatro diretto da Bernd Hoffmeister, che ancora non si chiamava English Theatre Berlin, ha scelto la strada privilegiata della performance, dell’happening, principalmente per via dei limiti di spazio. Da questo fermento nascono piece, one-man show e letture, grazie al programma The Berlin Sofa, naturalmente in inglese.

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Tre anni dopo, Gunther Grosser, regista e attuale direttore della struttura, entra a far parte di questo teatro ancora sconosciuto che porta il nome di Friends of Italian Opera e si trova in un appartato cortiletto di Kreuzberg, un tempo sede di un cinema a luci rosse e rifugio della mafia locale. Grosser riprende il motto del drammaturgo Matthias Lilienthals: "Keine Kunstkacke, nur Realitätskacke!“ (letteralmente "Niente merda artistica, solo merda realistica!"). Sottolineando l’importanza di liberare la parola, di dare spazio alla pittura delle ideologie, di mostrare quello che la società non riesce ancora a percepire.

Il gruppo anglofono difende con le unghie e con i denti il legame con la realtà, il teatro come mezzo di espressione di un discorso che si rinnova costantemente. Big Love, una pièce di André Bolouri andata in scena lo scorso gennaio, si ispira alle Supplici di Eschilo e parla della condizione delle donne orientali, del dilemma tra matrimonio comandato e migrazione obbligata. Con un quesito fondamentale che s’impone: “chi siamo noi per giudicare?”. Tale creazione ibrida e la diretta vicinanza con il Teatro Thikwa, che promuove la collaborazione tra attori abili e disabili, aprono le porte alla società civile. “La nostra terza priorità è l’educazione culturale e la pedagogia”, conferma Daniel Brunet, produttore e co-direttore del teatro.

I vent'anni del teatro hanno inoltre costituito l’occasione per organizzare il festival “Science & Theatre”, al confine tra le due discipline. La manifestazione ha trattato argomenti controversi, come la scelta del sesso in-utero e la diagnostica prenatale nella pièce An Experiment with an Air Pump, di Shelagh Stephenson.

l'economia tedesca è florida ma la capitale, "questa meravigliosa città tanto adulata" non ha un soldo

Nel 2006, il teatro cresce e rende ufficiale la già evidente mutazione. Si trasferisce in locali più ampi e prende il nome di English Theatre Berlin. È così che consolida la sua personalità: "Siamo nati come un piccolo teatro d'improvvisazione e adesso abbiamo due sale, di 120 posti per la sala grande e 79 per quella più piccola", precisa Brunet. Le seccature iniziano nel giugno del 2012. "Le sovvenzioni vengono ridiscusse ogni due anni da una commissione diversa. Stavolta, però, si è resa necessaria una decisione difficile all'ultimo minuto, che riguarda i tagli su alcuni fondi", riassume. "Sono tre i teatri coinvolti, tutti in attesa della decisione, e non è possibile programmare la prossima stagione né andare avantifin quando non avranno emesso un responso".

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Prova, questa, che neanche Berlino, città effervescente per antonomasia, è al riparo. È un cane che si morde la coda: l'economia tedesca è florida ma la capitale, "questa meravigliosa città tanto adulata" non ha un soldo. "Chi decide deve pur riconoscere che il turismo si nutre anche del libero teatro", conclude, profondamente indignato dall'attitudine del governo locale e federale.

Il teatro, senza equivalenti in Europa, continua nonostante tutto. "The show must go on" e lo fa con Expat Expo, una manifestazione che prevede due settimane di workshop e melting pot culturale sul tema del teatro. In programma anche un weekend dedicato ai contributi della comunità di espatriati, particolarmente attenta alle sorti dell'English Theatre Berlin.

Sul sito dell'English Theatre Berlin è ancora disponibile la petizione.

Foto: copertina © Bernd Hoffmeister, testo © Justus Harris; video (cc) EnglishTheatreBerlin/YouTube

Translated from Théâtre à Berlin : le baroud d'acteurs de l'English Theatre