Berlino: meno auto, più aria pulita e spazi sicuri
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Un’iniziativa popolare intende rendere l’area delimitata dalla linea ferroviaria circolare berlinese la zona a traffico limitato più grande del mondo. La capitale tedesca diventerebbe così un paradigma da seguire per limitare le emissioni inquinanti, ripensare l’utilizzo pubblico dello spazio urbano e promuovere un modello di vita più solidale e sostenibile.
A Berlino - capitale della Germania ma anche città-Stato, o Land - i residenti hanno la possibilità di sottoporre al governo locale proposte che possono essere tradotte in leggi. In genere funziona così: ci vogliono 20mila firme affinché una proposta o iniziativa popolare possa finire sui banchi del Senato berlinese.
Nell’ottobre del 2020, un gruppo di attivisti e attiviste ha lanciato l’iniziativa “Berlin Autofrei” - traducibile in Berlino libera dalle auto. Fino ad ora, di firme ne sono state raccolte ben 50mila - più del doppio! Ma di cosa si tratta in particolare?
Se avete familiarità con la città di Berlino, allora dovreste già sapere che la Berliner Ringbahn - una linea ferroviaria circolare lunga 37 km - delimita il centro e le zone più importanti della capitale, entro una superficie che si aggira intorno a 88 km². I quartieri di Kreuzberg o Prenzlauer Berg, la famosa Alexanderplatz, il Tiergarten, la Karl-Marx-Allee, o il gigantesco parco di Tempelhofer Feld (che da solo è più grande del Principato di Monaco): sono solo alcuni dei distretti o luoghi iconici berlinesi presenti all’interno dell’area - e la lista può continuare.
Se invece a Berlino non ci siete mai stati o state, provate a dare uno sguardo a qualche mappa online. Questo dovrebbe bastare per farsi un’idea della portata dell’iniziativa “Berlin Autofrei”. L’obiettivo di attivisti e attiviste è chiaro: chiudere al traffico delle auto private la zona delimitata dalla Berliner Ringbahn. Il prossimo passaggio, dopo la formazione del nuovo governo locale, sarà la discussione della proposta di legge in Senato.
Limitare l’utilizzo privato di mezzi di trasporto può sembrare un po’ riduttivo. Senza contare che c’è la possibilità che più di 50mila firme possano non bastare. Qualora il Senato rigettasse la proposta, attivisti e attiviste dovrebbero raccogliere nuovamente delle firme - almeno 170mila - tra luglio e ottobre del 2022, per assicurarsi la proposta di un referendum popolare.
Più spazio a pedoni, ciclisti e mezzi pubblici
In realtà, la proposta di “Berlin Autofrei”, chiamata “(proposta di) legge berlinese per l’utilizzo delle strade per il bene comune”, è molto ben articolata, e si è dotata di una struttura legale tale da poter essere presa in considerazione dal Senato locale prima del previsto.
Secondo il Guardian, infatti, il governo della città-Stato (nella cui maggioranza potrebbero nuovamente trovare posto i Verdi, che hanno ottenuto un gran risultato nelle recenti elezioni federali e locali), potrebbe approvare la proposta, e dunque trasformarla in legge, già nei prossimi mesi - un po’ come successe nel 2018 con un’altra proposta popolare, l’attuale legge sulla mobilità - dunque ben prima dell’ulteriore raccolta firma necessaria per proporre il referendum.
Gli attivisti e le attiviste di Berlin Autofrei hanno identificato due problemi principali: il cambiamento climatico, una piaga locale e globale, e la mancanza di spazi nelle grandi metropoli. Berlino è una delle città più grandi d’Europa, e solo nel 2012 lo spazio destinato al traffico in città era appannaggio delle auto, con ben il 58%.
L’iniziativa intende trasformare il modo in cui il trasporto viene fruito e ridefinirne il concetto. L’idea è quella di rendere gran parte della città un luogo più sicuro (solo nel 2020, dei decessi legati al traffico berlinese, quasi tre quarti riguardavano pedoni e ciclisti), più salutare, più verde.
In concreto, la proposta prevede un periodo di transizione che dovrebbe gradualmente portare alla chiusura al traffico di auto private di tutte le strade presenti all’interno della Berliner Ringbahn - eccetto le autostrade federali.
Non ci sarà nessun mezzo di trasporto allora? Ovviamente no: le eccezioni saranno per i mezzi di trasporto pubblici, per i mezzi di emergenza, o quelli legati ad attività commerciali o per persone che hanno problemi di mobilità. Un altro punto della proposta riguarda i residenti della zona interessata, che avranno la possibilità di effettuare al massimo 12 spostamenti in auto all’anno esclusivamente per necessità importanti o essenziali, come ad esempio il trasloco.
Più spazio... meno emissioni!
La legge potrebbe fare di Berlino un esempio unico e virtuoso non solo in Europa, ma nel mondo intero. La riduzione delle emissioni di CO2 delle auto è un obiettivo essenziale da raggiungere, specialmente dopo l’accordo di Parigi sul clima.
Diversi studi hanno già dimostrato come le attività umane abbiano pesantemente influenzato gli equilibri climatici, contribuendo al riscaldamento globale. Tra queste, il trasporto di mezzi privati è l’attività che incide maggiormente.
Nella sola Europa, il 30% delle emissioni totali di CO2 deriva dal settore dei trasporti e, nello specifico, il trasporto stradale ne è responsabile per il 72% - di cui le automobili generano il 60,7% delle emissioni (dati relativi al 2016, ndr).
Un altro dato interessante è quello relativo alla media di passeggeri per auto: in Europa, l’1,7% di passeggeri è molto basso, paragonato ad esempio ai mezzi di trasporto pubblici (come gli autobus). Tradotto: se ci fossero più passeggeri per veicolo, probabilmente le auto potrebbero diventare un’opzione di trasporto green.
Le auto elettriche, nonostante rappresentino già da diversi anni un’alternativa importante a quelle con motore a combustione interna, non garantiscono ancora standard green elevati - basti pensare ai metodi di produzione e smaltimento, che generano anch’essi ulteriori emissioni di CO2.
L’Unione europea ha tra le proprie priorità quella del contrasto al cambiamento climatico e, in tal senso, sono già diverse le misure che sono state proposte e adottate. Nello specifico, il Parlamento europeo ha approvato ad esempio, nel 2019, nuove regole per ridurre le emissioni di CO2 entro il 2030 del 37,5% solamente per le nuove auto.
“L’unica soluzione è ridurre il traffico, non soltanto cambiare il modo in cui guidiamo”, spiega uno degli attivisti dell’iniziativa, Nik Kaestner, al Guardian. La riduzione del traffico però non è sufficiente: come sottolinea Nina Noblé, tra le fondatrici di Berlin Autofrei, occorre cambiare drasticamente le nostre abitudini quotidiane, in modo da poter vivere in spazi più puliti, più sicuri.
Berlin Autofrei corre veloce sulla strada della sua possibile approvazione in legge - per una riduzione radicale delle emissioni inquinanti, e un aumento, metaforico, di quelle solidali e sostenibili.