Beppe Grillo: «L'Italia è un paese piccolo piccolo. Come nel1861»
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robertabGiuseppe Piero Grillo, 62 anni, è una celebrità nazionale, un blogger e un comico. Sposato e padre di sei figli, Grillo, tra tutti i 60 milioni di Italiani, è quello che più difficilmente quest'anno festeggerà i 150 anni dell'unità nazionale. Dopo essersi inimicato i più potenti gruppi mediatici italiani, a metà degli anni 80 fu bandito dalla televisione pubblica.
Ora è autore di un blog, ha ispirato un movimento politico e tiene i suoi spettacoli anche all'estero. Si è raccontato in esclusiva per cafebabel.com, ha sbandierato le sue indignazioni, ma ha ammesso: «Non ho il desiderio di vivere in un altro posto che non sia l'Italia».
«Grazie al mio blog posso diffondere quelle idee che i tradizionali mezzi di comunicazione italiani si rifiutano di trattare, come il fatto che il Parlamento italiano conta non meno di 25 condannati. Il web mi ha aiutato a creare una piattaforma tutta mia, indipendente dai mass media. La mia storia con i media italiani si può riassumere così: sono 'uscito dalla porta e rientrato dalla finestra'. Non ho interessi o un prestigio da proteggere. Molti Italiani lo fanno, soprattutto se sono considerati influenti: devono sempre coprirsi le spalle. Tutto quello che faccio io, invece, è mostrare una sincera curiosità, riflettendo su ciò che vedo e parlandone alla gente. Dal punto di vista italiano si tratta di un approccio rivoluzionario alla realtà. L'Italia è uno dei pochi Paesi europei dove la semplice abitudine di essere coerente e sincero basta a farti diventare una celebrità. In Italia la sincerità è come un miracolo.
Gli inizi della mia carriera hanno poco a che vedere con la politica. Organizzavo piccole serate durante le quali suonavo la chitarra, cantavo e raccontavo barzellette. Ho abbandonato la facoltà di economia per dedicarmi ai viaggi e agli spettacoli. Come un Jacques Brel italiano, mi sono lentamente evoluto in un comico maturo, e poi in un conduttore televisivo. Solo negli anni 80 ho ricominciato a interessarmi all'economia. Ero coinvolto in una pubblicità per una famosa marca di yogurt e iniziai a chiedermi: "cosa serve realmente per trasformare il latte in un prodotto pronto da mangiare?". Ripercorsi le diverse fasi logistiche che separano la mucca dal frigorifero di casa e mi resi conto che in mezzo c'era un viaggio di 7000 chilometri. Fui sconvolto da quella che sembrava un'imperdonabile inefficienza, solo per poi scoprire che quasi ogni singola componente della nostra realtà quotidiana è fabbricata secondo questo spreco di valore.
Già nel XV secolo, Cristoforo Colombo, un genovese, aveva fatto ancora meglio, portando in Italia semi di pomodoro invece di veri pomodori, che è quello che succederebbe attualmente. Al giorno d'oggi il possesso sembra prevalere sulle opportunità: è il mondo alla rovescia.
L'Italia in un viaggio allucinogeno
Non c'è nulla da festeggiare. L'Italia consiste in un cumulo arbitrario di regioni geografiche. Così come 150 anni fa, l'Italia ha ben poco della nazione. L'Italia si è addormentata. La maggior parte degli Italiani passa il suo tempo temendo nemici che non si fanno mai vedere: è come se il Paese intero stesse vivendo un viaggio allucinogeno. Intanto, si dimenticano di pensare ai problemi da affrontare oggi. Siamo famosi per essere impetuosi ed emotivi, ma usiamo le nostre energie per combattere le battaglie sbagliate. La nostra capacità di concentrazione si è ridotta a soli cinque minuti, un tempo insufficiente per lavorare su miglioramenti strutturali. La nostra popolazione è troppo anziana e, come se non bastasse, siamo in fallimento. Siamo come Wile Coyote, che non fa altro che precipitarsi in un burrone: continua a correre e cade solo dopo aver guardato verso il basso e aver realizzato di essere sospeso per aria. Wile Coyote è tutti noi, che rifiutiamo di guardare in basso.
"Per molti versi, l'Unione europea e l'Italia sono in una situazione analoga"
Il sistema politico si è fatto così incredibilmente complesso che nessuno può nemmeno comprendere quello che sta succedendo. E lo si mantiene in questo modo perché al crescere della sua complessità, aumentano i soldi che il sistema genera per gli attori coinvolti. Dal punto di vista di un cittadino sono soldi sprecati. Per molti versi, l'Unione europea e l'Italia sono in una situazione analoga. Lo stato nazionale italiano sopravvive perché il suo sistema politico è così complesso che le persone smettono di preoccuparsene. L'UE si basa proprio sullo stesso principio: una volta concepita da intellettuali visionari, gli intrecci della storia di Italia e Unione europea si sono ridotti a un insieme di benefici finanziari a breve termine destinati a un piccolo gruppo di persone.
L'arena politica italiana è un pozzo senza fondo di conflitti d'interesse. I Presidenti delle istituzioni locali sono membri di commissioni bancarie, a loro volta possiedono un paio di aziende e se sono veramente importanti, hanno anche una rete televisiva o due e un intero portfolio di proprietà immobiliari. Di conseguenza, l'intera società italiana è frammischiata. Persino la mafia ha visto le infiltrazioni di funzionari del Governo, così come è vero il contrario: esistono autorità corrotte dalla mafia.
I politici usano parole che gradualmente trasformano il mondo in una vacca da mungere che soddisfi i loro interessi personali, come la questione dell'acqua potabile. Prudentemente, i politici dichiarano: "No, non privatizzeremo la fornitura dell'acqua. Puntiamo solo a selezionare il partner commerciale più adatto nell'erogazione". Ma sono tutte balle: aggiustano solo le loro discutibili iniziative con parole confortanti. Se non facciamo niente per cambiare tutto questo, in Italia la fornitura d'acqua sarà solo un progetto commerciale.
Ma la nostra storia è ricca di idee
Nonostante l'infelice situazione italiana, la nostra storia è ricca di notevoli pietre miliari. Le banche come le conosciamo oggi furono inventate a Genova, così come le assicurazioni, la logistica, la navigazione marittima e il fascismo. Le tre più grandi organizzazioni mafiose del mondo sono italiane. Avevamo le automobili ancora prima degli Americani, e le auto elettriche prima dei Giapponesi. Le idee italiane, sia quelle buone sia quelle cattive, si diffondono come virus. Alla domanda se personalmente sono orgoglioso di essere italiano, rispondo "dipende". Per ora non ho il desiderio di vivere in un altro posto che non sia l'Italia. Qui le persone mi conoscono, mi abbracciano, mi danno pacche sulle spalle, mi parlano. Il mio pubblico è la mia difesa contro le persone con idee politiche o economiche diverse dalle mie. Non ho quasi mai bisogno di pagare i conti, ci sono tassisti che mi offrono un passaggio, ristoratori o la maggior parte dei direttori d'albergo che mi danno un invito. In Italia alla gente piace pensare alle celebrità come a degli amici. Chi sono io per non accettare cortesemente questa ospitalità? Se fossi un politico non la accetterei, ma io non sono un politico. Non devo niente a nessuno. Non ho conti da sistemare. Al giorno d'oggi ogni italiano che si rispetti di quando in quando riceve una pallottola per posta. Me ne sono spedito una, dato che nessuno l'aveva fatto per me...
Una cosa che di sicuro mi rende orgoglioso è vedere un numero sempre maggiore di giovani italiani che sono stufi della ridicola complessità della nostra politica, che capiscono che ci stiamo dirigendo verso il fallimento se le cose rimangono così come sono. Sono orgoglioso della creazione del Movimento Cinque Stelle, un network di grande successo composto da giovani e ambiziosi Italiani uniti in sezioni locali in tutto il Paese. Nonostante tengano incontri regolari e abbiano dato vita a nuovi partiti politici, il Movimento in sé non è un partito. Io non sono il loro leader politico. Sto solo alimentando le loro ambizioni, è come se fossi il loro altoparlante per rivolgersi al mondo, dò loro un palco per far sì che la loro voce possa essere ascoltata. Cerco di ispirarli perché facciano dell'Italia un Paese migliore per i prossimi 150 anni».
Lanciato nel 2005, il blog beppegrillo.it è letto ogni giorno da migliaia di italiani ed è pubblicato anche in inglese e in giapponese.
Vox populi: Beppe Grillo visto da tre italiani
“Grillo è stato uno dei primi a scrivere perché il nostro sistema politico non ha più un senso. Pubblica articoli con i nomi dei parlamentari che sono stati condannati - non sospettati, ma condannati - per diversi crimini, ma che tuttavia riescono a mantenere le loro posizioni in parlamento, perché hanno le spalle coperte. Un paio di anni fa raccolse quattro volte il numero di voti necessari per chiedere un referendum per “ripulire la politica”, mandando via i condannati dal Parlamento, limitando la carriera politica a due mandati, con voto diretto per i candidati. Il referendum non si è mai tenuto. Ma non importa quanto piccolo è e sarà il suo potere politico, noi abbiamo un disperato bisogno delle sue verità sul nostro paese, delle sua capacità di annusare e scoprire gli scandali e prevenzioni. E' triste, non possiamo di certo aspettarci che queste verità vengano fuori dai leader politici”. Alessandro, 34 anni
“Il sistema politico di questo Paese è marcio e a soffrirne è un’intera generazione. Gli italiani tra i 25 e i 40 anni vengono chiamati “bamboccioni”, siamo per la maggior parte senza lavoro e, se non fosse per il supporto delle nostre famiglie, saremmo anche senza un tetto. Ho studiato per diventare un’insegnante, ma da quando mi sono laureata sono cambiate le leggi, e ora non mi è permesso di insegnare, ho bisogno di frequentare l’universtà per altri due anni. Oggi gli insegnanti di lingue non hanno neanche bisogno di sostenere esami nelle lingue che insegnano. Il sistema educativo ci sta preparando ad un’altra generazione perduta perché gli interessi personali dei politici impediscono di prendere decisioni nell’interesse del popolo. Non voterei per il movimento di Beppe Grillo perché trovo troppo estremiste le sue idee, ma in definitiva lui ha ragione nel sostenere che il nostro paese deve cambiare” Simona, 37 anni
“Internet è l’unico metodo per accedere alle informazioni su cosa davvero succede in Italia. I giovani non leggono i giornali perché sanno di non potersi fidare delle notizie. Molti di loro si fidano di ciò che sentono in TV e, se accendete la TV, sentirete dire che Berlusconi sta facendo un ottimo lavoro. Ma indovinate chi è il proprietario del canale televisivo? Berlusconi. Sono pochi gli italiani che riescono a pensare oltre ciò che sentono e vedono. Lo stesso vale per Beppe Grillo. Le sue idee sono popolari, ma molte delle persone che le accettano, non sono in grado di pensare con la propria testa. Copiano e incollano. Per questo temo che l'intero movimento si trasformi in una struttura di potere, finendo per soffocare le buone idee. Berlusconi non è il problema principale dell’Italia. Siamo noi stessi il problema. Siamo una popolazione di eterni adolescenti. Vogliamo possedere cose meravigliose, le migliori, le più belle. Vogliamo di più rispetto a quello che hanno gli altri. E abbiamo bisogno di un “capo” che ci freni, quasi come un genitore, e di essere sempre in disaccordo con lui. Abbiamo bisogno di più capi, noi creiamo i boss e avremo i boss. Ed è difficile biasimarli perché anche loro vogliono le cose più belle, seppure a spese degli altri.” Isaia, 29 anni
Foto: © PHOTOLOGIX.NL/Bruno van den Elshout
Translated from Beppe Grillo: ‘Italy is as little a country now as it was 150 years ago’