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Belgio: la crisi continua

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Francesca Barca

Dopo aversi visto rifiutare le dimissioni da parte del re, il primo ministro belga Yves Leterme deve trovare il modo di far uscire il Paese dalla crisi nella quale si trova. Questo e altro nell’appuntamento settimanale con le ultime notizie da Bruxelles.

La crisi belga

Le dimissioni di Yves Leterme il 14 luglio scorso hanno nuovamente fatto cadere il Belgio in una crisi grave istituzionale. La reazione del re, Alberto II, non si è fatta attendere. Il 17 luglio ha annunciato il suo rifiuto alle dimissioni del Primo Ministro. Quest’ultimo non è stato in grado di ottenere un consenso tra Fiamminghi, che si basavano su considerazioni economiche per fondare la loro autonomia e i Valloni, che non possono accettare una riforma costituzionale di questo tipo. In consiglio di saggi è già stato nominato per trovare un’uscita a questo impasse. Intanto ieri, alla vigilia della Festa Nazionale, il sovrano ha di nuovo invitato il Paese a unione e la tolleranza, perché sono «l'unica via d'uscita» alla crisi.

Corruzione in Bulgaria

Il rapporto dell’Ue sul progresso in Bulgaria che deve essere pubblicato il 23 luglio si annuncia severo. Un rapporto preliminare dell’ufficio di lotta anti-frode dell’Ue (Olaf) ha già svelato che i fondi europei girati per altri scopi. In particolare i programmi PHARE, SAPARD e ISPA, che hanno lo scopo di permettere al Paese di preparare la sua entrata nell’Ue, secondo l’Ue sono gestiti diversamente. Le sovvenzioni, se Sofia non regola la situazione, potrebbero venire bloccate.

Sms meno cari

Dopo il successo della proposta Ue del giugno per abbassare i prezzo delle comunicazioni di telefonia mobile in roaming, Viviane Reding, Commissaria europea per l’informazione e i media, attacca ora il prezzo degli sms. Nel febbraio scorso ha lanciato un ultimatum agli operatori, concedendo tempo fino al 1° luglio per omogeneizzare il prezzo degli Sms. Secondo la GSM Association, mandare un sms dall’estero costa oggi 28 centesimi, contro i 5/10 a livello nazionale. La Reding sta ora preparando una nuova regolamentazione.

Unione per il Mediterraneo o Unione Mediterranea

Anche se ha dovuto fare delle concessioni, Nicolas Sarkozy può vantarsi del primo successo della Presidenza francese dell’Ue: quarantatré capi di Stato e di Governo, d’Africa del nord, Medio Oriente e Europa, hanno dato il via alla nuova Unione per il Mediterraneo. Questi Paesi punteranno a rafforzare la loro collaborazione nella lotta contro l’inquinamento e per la sicurezza e la ricerca di una pace possibile per la situazione mediorientale. L’iniziativa è stata inizialmente criticata perché i ventisette Paesi Ue non erano tutti d’accordo, quando invece toccava grossi fondi europei. Il progetto è stato ribattezzato Unione per il Mediterraneo: un modo per superare il processo di Barcellona del 1995, considerato un mero partenariato politico tra l’Ue e gli Stati del Mediterraneo.

Translated from Politische Sackgasse in Belgien