Bégaudeau: "non chiamatemi intellettuale"
Published on
Translation by:
Piera FiammenghiIl rischio che si corre intervistando per mail uno scrittore francese celebre, è quello di interpretare male il suo pensiero. In questo articolo non scoprirete molto sull'autore di Entre les murs: giusto qualche considerazione critica sui giornalisti. Per il resto, il 30 ottobre uscirà un suo fumetto dedicato all'uomo contemporaneo. Intervista con Francois. Aspettando Bégaudeau.
cafébabel: proprio questi giorni va in scena a Parigi l'opera teatrale Un deux, Un deux, che narra la storia d'amore tra due attori. Crede che rifletta il modo di vivere delle coppie moderne?
François Bégaudeau (FB): Non è questa l'intenzione primaria dell'opera. L'età dei protagonisti non viene svelata nel testo e questo potrebbe confondere le idee degli spettatori. L'opera, al contrario, affronta il tema delle "invarianti" dell'amore: il primo appuntamento, il primo bacio, il romanticismo, il sesso, la fine della relazione e quanto ne deriva. In fondo il testo trae ispirazione sia da Marivaux che da Judd Apatow. L'opera, figlia nel XXI secolo, si fa portavoce di una lingua moderna, espressione concreta del mondo contemporaneo.
« NO, MI DISPIACE »
cafébabel: Uno degli obiettivi dell'opera era di giocare con i cliché. Che impronta comica dà alla vita di coppia?
FB: L'umorismo è parte integrante dell'opera dal momento che se in una coppia c'è intesa, il divertimento non può mancare. Non si vuole fare dell'ironia, quanto invece portare in scena l’idea che nella coppia è insito il germe della comicità. Volente o nolente, la vita dell'autore permea il testo, ma l'opera è il risultato di un'indagine condotta non solo su di me bensì anche su altre persone. All'inizio, ho avuto modo di constatare che i membri di una coppia hanno molto da rivelarsi a vicenda. L'intera opera si basa su questo postulato: l’amore non è il luogo del silenzio, ma della parola. E quando si parla di teatro, questa è una vera fortuna.
cafébabel: Nel fumetto che s'intitola L'uomo occidentale contemporaneo, l'argomento principale è il corteggiamento. Com'è cambiato oggi il modo di corteggiare?
FB: Il titolo non mi entusiasma; dà al fumetto un'aura moderna che non gli appartiene. Non so dove siano finiti i corteggiatori di oggi. Ho un'unica certezza: la maggior parte delle ragazze è sempre meno incline a starsene con le mani in mano ad aspettare il principe azzurro. Tutte le scene del fumetto partono da questa idea: Thomas (l'eroe del fumetto, ndr.) segue un copione classico: sceglie la "preda", la conquista e ci parla per conoscerla meglio. Ma si imbatte in ragazze che infrangono sistematicamente questo schema. Da qui scaturisce la commedia. Infatti, questo fumetto è stato concepito con lo stesso meccanismo che muove i fili della storia in Bip Bip e il Coyote.
cafébabel: Ancora prima dell'uscita, si dice che questo fumetto abbia suscitato un interesse sociale...
FB: "Si dice", avete detto bene. Ma "chi" è che lo dice? Onestamente questi pensieri sono privi di interesse, perché vuoti e labili. Mi dissocio da questa linea di pensiero. Di certo è ben visibile che alcuni ragazzi vanno in brodo di giuggiole davanti al fascino ammaliante delle donne. Ma non credo che questo sia un atteggiamento comune a tutti gli uomini. Ad ogni modo poco interessa. E poi... non perdiamo il filo del discorso: se Thomas temesse il genere femminile, perché mai sprecherebbe il suo tempo a correre dietro alle donne?
cafébabel: Thomas è debole. La sua insicurezza fa scaturire il lato comico nel fumetto. Ritiene che l'uomo di oggi, in quanto tale, sia più debole, meno virile?
FB: Avevate iniziato col piede giusto, ma poi vi siete contraddetti con questa domanda. Per dirla breve: mi conosco bene, così come so che i discorsi generici sulla società non hanno mai catturato la vostra attenzione. Perché quindi mi chiedete di iniziare un discorso generico su alcuni aspetti sociali? No, mi dispiace, non ho intenzione di parlarvi né dell'"uomo", né del "genere maschile".
Ping-Punk INTELLETTUALE
cafébabel: Nel 2013 è uscito anche il suo romanzo autobiografico Deux singes ou ma vie politique, che narra la storia di una conversione. Se da giovane era un punk, qual'è la sua bandiera politica oggi?
FB: Perché siete partiti da un libro per arrivare a questa domanda molto generica? Nel libro provo a fare un'analisi di me stesso che sviluppi tutti questi pensieri: punk ieri, borghese oggi. Illusione poi disillusione. Per me il mondo non è solo o bianco o nero. Tirando le somme, oggi sono rimasto lo stesso ragazzo che ero a 20 anni e credo che il punk-rock sia ancora la massima espressione dell'arte popolare e dell'arte in genere. Non seguo le vicende politiche: è la questione dell'emancipazione che mi interessa.
cafébabel: Il libro ha un atteggiamento critico verso la figura dell'intellettuale. Cosa la infastidisce quando si parla di "intellettuale francese" ?
FB: La presunzione di chi si reputa superiore rispetto agli altri, in fatto di intelligenza. In particolar modo, l'idea che l'intellettuale debba essere responsabile del futuro della società e esserne la mente illuminata.
cafébabel: Ma lei non si ritiene parte dello scenario intellettuale?
FB : Generalmente parlando, sì. Nel senso che per la società sono più un intellettuale che un elettricista. In pratica, no. Prima di tutto perché non dico quasi mai la mia sulle questioni sociali. Nel momento in cui lo faccio è perché nei miei testi mi riferisco a cose ben precise. Deux singes può essere letto come la storia di un uomo che non è diventato un intellettuale francese benché la società l'avesse predestinato ad esserlo. No, non chiamatemi intellettuale; e questa intervista, come molte altre, segue uno schema a me ormai noto: i giornalisti ci fanno domande generiche per farci passare da intellettuali. Come adesso, tutte le vostre domande, a eccezione di quella sul teatro, riguardano aspetti sociali. Che ne direste se parlassimo un po' anche di arte?
Leggere: Mâle Occidental Contemporain, in libreria dal prossimo 30 ottobre;
Vedere: L'opera teatrale Un deux, un deux, scritta con Mélanie Mary in scena al Théâtre de Belleville fino al 1 dicembre;
Translated from Bégaudeau : « Je ne suis pas un intellectuel »