Baku2015: il vento del cambiamento viene dagli "european Games"
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Baku 2015 - One year to go. Inizia il countdown per gli European Games che si terranno dal 12 al 28 giugno 2015. Una grande occasione di marketing territoriale e attrazione di investimenti stranieri per l'Azerbajan che ospiterà l'evento.
"La bandiera dell’Azerbajan riassume passato, presente e futuro del paese: il verde dell’Islam, il rosso con la mezzaluna e la stella dell’impero ottomano, il blu dell’Europa con i suoi valori”, dice Farid appena mi incontra: la guida che mi porta alla scoperta del centro storico di Baku non ha alcun dubbio: il futuro del suo paese è l’Europa. Non a caso proprio nella capitale, nel giugno 2015, si svolgeranno i primi “European Games” della storia. Una grande opportunità per tutto il Paese, ma soprattutto per i giovani.
Azad Rahimov, ministro delle gioventù e dello sport, con gli European Games prende due piccioni con una fava. Da un lato propone l’Azerbajan all’attenzione del mondo come organizzatore di grandi eventi sportivi (un business che frutta cifre da capogiro fra sponsorship, diritti televisivi e tutto l’indotto imprenditoriale che vi ruota attorno). Dall’altro offre alla sua gioventù – il 66% della popolazione azera ha meno di 25 anni e il 32% ha fra i 14 e i 29 anni – l’opportunità di farsi le ossa e acquisire competenze in un contesto internazionale.
“Con questi giochi vogliamo ispirare i nostri giovani", afferma il ministro. "È molto importante per un Paese giovane come il nostro, indipendente da soli 21 anni, occupare questa posizione nel mondo e far parte dell’Europa. Moltissime persone, in particolare i giovani, impareranno e cresceranno molto grazie ai Giochi. Per loro, per il loro futuro, sarà un’esperienza fantastica”.
“Gli European Games a Baku rappresentano per me un’opportunità unica per lavorare e fare esperienza in un ambiente internazionale” afferma invece Shahla Allahyarova, giovane studentessa alla facoltà di Scienze Politiche e Relazioni Internazionali che, oltre a usufruire di studi universitari gratuiti come tutti i giovani azerbajani, è stata recemente assunta come communication assistent nel team di comunicazione di Baku2015. Il suo ingaggio durerà un anno, al termine del quale avrà delle competenze appetibili per il mercato locale e internazionale.
Per centinaia di altri giovani come Shahla si delineano analoghe opportunità di lavoro, che difficilmente ragazzi con la stessa preparazione troverebbero in Italia, in Spagna o in Francia, dove il tasso di disoccupazione dei giovani rimane penosamente alto. “Lavorare per Baku2015 è una grande opportunità di sentirsi protagonisti della storia: gli European Games saranno il più grande evento sportivo che l’Azerbajan abbia mai ospitato!", afferma entusiasta Nigar Eyyubova, 25 anni, Resident Centre Manager del Comitato organizzativo degli European Games. "L’ambiente è stimolante. Sia professionisti di grande esperienza nei giochi che giovani volontari privi di esperienza, lavorando insieme, hanno tutti un ruolo chiave nella riuscita dei giochi”. “Mi sento un privilegiato a poter lavorare per Baku2015", ricalca Pirim Pirimov, 21 anni, Press Operations Specialist del Comitato organizzativo degli European Games. "Il team internazionale, l’atmosfera innovativa e l’eccitazione che aleggia fra noi sono una grande occasione di crescita umana e professionale”.
E il programma di reclutamento volontari, che si basa su una piattaforma telematica sul sito www.baku2015.org (sezione “volunteer”), a partire dal mese prossimo inizierà ad arruolare giovani che saranno seguiti da un coach.
Inoltre, al momento ci sono più di 100 opportunità di lavoro retribuito full time in settori che spaziano dalla tecnologia alla gestione di eventi, dai trasporti ai servizi di traduzione e interpretariato, dall’assegnazione delle accomodation alla gestione delle risorse umane, dal marketing al project management. Ed é innegabile che Ii numero di posti di lavoro già creati, a un anno dall’inizio dei giochi, sia di tutto rispetto:
“Il mio staff è attualmente composto da circa 500 persone, di cui il 55% sono locali. Il mio obiettivo è far aumentare questa percentuale”, afferma Simon Clegg, chief operating officer di Baku2015. L’altro 45% sono expats, prevalentemente inglesi o comunque anglofoni. Sono stati chiamati a Baku2015 perché si sono fatti le ossa nelle agenzie di comunicazione ingaggiate per le Olimpiadi di Londra2012, al cui modello si stanno ispirando gli European Games.
"Giovani, carini e… occupati", parafrasando il film di Ben Stiller del 1994. Quasi tutti under 30. Non ci hanno pensato su due volte di fronte alla prospettiva di trasferirsi per un anno a Baku: “È un paese giovane, dinamico e in crescita costante. È eccitante vivere in un luogo in cui i cambiamenti sono così rapidi e nuove iniziative prendono continuamente forma”, mi racconta un giovane dipendente del BEGOC proveniente da Londra, di padre irlandese e madre italiana, che ha appena iniziato la sua avventura a Baku.
Il vento del cambiamento si percepisce anche solo percorrendo la città in lungo e in largo: decine e decine di cantieri di cui si vedono i progressi giorno dopo giorno. Grattacieli, centri commerciali, abitazioni, uffici e strutture sportive si innalzano rapidamente sotto gli occhi dei cittadini.
Il modello di crescita di Baku, l’edonismo della vita cittadina, i locali alla moda, l’atmosfera spensierata, lo skyline di grattacieli, fra cui emergono le Flame Tower, potrebbero ricordare Dubai. Ma questo parallelismo, che vari giornalisti hanno fatto in passato, viene negato da Alex Corp, account director della società JTA, londinese di origine e che ogni mese viene a lavorare qualche giorno a Baku alcuni per l’organizzazione dei giochi: “A mio parere le due città non sono comparabili: il modello dell’emirato arabo è più superficiale, tutto pare effimero e votato al lusso. La crescita di Baku invece è basata sulla sostanza, qui ci sono presupposti solidi e i giovani sono i primi a godere delle opportunità legate a questa crescita vertiginosa”.
Una crescita davvero rapida, come il vento che soffia costantemente a Baku. Non a caso, il nome della capitale azerbajana deriva dalla parola Badu-kube (“città dove soffia il vento”): con gli European Games sta soffiando ancora più forte.