Babelconcorso dell'anno first round, ecco i vincitori!
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Eccoci, babelici traduttori, versatili dalle mille risorse. Dopo i vari vortici di sfiga nei quali la zia Annarée è affondata, sono tornata agguerrita per comunicarvi i risultati di questo primo round.
Al 3° posto si piazza la mitica Anna Narcisi, ora pure stagista distanzievole, che ha indovinato due proverbi in varesotto e ha capito il senso del terzo, ottenendo così ben 12 punti:
1) "Meglio morire un po' cattivo che del tutto fesso": Bon bon, ma minga cujun
2) "Siamo fregati": Sem a post
3) "Hai trovato pane per i tuoi denti" Anna si becca la mia foto dell'orrore, povera lei! Ma almeno avrà di che tirarsi su il morale...
Al 2° posto Daniele "olè" Calisti, ovvero meglio un marchigiano traduttore che un traduttore professionista! L'esimio Danieluzzo ha indovinato il senso di tutto e trovato i seguenti corrispondenti in marchigiano:
1) Solo il significato italiano
2) Stimo cumme lu porcu su la spianatora: un proverbio che parla da sé. Ed eccone l'interessante spiegazione: Dicesi SPIANATORA, la tavola grande e rettangolare che si usa per spalmare la polenta. Ora, un analogo attrezzo ligneo è utilizzato come supporto inclinato dove, nel rito di uccisione del maiale, ques'ultimo viene adagiato a testa in giù dopo essere stato completamente legato. Mentre tutti tirano corde, l'esperto procede all'esecuzione del povero animale con coltellaccio affilato dopo aver disinfettato l'area della giugulare con acqua bollente. Inspiegabilmente, quando viene messo a testa in giù legato, prima che alcuno si avvicini, il maiale inizia ad urlare peggio che quando l'orrendo rito viene consumato.
3) E qui Olè Calisti ha dato il meglio di sé, trovando ben tre corrispondenti: Ha ddà vinì bbaffò (verrà l'uomo coi grandi baffi) Vàrda che mo rléi! (Vedi un po' che tra poco riscuoti... detto in genere dalle mamme prima che l'ultima goccia faccia traboccare il vaso e arrivino le tronitruanti sane mazzate) Curri curri che domà me tté fumo! spiegazione: Nonno raccontava che tale Pino de (non ricordo il patronimico, penso Pino de la Carlona, cmq), soleva rullare le sigarette con le pagine del corriere adriatico tagliate in striscioline. Ora il corriere adriatico, come moltissimi organi di stampa locali, abbonda di cronaca nera locale (ammazzamenti e incidenti vari). Un giorno, alla guida della sua epica 127 che non faceva mai più dei 60, fu superato da una moto roboante. Tale pino, sghignazzando, pare abbia sibilato la suddetta frase.
Per Daniele la compilation "La llorona" di Lhasa, tanto per tirarsi su il morale nelle bianche giornate londinesi.
E al 1° posto, il podio di questo primo babelico round se l'aggiudica la sempremitica "singolare" (a sua detta) Michela Zanotti, che ha azzeccato tutto: significati, proverbi, e chi più ne ha più ne metta! Se avesse potuto avrebbe inventato e divulgato lei proverbi sempre nuovi. Merita complimenti viverrimi anche perché essendo il veneto la sua Mater Favella ha dovuto ricercare i corrispettivi nella langue furlane, ben diversa, come saprete, da italiano e veneto. Eccovi le sue risposte:
1) Mior murì da cojon che no jesi mase boins; 1bis: A l'è mior murî da cojon che no jesi mase brâs; 1tris: Mior une zornade di lof che no cent di piores (la più raffinata)
2) I sin dal gjat;
3) Tu âs proprit cjatât chel dal formadi
Per "singolare" Micheluzza, un bel liberculo che le consegnerò personalmente (vista la vicinanza geografica), "Bartleby lo scrivano" di Melville, quello della Balena Bianca.
Menzione speciale per Agnese Gaia, che ha allietato le mie orecchie con musicalità deandreesche quali meggiu n'asen vivu ch'an miedegu mortu, corrispondente del primo proverbio. E a Daniele Sarcletti, il trentino dal cuore a oriente, dove ha scovato il proverbio cinese mao ku laoshu, e significa proprio "il gatto chi piange il topo morto o versare lacrime di coccodrillo" (mi sfugge il collegamento con "semo del gato", ma complimenti per la ricerca orientale!).
A presto per nuovi giuochi e sollazzi! laziaAnnarée :)