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Babel Ackademy: quaranta giornalisti europei all’isola Polvese

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Monika Oelz

inside cafébabel

Roma. Aeroporto di Fiumicino. Uscita del terminal C. Almeno trenta gradi. Quaranta giovani che chiacchierano come adolescenti ammassati fuori dal portone alla prima uscita in discoteca per quindicenni attorniati da un circolo di bagagli e trolley. Che siano un gruppo di fan motorizzati di Ricky Martin? O i pupilli di qualche partito politico che preparano l’imboscata della nuova stagione?

O una confraternita di scout nostalgici senza programmi per le vacanze? Per ora aspettano l’autobus che li condurrà all’Isola Polvese, lembo di terra sperduta in mezzo al lago Trasimeno, cuore dell’Umbria.

Giovani, giornalisti ed imprenditori

viola

Sono i pionieri dell’avventura giornalistica del Ventunesimo secolo, il cui obiettivo è far trionfare una stampa transnazionale, superando gli attempati modelli del giornalismo nazionale: il più vecchio di loro non ha più di trent’anni. Rappresentano ben 19 paesi europei e ridono e scherzano in una lingua che non è pura, non brilla e non è incontaminata, che non è né di Sheakespeare, né di Dante né di Molière, ma che costoro avrebbero ben volentieri condiviso, insieme a Cervantes, Camões o Kafka. Viola, l’italiana, che ha scelto l’idillica destinazione verso la quale si stanno dirigendo, è quella che – per uno scherzo del destino – è senza valigie. Rimaste in un Boeing della Kuwait Airwaiys in viaggio verso Dubai. Più tardi, una volta sistematasi in camera, qualcuno le porterà, in un tacito contrabbando amicale, pantaloni puliti, gonne, magliette e accessori da bagno, per andare avanti e dimenticarsi delle limitazioni con le quali il caso mette alla prova i viaggiatori del mondo globalizzato.

Moscerini e lavoro

La babel Ackademy – l’accademia di giornalismo europeo del portale europeo cafebabel.com – è appena stata inaugurata e, come è tradizione in questa organizzazione nata nel 2001, il suo funzionamento ed equilibrio ha qualcosa di misterioso, una mano invisibile che tutto risolve a colpi di teatro ad ogni cambio di scena. «Fernando, sono in India ed ho da due giorni una diarrea fortissima, stavolta proprio non ce la faccio a mandarti la traduzione in tempo»: questo è solo un esempio di quello che può succedere ad un’ora dalla pubblicazione di un qualsiasi articolo un qualsiasi giorno.

Però questo gruppo di escursionisti apparenti non è qui per «succhiarsi il cazzo» (“Well, let's not start sucking each other's dicks just yet”, da Pulp Fiction). In un isolamento quasi scientifico popolato solamente da sciami di moscerini, si preparano diventare coloro che tireranno le orecchie ai politici europei. L’obiettivo è che l’opinione pubblica europea sia l’attore principale delle elezioni europee del giugno 2009, con le quali si chiuderà il ciclo politico che sta iniziando adesso. Quest’isolamento è solo un’esigenza temporanea, perchè «cafebabel.com non è una sfera chiusa», puntualizza Julien Bidoret, risponsabile di Oxys, la società che sviluppa la parte web della rivista e la comunità di cafebabel.com «devono rimanere in connessione costante col resto della blogosfera e della rete in generale». Un cuore disposto a superare la capacità delle sue stesse sistole e diastole, per alimentarsi ed alimentare un nuovo giornalismo, sino all’ultimo capillare della redazione più remota dell’ultimo confine d’Europa.

Babel Ac 3Una strategia per il 2009: meno fantasie sessuali e più Just do it

In programma? Ee Campaign On the Ground e Eudebate2009.eu. «È finito il giornalismo 1.0! Adesso, il giornalismo 2.0 significa che anche quando un articolo viene pubblicato, lo stesso articolo continua a completarsi», ripete spesso Adriano Farano, direttore della pubblicazione. È giunto il momento di parlare delle strategie concrete. E, ovviamente, nulla si salva. «Cafebabel.com è stata sino ad ora una struttura troppo piramidale ed il lavoro collaborativo della sua rete di volontari dev’essere più orizzontale» è il commento ricorrente durante le sessioni. «Meno Komintern, meno soviet e più Just do it!».

E che fare con i giochetti tecnologici che abbiamo a disposizione? «Vogliamo poter fare sondaggio d’opinione nei blog! Vogliamo poter contattare le persone dietro i profili! Vogliamo un piano!... Appena sarà pronta la nuova interfaccia per i blog, carrellate di video, gallerie di foto interattive… e meno errori 500!».

«Però dai», constata Adriano Farano, «che con la tecnologia è come quando ci montiamo in testa fantasie sessuali , ci immaginiamo tutto perfettamente per poi dover accettare che la realtà non è mai perfetta!» Infatti così è: 40 giornalisti che lavorano insieme e nemmeno una misera connessione Wi-Fi!

Babel Ac 1

Text: Fernando Navarro

Traducione: Irene Fumagalli

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