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Au revoir Parco d'Orleans

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Palermo

Nata nel 1955 e dedicata ai bambini, l'avventura dell'unico parco ornitologico siciliano sembra arrivata al capolinea. Secondo la Regione costa troppo, ma i Gestori si oppongono e parte la petizione online. Tu da che parte stai? Fotoracconto.

Addio Parco d'Orleans, o meglio quello zoo cittadino con cui molti palermitani sono cresciuti. Dallo scorso 9 febbraio è iniziato il trasferimento degli animali, tra cui diverse specie di uccelli che ne hanno fatto storicamente il terzo parco ornitologico d'Europa. Uno svuotamento graduale delle gabbie in compatibilità con le esigenze degli animali, rispettandone i periodi di riproduzione, per il parco nato più di 60 anni fa per volere della Regione e dell'ornitologo Salvatore Lauricella.

Il giardino, al quale erano stati destinati 46 ettari di terreno complessivo, era aperto gratuitamente al pubblico, a patto che l'adulto fosse sempre accompagnato da un bambino. I bambini così potevano ammirare uccelli anche esotici, e nel corso degli anni lupi, koala, dingo, pantere ed altre specie rare, giocando lungo i viali del giardino e ripararandosi all'ombra dei giganteschi Ficus Magnolodies.

Invece ad oggi hanno già lasciato il Parco d'Orleans i pesci, i fagiani, le anatre e i pappagalli. Alla base della decisione, la necessità individuata dal presidente della Regione, Rosario Crocetta di abbattare i costi destinati al sostentamento della struttura.

A 60 anni dalla sua nascita, le parti che avevano favorito l'apertura di questo radioso giardino sono ora una contro l'altra. Tredici anni fa alla gestione del Parco è subentrato Nicola Lauricella figlio del fondatore Salvatore, il quale è assolutamente contrario allo sfratto degli animali, tanto da promuovere una raccolta di  firme sul popolare sito di petizioni change.org.

In un articolo intitolato "Non facciamo chiudere l'unico parco ornitologico siciliano donato ai bambini nel 1955", Change.org espone le ragioni di Crocetta, secondo cui tenere in affitto 1171 animali rari è uno spreco da razionalizzare, un provvedimento anti-casta.

Il sito ospita anche la replica di Lauricella: «Altro che spreco: questo parco costa meno di un funzionario della Regione, poco meno di 300 mila euro l'anno, con cui però noi paghiamo gli stipendi a sette persone, diamo da mangiare a circa 1400 animali (141 sono della Regione e 72 affidati alla ditta in custodia giudiziale) e paghiamo i veterinari. Poco meno di 300mila euro l'anno servono, di fatto, a mantenere il terzo parco ornitologico d'Europa».

Seguiremo eventuali sviluppi della vicenda, ma un commento sulla situazione del verde pubblico in città è doverosa: alle spalle del Parco d'Orleans si estendeva un'ampia zona demaniale dove sono sorti il Parcheggio Basile (non una cattedrale nel deserto, ma certamente uno spazio non sfruttato ancora in tutte le sue potenzialità) e il Parco Ninni Cassarà.

Quest'ultimo, inaugurato a fine 2011, è chiuso dal 2014 per accertata presenza di amianto nel sottosuolo. In queste settimane è chiuso un altro polmone verde della città, il parco di Villa Malfitano, per non meglio identificate ragioni di sicurezza.

Il Parco della Favorita sarà interessato nelle prossime tre settimane da lavori di riqualificazione, ma ampie sono le zone nel degrado, e non è mai decollato un credibile progetto di riqualificazione anche per un altro polmone verde della città, quello dove potrebbe esistere un Parco dell'Oreto.

Nelle scorse settimane ci siamo occupati dell'Orto Botanico: buone le condizioni generali, ma durante visite successive l'incuria negli degli spazi verdi risulta purtoppo in aumento. Buone notizie, invece, arrivano da Villa Trabia, dove procede la riqualificazione dell'ex foresteria, che entro l'estate potrebbe diventare un luogo di aggregazione giovanile e culturale affidato al circolo Arci Palermo Youth Centre.