Attentati a Bruxelles: la metro di Maelbeek, un mese dopo
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Riccardo SantiniA poco più di un mese dagli attentati di Bruxelles riapre la stazione della metropolitana di Maelbeek. Pochi i presenti all'appuntamento, giornalisti a parte.
La prima metro è passata ieri mattina poco dopo le 5:30 dalla stazione di Maelbeek, nel cuore del quartiere europeo di Bruxelles. Dopo più di trenta giorni, la stazione in cui è rimbombata l’esplosione che ha ucciso 16 persone e causato più di un centinaio di feriti è stata riaperta al pubblico. Ma alle 6, dopo che le telecamere hanno ottenuto il permesso di riprendere e in presenza della portavoce della STIB (la società dei trasporti intercomunale di Bruxelles), sui binari all’uscita della metro c’erano molti più giornalisti che passeggeri. I media belgi, francesi, inglesi e spagnoli erano venuti per seguire l’evento.
La riapertura della stazione, tra le altre cose, coincideva con la ripresa del traffico regolare nella rete della metropolitana della capitale belga, che aveva smesso di circolare a pieno regime a seguito degli attentati. Da lunedì tutto è tornato alla normalità, con ritmi ed orari abituali.
"We are strong, we are united, we are Belgium"
Tuttavia non è facile dimenticare l’attacco del 22 marzo prendendo la metro a Maelbeek. La presenza della polizia e dei militari è effettivamente tangibile, soprattutto il giorno della riapertura. I fiori lasciati davanti alla stazione dopo gli attentati sono ancora intatti.
All'interno è stato affisso un pannello bianco dove molti lasciano i propri messaggi di solidarietà alle vittime e alle loro famiglie, ma anche alla società belga. "Prenditi cura della vita che ci circonda", "We are strong, we are united, we are Belgium", "Je suis Bruxelles", questi quello che vi si può leggere. O ancora, da parte del servizio di aiuto alle vittime: "Il cuore dell’umanità batte qui". Questo pannello è stato posizionato ben in evidenza nella stazione, affinché possa essere visto da tutti. «L’ho letto, ho guardato tutto e ciò che mi ha colpito di più è stato un messaggio dove c’è scritto "È l’amore che vince", ed è ciò che penso anch’io», afferma Tomaso, uno stagista che lavora nel quartiere europeo.
Nonostante il traffico si faccia più intenso verso le 8, ed aumenti ancora dopo, sembra che l’affluenza sia più bassa del solito. La riapertura non è stata molto pubblicizzata, forse per ragioni di sicurezza. Tomaso, d’altronde, ci confida: «Sono rimasto un po’ sorpreso, avevo dimenticato che avrebbero riaperto la stazione della metro». D’altra parte forse c’è ancora un certo timore o un po’ di apprensione. «Credo che ci siano diverse persone che scendono ad Arts-Loi (la stazione successiva, sulla stessa linea di Maelbeek, n.d.r.). Anch’io ho esitato a scendere a Maelbeek, perché fa un certo effetto rivedere tutto ciò», ci dice Céline all'uscita della metro.
Tuttavia ci sono anche dei curiosi che sono venuti apposta per questo giorno. Una di essi è Solène, studentessa di ostetricia: «Sono venuta per riflettere, ho messo un fiore e ho scritto delle parole a sostegno delle famiglie, delle persone che sono morte, di quelle che sono sopravvissute. Penso che in molti abbiano fatto come me: passare qui per dare importanza alle persone».
"Non ci si deve pensare, la vita va avanti"
L'atmosfera in stazione dei pendolari presenti era senza dubbio commossa, ma allo stesso tempo pragmatica. La commozione, da una parte, in memoria delle vittime, delle immagini e del clima che si è respirato in città dopo gli attentati. Come per Pietro, ex traduttore per la Commissione Europea, oggi in pensione, «penso a tutto quello che è successo, penso ai fiori lasciati, che ho già visto e spero che non accada più». «Fa venire i brividi, un sentimento di tristezza, quindi sono passata velocemente per lasciare questo luogo il prima possibile», aggiunge Vanessa, funzionaria della Commissione Europea.
Dall'altra parte ci sono quei pendolari che hanno voglia di andare avanti. La maggior parte delle persone in uscita dalla metro non dimostra avere l’aria particolarmente toccata o sorpresa, affrettandosi verso il proprio luogo di lavoro. E le poche persone che hanno detto la loro si sono dimostrate pragmatiche. Come Patrick, a cui «questa situazione fa uno strano effetto, ma non ci si deve pensare, la vita va avanti».
Dopo gli avvenimenti delle ultime settimane, la riapertura della stazione sembrava tuttavia aneddotica. Anche se i segni degli attentati resteranno per un po’ di tempo a Maelbeek, probabilmente essi non influenzeranno la vita quotidiana degli abitanti. La presenza della polizia non stupisce particolarmente, la gente inizia ad abituarcisi. E la vita riprenderà normalmente nelle prossime settimane, con tutta probabilità.
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Pubblicato dalla redazione locale di cafébabel Bruxelles.
Translated from Bruxelles : la station Maelbeek, le mois d'après