Àsgeir: la celebrità ha un nome
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Piera FiammenghiNome: Ásgeir. Età: 21 anni. Segni particolari: è l'artista islandese più celebre di tutti i tempi. Tutto ha avuto inizio quando la vita gli ha riservato una seconda possibilità.
Corre l'anno 2007 e a Ostrava, nella Repubblica Ceca, durante i campionati mondiali giovanili, Ásgeir Einarsson lancia il giavellotto oltre i 60 metri. Un buon risultato che però non basta al giovane campione islandese della categoria allievi per aggiudicarsi il podio. Sarà l'ultima competizione della sua vita in veste da atleta. La carriera professionale di Ásgeir, iniziata nel 2006, si conclude infatti solo 4 anni dopo, quando il suo fisico – messo a dura prova – cede. Non deve stupire quindi, se il giovane inizia a dedicare anima e corpo alla chitarra: lo strumento musicale che esprime meglio la sua intimità. Scrive, compone, arrangia e nel 2012, anno di pubblicazione del suo primo album, diventa il musicista più celebrato di tutti i tempi in Islanda, offuscando la fama di ogni altro artista che lo ha preceduto.
In mezzo al nulla
L'inizio della storia di Ásgeir potrebbe quindi essere ricondotto a un evento doloroso, ma, per dirla tutta, l'artista da record, vincitore di 4 premi all'Icelandic Music Awards, ha sempre avuto un "piano b" in tasca. "Suono la chitarra da quando avevo 6 anni. Alla stessa età ho iniziato a fare sport. Ho sempre detto che, se con il giavellotto non fosse andata bene, mi sarei potuto rifare con la musica, o viceversa", confessa Ásgeir con voce sommessa mentre tiene lo sguardo basso, seduto comodamente su una sedia di vimini di un'elegante brasserie parigina. Sembra quasi volersi scusare per non aver avuto troppe pretese per la sua carriera e sembra comunicarci il suo timore di essere visto come un ragazzo di successo, ma sfacciato, di 21 anni. Cionnonostante, a pochi giorni dall'uscita del celebre album In the Silence, il giovane non è ancora consapevole di ciò che gli sta accadendo. "Il successo mi ha travolto come un fiume in piena. Non ho avuto il tempo di rendermene conto. Al tempo stesso sono un ragazzo che non si aspetta troppo dalla vita. Così non corro il rischio di rimanerci male se qualcosa va storto".
Vivere in Islanda significa vivere isolati dal mondo: è questa la sensazione che trasmette In the Silence, un disco che rimanda all'immagine di luoghi desolati. Se ascoltando le 10 canzoni dell'album vi sentite mancare la terra sotto ai piedi, se avvertite il calore delle melodie e se le parole riescono a proiettarvi in un universo di solitudine, è perché sono state scritte in mezzo al nulla. In piena ascensione emozionale, dai 10 ai 16 anni, Ásgeir vive in un paesino di 40 anime, abitato principalmente da anziani. "Ero quasi sempre solo e passavo le mie giornate a suonare", racconta. In un'atmosfera apocalittica, l'adolescente si annoia a morte divertendosi ogni tanto a tirare il giavellotto. "Fortunatamente andavo a scuola in una città vicina. Avevo i miei amici e stavo sempre con loro. In poco tempo, abbiamo creato un gruppo grunge: i Wild Berry", dice, mentre fa l'occhiolino al suo collega chitarrista che si è appena avvicinato.
La magia dell'ebbrezza
Con la valigia sempre pronta per partire, Ásgeir si trasferisce nella capitale Reykjavik. "È stata una bella sfida per una persona come me che viene da un angolo di mondo sperduto", confessa. Il suono della sirena di un'ambulanza interrompe per un attimo il suo discorso. Poi riprende: "Ci ho messo 2 anni ad abituarmi allo stress; ancora oggi ritorno nel mio paesino almeno una volta a settimana per ritrovare me stesso". In the silence non è nato in mezzo al caos, ma in un'atmosfera bucolica. Figlio di un'insegnante di musica e di un fisarmonicista, Ásgeir ha affidato la scrittura dei testi a suo padre, settantaduenne, autore di 7 brani su 10 dell'intero disco. "Mio padre è un poeta – confessa mentre fuma– e scrive testi da 16 anni; prima ne ha passati 50 a insegnare l'islandese. Non potevo trovare di meglio". Il successo della versione originale islandese di In The Silence (titolo in islandese: Dýrð í dauðaþögn, ndr.) è dovuto al fatto che l'artista mette in musica il suo mondo. "Il tempo, la natura, l'autunno, l'inverno, l'estate… ", elenca. Per la stesura della versione inglese però, Ásgeir si è affidato a John Grant, un acclamato compositore americano che vive in Islanda da quando ha pubblicato il suo secondo disco solista, Pale Green Ghost. "Avevo già registrato l'album, ma in un inglese pessimo. Un amico mi ha parlato di John. Non lo conoscevo, ma ho ascoltato qualcosa e mi ha subito colpito. Quando l'ho contattato per chiedergli di aiutarmi, ha accettato senza esitare". Grant ha fatto un ottimo lavoro rispettando la profondità dei testi della versione originale.
La Ásgeir Trausti Band ha girato il mondo con un'altra formazione islandese: Of Monsters and Men. "Ritornare sul palco è stato magico, soprattutto all'Olympia di Parigi". Oggi, grazie al fatto che 1 islandese su 10 ascolta le sue canzoni, il primo e celebre singolo in lingua inglese, King and Cross, è già in vetta alle classifiche in Danimarca. Vista l'eccellente qualità del disco, tutto lascia intendere che Ásgeir Einarsson lo lascerà volare, come il suo giavellotto, ben oltre i 60 metri.
Ásgeir sarà in concerto alla Flèche d'Or, a Parigi, il prossimo 15 novembre 2014
In the silence, sarà disponibile dal 27 gennaio 2014 (Because)
Translated from Ásgeir : voyage à la gloire du nord