Apocalypse now: istantanee da un mondo sull'orlo della fine
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L’apocalisse è vicina. Tutti ne temono le conseguenze eppure nessuno ne ha immaginato l’arrivo. Come finirà il mondo? Un meteorite si abbatterà sulla terra, come nel più melanconico delirio cinematografico? Un maremoto? Facebook che diventa a pagamento? E se l’apocalisse fosse già in mezzo a noi e, troppo occupati a taggarci su FourSquare, non ce ne fossimo accorti?
Analisi dell’apocalisse quotidiana, per allenarsi alla fine del mondo.
L’apocalisse è già arrivata? Mentre c'è chi fa il conto alla rovescia per la fatidica data della profezia, il mondo ci lancia segnali evidenti di una fine già in corso.
È la stampa, baby
Hanno beffato, nel peggiore dei modi, la fine del mondo. Semplicemente, sono morti prima. L’ultimo ad aggiungersi alla lunga schiera dei media deceduti è Owni, pioniere dell’informazione francese on-line e del data journalism. In Italia, almeno 70 giornali sono a rischio chiusura, nonostante, secondo il guitto nazionale, non sia una gran perdita. In Spagna, una mail ha mandato a casa 129 redattori del Paìs mentre l’arresto del giornalista greco per la cosiddetta lista Lagarde e il trambusto del caso Sallusti hanno rimesso in discussione i diritti del giornalista.
Per combattere il nemico, sembra sia necessario conoscerlo. O almeno dargli un nome. Dopo la chiusura dell’edizione tedesca del Financial Times, in Germania hanno coniato la parola “Zeitungssterben”, ossia “la morte dei giornali”. Il neologismo non ha fermato, tuttavia, quella che è una vera e propria epidemia: der Freitag naviga in cattive acque ed è probabile che nel 2013 i francesi non potranno andarsene in giro con una copia di Libésotto il braccio. Che l’approvazione della legge per l’equo compenso per i freelance in Italia ci stia dicendo che presto non ci saranno più redazioni?
Austerity in UE
In Italia, tutto è cominciato con la grande illusione del governo tecnico, decollato in pompa magna per poi infrangersi contro la muraglia impietosa dell’austerità. Crisi. In queste cinque lettere si nasconde l’apocalisse moderna, che si traduce in tutti i paesi con una sola parola: precarietà. "Indignatevi", aveva gridato dalle pagine del suo libro Stéphane Hessel, invito raccolto dagli indignados spagnoli che il 15 maggio e il 25 settembre hanno occupato Puerta del Sol e dai greci che hanno travolto piazza Syntagma lo scorso ottobre.
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C’è chi la domanda sulle cause della crisi se l’è fatta in tutte le lingue d’Europa. E, non trovando risposta, neppure inviando una lettera al Ministro, si è deciso a lasciare il paese prima della fine del mondo per trasformarsi in cervello in fuga. Con almeno una lingua straniera in tasca per non divenire un cervello incompreso. E dopo essersi assicurato di avere un cervello, per non essere solo uno stomaco in fuga. Un’alternativa campanilista l’aveva data a suo tempo il ministro Fornero. "Don’t be choosy", perché, qualsiasi cosa ci riservino le elezioni politiche in Italia, sembra sia stato scientificamente provato che l’esemplare choosy della specie umana non resisterà alla prossima spending review.
Sodoma e Gomorra
La sedicente apertura del papa alla modernità non va al di là di un account su twitter
Per molti, un chiaro segno che l’Apocalisse è vicina è stato il solo accennare al matrimonio per tutti. Il 2012 ha assistito al ritorno dello spettro dell’omofobia, accompagnato dal tetro corteo di suicidi, violenze e squallidi insulti. I cattolici integralisti che hanno aggredito le attiviste ucraine Femensi sono figurati l’apocalisse come una pioggia di fuoco che cancelli la novella Sodoma. La campagna di Act Up Paris non è bastata a rassicurare i militanti omofobi che la legalizzazione del matrimonio gay non scatenerà l'ira funesta di Dio. E la sedicente apertura del papa alla modernità non sembra andare al di là di un account su twitter.
Per sopravvivere all’avanzata dell’omofobia, un video creato dai gay statunitensi ha fatto tremar le vene ai polsi ai fieri maschi etero. Tuttavia, sempre in America, NationforMarriage ha già raccolto quasi 80.000 dollari contro gli incauti che vogliono "imporre il matrimonio per i gay a tutto il paese". E nella vecchia Europa, nonostante la Spagna abbia ormai ratificato il matrimonio gay e la Francia è sulla buona strada per arrivarci, l’Italia continua a mostrare il suo lato peggiore in tema di diritti umani.
Second Life
Hai avuto il coraggio di fare un figlio? Documentarlo, dall'ecografia al primo dente, equivale a compilare l'atto di nascita
Sopravvivere IRL (In Real Life, ndr), insomma, non è mai stato così difficile. Naturale, quindi, che bighellonare di profilo in profilo su facebook sia più appagante. Controllare l’andamento della propria vita virtuale è una tentazione a cui il 42% delle persone non è in grado di resistere, secondo l’Università di Chicago. In tempi di crisi, hai avuto il coraggio di fare un figlio? Documentarlo, dall'ecografia al primo dente, equivale a compilare l'atto di nascita. Soprattutto se l’hai chiamato “hashtag”. E, per mettersi la coscienza a posto, un paio di like e la firma a una petizione bastano per diventare un perfetto “slacktivist”, una delle probabili figure del 2012, secondo Forbes.
Per fare fronte alla bulimia del popolo della rete, a New York, si erano inventati la diaspora anti-facebook. Intanto, per sopravvivere al caricamento selvaggio di foto di pannolini e tutine, un programma è in grado di identificare e oscurare le foto dei minori di 24 mesi. Ancora niente sul fronte foto vacanza. Tuttavia, secondo l'ultimo rapporto Istat, quasi la metà degli italiani non sarà in grado di andare in ferie nemmeno per una settimana. Nel 2013, la crisi ci risparmierà almeno nella vita virtuale. Forse.
The End...?
Qualora la vera apocalisse vorrà salvarci dalle miserie quotidiane e abbattersi su di noi, sempre dal web 2.0 arriva, in ogni caso, la possibilità di sopravvivere alla morte stessa e mandare ai posteri un ultimo saluto. E i nostri consigli per un mondo migliore.
Foto: copertina © Giampaolo Macorig/flickr; nel testo Financial Times Deutschland © lahnblog.de; Act Up Paris © pagina facebook Act Up Paris; Femen © Joseph_Paris/flickr; If I Die © screenshot ifidie.net. Video: IfIDieApp/YouTube.