Annett Louisan: voulez vous imparare il tedesco avec moi?
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Alba FortiniAutentica e non solo con un look diverso, Annett Louisan (31 anni) nel corso degli anni è diventata mora ed è anche cresciuta. Per la prima volta live a Parigi, la canzonettista tedesca fa finta di essere un’ambasciatrice delle relazioni franco-tedesche.
«Farà il pienone», dice un organizzatore e corre come morso da una tarantola da una parte all’altra del New Morning, un jazz club aperto nel 1981 a Château d’Eau, il quartiere multiculturale di Parigi. È qui che il 20 gennaio la cantante tedesca Annett Louisan fa il suo debutto a Parigi. Una sorpresa! «Fuori ci sono più di quattrocento persone in fila per il concerto», replica l’organizzatore dell’evento, Harald Schmidt, membro dell’organizzazione giovanile franco-tedesca (OFAJ). Emozionato e un po’ fiero, sparisce in direzione del guardaroba all’entrata. Sul palco il contrabbassista è già in attesa.
La Louisian segue tranquilla la conferenza stampa ufficiale della settimana franco-tedesca ed il Meet&Greet, in alcuni momenti grigio, fra il Ministro dell’Istruzione, Luc Chatel («Se i nostri Paesi hanno gli stessi obiettivi, possiamo fare grandi cose»), l’ambasciatore tedesco a Parigi ed altri invitati tesi. La più francese delle cantanti tedesche nel 2010 si trova per la prima volta a Parigi per un concerto ed è quasi un’ambasciatrice dei rapporti da buoni vicini alla base del motore europeo, che in questa settimana, col quarantasettesimo anniversario del Trattato dell’Eliseo, riceve una bella benedizione extra.
«Da bambina sognavo sempre Parigi e il suo romanticismo»
Con una buona dose di ritardo e la voce di un’imperatrice infantile rivela quanto sia orgogliosa di cantare per la prima volta a Parigi. Vero o no, crediamo agli occhioni a mandorla: «È ancora quasi incredibile. Sono nata in Germania est [Havelberg] e da bambina sognavo sempre Parigi, dove si sviluppa un romanticismo grandissimo, soprattutto attraverso i vecchi film. La prima volta che sono venuta qua avevo sedici anni ed ero con mia nonna», Louisan, che ha regalato il nome d’arte ad Annett Päge. «Mi ha cambiata molto, credo che in Europa non ci sia nessuna città in cui si flirti di più.»
Detto e fatto, Annett Louisan durante la serata si mette di gran impegno, flirtante al cento per cento: la cantante sa come combinare la propria voce audace, le civetterie con i suoi tre sexy loverboys (titolo assegnato dal pubblico) agli strumenti, Friedrich Paravicini, Olaf Casimir e Martin Gallop, e gli sguardi ammiccanti lanciati qua e là. Un’impresa non facile davanti ad un pubblico estremamente eterogeneo, in cui i ragazzini si rilassano per terra di fianco agli adulti in giacca e cravatta seduti ai tavoli.
Da pulcino a femme fatale
Annett, che preferisce mantenere segreta la propria età, dopo quattro album e centinaia di concerti live è ormai una professionista del palco, affronta tutto, anche chi, come stasera, sgambetta rigido ai suoi ritmi musette e bossa nova e si pavoneggia sicura in mezzo al pubblico parigino. All’inizio, ci racconta prima di entrare in scena, quasi moriva dall’agitazione. «Poi, però, sono migliorata. Sono tuttora tesa ed ho un enorme rispetto per il palco e voglio anche che resti così. Non sono una vecchia volpe, ma almeno sono già una volpe.»
Se ieri era solo un pulcino, oggi la Louisan si afferma con calcolo femminile: «Non hai bisogno di portare sempre il basco e restare bionda solo perché è così che la gente ti conosce. Se oggi guardo indietro, mi rendo conto di esser stata molto ingenua in diverse cose. Tra i venticinque ed i trent’anni si stanno ancora facendo tante prove, ma oggi non ho più bisogno di quell’immagine finto biondo platino». Femme fatale mora in stivali di vernice con almeno dieci centimetri di tacco, sa incantare il pubblico tanto con i pezzi melanconici, in cui parla della perdita del padre (Kleine Zwischenfälle), quanto con i testi civettuoli sulla ricerca e la conquista dell’amore. Il tutto con un pizzico d’ironia
Ci parla anche del suo successo Das Spiel, che nel 2003 le ha permesso di sfondare in Germania. Ancora più successo hanno avuto, però, i suoi pezzi più veloci, come Eve, che ha qualche somiglianza con If (2003), duetto dei francesi Etienne Daho e Charlotte Gainsbourg. Non sorprende di certo, visto che il paroliere e produttore di Annett, Frank Ramond, ha origini francesi. La Louisan non nasconde che la sua musica si rifà molto alla canzone francese, ad esempio ad Aznavour ed alla Piaf. «Mi sono ispirata molto anche al primo disco di Carla Bruni [“Quelqu’un m’a dit”, 2002]: è molto chic, particolare ed intimo». La Gainsbourg, una pietra miliare, la influenza in qualche modo: Annett brilla già sulle pagine dei giornali o chiede da bere nel bel mezzo di una presentazione - «Niente acqua, qualcosa di più pesante, se possibile!»
In tedesco avec moi
Secondo Annett, nonostante i modelli francesi della canzone, negli ultimi anni la scena musicale tedesca ha fatto dei passi avanti: «La Germania ha ancora molto da recuperare, noi tedeschi abbiamo avuto a lungo problemi con la nostra lingua». Nel frattempo, però, la lingua di Goethe ha fatto il suo ingresso nel mercato musicale europeo. Il tedesco è sempre più apprezzato, soprattutto in Francia, e non solo grazie ai Tokio Hotel.
Ed anche se durante la serata al New Morning ci sono quasi solo immigrati tedeschi, Annett vuole conquistare il pubblico francese: il giorno dopo canterà e parlerà dei suoi testi assieme a delle classi ad Auneuil, comune a sessanta chilometri da Parigi. A parte una frase con un “voulez-vous” accompagnata da un occhiolino, a Parigi Annett usa la propria lingua madre, ma non esclude di imparare il francese. Per quanto riguarda la musica resta, invece, sicura di se stessa: «l’originale è in tedesco, le mie canzoni sono e rimangono pensate e create in tedesco. Canto come parlo». Questo farà molto piacere al pubblico.
Annett Louisan, che risiede a Berlino dal 2008, ci consiglia tre locali della capitale tedesca
Al Kirk Royal, si può mangiare dell'ottima carne. Il ristorante si trova nel quartiere di Kreuzberg/Paul-Lincke-Ufer.
Un bar simpatico, dove si può gustare tranquillamente un caffé o prendere un cocktail in serata, è il Luzia, nella Oranienstraße/ Kreuzberg.
Per un'abbondante colazione tedesca il migliore è il Kuchenkaiser, sull'Oranienplatz.
Foto di Jim Rakete; annett-louisan.de
Translated from Annett Louisan: Voulez-vous Deutsch lernen avec moi?