Anche i giovani hanno voce?
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Chiara BellucoI giovani europei per come li conosciamo sono stati cresciuti in un mondo senza guerre e sono abituati a circolare piuttosto liberamente tra i confini del continente.
Difficili, noiosi, oscuri, ininfluenti: gli affari europei non sono descritti in maniera lusinghiera. Alla luce dell'ampliamente discussa ascesa dell'estrema destra, del crescente nazionalismo, dell'ostilità nei confronti dei migranti, e della graduale chiusura dei confini, l'opinione pubblica nei confronti del progetto Europa sembra aver perso popolarità negli ultimi anni. Con una gioventù nettamente disconnessa dalle idee che hanno supportato i primi passi della creazione di un progetto Europa, l'attuale classe politica sfrutta la frustrazione accumulata negli ultimi decenni.
I giovani europei per come li conosciamo sono stati cresciuti in un mondo senza guerre sono abituati a circolare piuttosto liberamente tra i confini del continente. Con l'abolizione del visto per molti paesi e la fluidità dei viaggi da stato a stato, si capisce come la gioventù non sia consapevole delle condizioni che hanno preceduto la realtà che conoscono. Riguardo la nascita dell'Unione Europea e i giovani, la giornalista Maria Laura Franciosi dice in un'intervista: "Al tempo, i giovani sostenevano l'idea che tutti quei paesi che fino a quel momento avevano combattuto tra loro potessero adesso unirsi per creare qualcosa insieme. I giovani erano a favore dell'Europa. Non pensavamo al lato pratico. Ci entusiasmava l'idea che ci si potesse unire e avere degli scambi con cittadini di altre nazioni". E una delle ragioni per cui l'EU non riesce a comunicare con i giovani d'oggi è la mancanza di interesse e l'incapacità di capirne l'importanza. Ad esempio, secondo la stampa, i giovani nelle fasce 18-24 e 25-34 hanno raggiunto la minor presenza ai seggi durante il referendum per Brexit.
La comunicazione gioca un ruolo cruciale nello sviluppo e nella difesa delle relazioni tra i paesi dell'Unione, così come gli stati membri e gli enti legislativi e regolatori di Bruxelles. Per creare una comunità europea dei giovani, la giovenutù di ogni stato membro deve ricevere le informazioni adeguate e deve avere a disposizione gli strumenti per raggiungere gli enti europei che li rappresentano. Alcune delle misure prese per avvicinarsi ai giovani sono state prese dalle istituzioni stesse attraverso programmi ed eventi specifici (si veda ad esempio l'European Youth Event (EYE), la politica della Commissione nella DG EAC e soprattutto l'evento EU Youth Conference, che facilita le relazioni tra i consigli nazionali della gioventù e le presidenze europee, o le iniziative del Consiglio Europeo per le politiche giovanili).
In questo contesto, alcune delle più importanti ONG votate ad un miglior dialogo tra i giovani e le organizzazioni a livelo europeo si sono rivelate fertili piattaforme e incentivi per migliori programmi strategici di comunicazione che siano d'interesse per i giovani europei. Tra questi, Structured Dialogue vuole andare al cuore del problema mettendo in contatto la gioventù e le sue organizzazioni con i piani alti dell'Unione in un progetto iterativo a lungo termine. Analogamente, il Parlamento Europeo Giovani e la Fondazione Schwarzkopf promuovono un porgetto educativo chiamato Understanding Europe, che punta, come suggerisce il nome, ad offrire ai giovani studenti una conoscenza adeguata delle problematiche europee attraverso corsi accelerati, dispense, seminari e laboratori. Allo stesso modo, la Gioventù Federalista Europea o JEF è una delle più famose organizzazioni che trattano di problematiche europee indirizzata specificatamente ai giovani. Con circa 30.000 membri in 30 paesi, JEF sostiene i valori democratici europei e mira a costruire ponti tra i responsabili dell'Unione e i loro cittadini, una distanza che sembra essere cresciuta: gli Eurocrati sono stati criticati per aver perso contatto con le realtà nazionali. Dal momento che la comunicazione con i suoi cittadini è uno dei principali problemi che l'Unione deve affrontare, un'iniziativa interessante è il coinvolgimento del JEF nel progetto LADDER (sigla per “Local Authorities as Drivers for Development Education and Raising awareness”, autorità locali come promotori dell'educazione allo sviluppo e della sensibilizzazione), e soprattutto l'iniziativa di giornalismo partecipativo. Questa iniziativa ha selezionato per LADDER 50 giornalisti e li supporta il loro lavoro nella formazione, pubblicazione, promozione e nella creazione di contatti, nel corso dei tre anni del progetto fino alla fine del 2017. Per poter prender parte nelle attività del JEF ed essere coinvolti più da vicino nelle problematiche europee, JEF Europe è attivo in 33 paesi.
I giovani europei sono la chiave di una prospera cooperazione tra gli stati del continente europeo e le colonne per risolvere uno dei momenti più delicati della storia dell'Unione. Con una gioventù distaccata da un Trattato firmato molto prima della loro nascita, gli obiettivi comuni e il futuro che ci raffiguriamo va ora oltre i semplici accordi economici. L'EU, che è stata definita da Tindermans l'idea politica più generosa del XX secolo, deve impegnarsi a risolvere la minaccia più seria alla democrazia e al benessere dei cittadini. Queste problematiche, tra le quali cambiamenti climatici senza precedenti, la migrazione o le fonti di energia alternativa, non possono avere una risoluzione nazionale, ma prevedono una cooperazione sovranazionale.
La semplificazione viene da una solida comprensione delle problematiche in discussione. Il beneamato gergo tecnico e gli acronimi ampliamente usate nella bolla europea tende a distaccare la presidenza europea dai problemi correnti e dal popolo, oltre ad essere generalmente un deterrente per i giovani. Nel tentativo di risolvere queste questioni, le molteplici iniziative e risorse esistenti devono raggiungere e stuzzicare l'interesse delle prossime generazioni di cittadini europei.
Autore: Larisa Rusu L'articolo Youth Has Voice Too? è stato pubblicato su Mladiinfo.
Translated from Youth Has Voice Too?