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Anatomia di un odio

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Default profile picture anne giebel

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Ottavio Di Bella

La storia dell’antisemitismo in Europa è vecchia come la diaspora degli ebrei. Ma xenofobia, pregiudizi e stereotipi proliferano ancora. Analisi.

Dopo l’Olocausto, la teoria che consiste a martirizzare la storia ebraica sembra trovare una nuova legittimazione, perché la Shoah avrebbe sottolineato ancora una volta il tratto eterno della sofferenza sopita dagli ebrei.

Certo, per gli storici è un punto fisso che la Shoah non sia stato il risultato di un antisemitismo teleologico che va dal Medioevo ad Auschwitz; resta tuttavia la questione su come mai l’antisemitismo si sia potuto affermare come una costante nella storia mondiale. Perchè gli ebrei sono stati considerai come bersaglio d’odio? E perché di odio antisemita? E’ certamente quest’ultimo, secondo Sartre, che ha creato per primo il concetto di “ebreo”.

La paura dello straniero

La storia dell’antisemitismo è anche una storia di xenofobia, perché all’interno delle società maggioritarie in cui gli ebrei della Diaspora hanno vissuto dopo l’allontanamento dalla Palestina, di solito l’antisemitismo aveva una funzione d’integrazione negativa portando alla definizione dell’identità attraverso l’esclusione dell’altro. Per l’antiebraismo europeo di matrice cristiana “l’ebreo” era ed è rimasto fra gli assassini di Cristo, specialmente durante le crociate: o attraverso le “scrofe ebree” appese in alcune chiese e protette da Lutero, o attraverso la diffusione di stereotipi che dipingono la religione ebraica come quella dell’omicidio rituale e della violazione delle ostie. “L’ebreo” è stato demonizzato nella visione del mondo manicheistica del cristianesimo. Ed anche secondo una visione moderna dell’antisemitismo (concetto coniato per la prima volta da Wilhelm Marr nel 1879), il fenomeno dell’integrazione cambia natura. Nei tempi moderni, come il nuovo muro che divide maggioranza e minoranza, non è più la religione, ma la nazione e la “razza”: è proprio per questo che il nazismo, il cui ideale consisteva nella “società ariana senza classi”, ha dato vita a persecuzioni legalizzate della “razza ebraica”. Così un sentimento di solidarietà si è rovesciato, attraverso precise teorie cospiratorie, come quella relativa al complotto dell’“internazionale rossa e del denaro”, producendo successivi persecuzioni antisemitiche quasi che fossero stati gli ebrei stessi a perseguitarci. Esemplari in ciò i famigerati Protocolli dei Savi Anziani di Sion, che la polizia segreta zarista mise in circolazione nel 1905, concentrando così l’aggressività del popolo verso un “nemico comune”.

In situazioni di crisi, gli ebrei sono sempre stati il capro espiatorio per le masse. E’ accaduto nel Medioevo in relazione a catastrofi naturali inspiegabili. Durante le peste in Europa del 1348 furono mille gli ebrei morti sul rogo accusati di aver avvelenato un pozzo. Anche nel 1881 un’ondata di Pogrom portò in Russia ad una cospicua migrazione di ebrei, resi collettivamente responsabili dell’attentato ad Alessandro II, perché v’era un ebreo fra i terroristi. Ed in Germania, il tumulto della prima guerra mondiale produsse il reiterato scoppio di un antisemitismo virulento, sul cui solco la “questione ebraica” del ventesimo secolo è stata superata solo di recente. La solidarietà con le associazioni ebraiche estere ed orientali sembrava sottolineare di nuovo che gli ebrei non riuscivano ad integrarsi in Germania e che perciò erano diversi.

Un eterno ruolo speciale

Un essere diverso, che incute insicurezza per la difficoltà di definirlo. Come potrebbero considerarsi altrimenti gli ebrei? In Israele rappresentano una nazione. Certo, molti ebrei si sentono al contrario anzitutto come americani, francesi ecc.. Nell’Europa orientale lo stesso poteva dirsi per molte etnie, nel terzo Reich per un naso storto che contrassegnava una razza, nell’Europa di oggi per una confessione. Questo perdurante antisemitismo ha contribuito a questo punto, a spostare l’accento sulla diversità di questo essere collettivo, così come sulla trappola del denaro. Per motivi religiosi, era vietato ai cristiani durante il Medioevo riscuotere interessi. Poiché gli ebrei non potevano ancora diventar membri di una corporazione d’artigiani, rimaneva loro solo il commercio e la possibilità di far affari imprestando danaro. Le discriminazioni contro gli ebrei han così creato un ruolo speciale con cui i moderni antisemiti hanno, a loro volta, disegnato una caratteristica della razza vergognosa. Tragicamente si son poi orientate sull’irrazionale antisemitismo reazionario-contemporaneo del fascismo anche contro gli aspetti “disgreganti” e “insensibili” dei tempi moderni, con i quali gli ebrei hanno voluto superare questo ruolo: il liberalismo, l’illuminismo razionalista ed ulteriori elementi del “progresso civilizzato”. Ed è stato proprio quest’ultimo, attraverso l’esperienza della Shoah, a creare uno speciale ruolo morale che non ha potuto calmare l’odio ma che ha convinto anche gli ebrei del paradigma di “popolo colpevole”, così come il rimprovero verso un’“industria dell’olocausto” che nel mentre avrebbe fatto regolare commercio delle sofferenze ebraiche.

L’ora di un’alleanza in chiave antisemitatra schegge impazzite della sinistra, vecchi antisemiti e alcuni musulmani è giunta, rivoltandosi contro lo stato d’Israele e la sua politica. Viene rimproverato più o meno esplicitamente a Israele di non aver imparato dalle persecuzioni razziste quanto subito dagli stessi ebrei d’Europa. A differenza del cristianesimo, il rapporto dell’Islam con la comunità ebraica, agli inizi, non venne esasperato. I musulmani infatti, mettono in evidenza come gli ebrei se la siano passata meglio nel mondo islamico che nell’Europa cristiana. Ed anche il concetto di anti semitismo non può esser attribuito loro, giacchè gli arabi appartengon anch’essi al ceppo linguistico semita. Ciononostante è possibile osservare che l’antisionismo ha importato dal secolo vecchio ogni stereotipo sugli ebrei. Così i vergognosi Protocolli dei Savi Anziani di Sion hanno fornito aiuto anche alle argomentazioni contro Israele con un’altra facile connessione. Nel frattempo, un’immagine ostile globalizzata ha esemplificato la risposta alle crescenti e difficili questioni, che in passato solo di rado furon messe in relazione diretta con gli ebrei: l’odio è sopravvissuto a coloro che lo hanno generato.

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Translated from Anatomie eines Hasses