Ambiente: Bruxelles contrattacca
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L’obiettivo è chiaro: “2 volte 20 nel 2020” . Questa è l’ambizione del “ Pacchetto energia-clima” presentato il 23 gennaio dalla Commissione europea. In concreto si tratta di ridurre le emissioni di CO2 all’interno dell’UE del 20%, e, in parallelo, di aumentare il consumo di energie rinnovabili entro il 2020.
Anche se la storia dell’Europa è costellata di iniziative per la salvaguardia dell’ambiente, questo “Pacchetto energia-clima” sembra segnare una svolta nella presa di coscienza collettiva verde.
“ L’ambiente costituisce una sfida europea” ha dichiarato Daniel Cohn-Bendit, deputato europeo copresidente del gruppo Verdi/Alleanza libera europea in una intervista pubblicata nel giornale Les Echos il 27 marzo 2007. “Anche se esiste sempre una tentazione di ripiegamento nazionale quando le misure prese a Bruxelles non corrispondono esattamente agli interessi nazionali, diverse tappe sono state valicate perché andavano nel giusto, malgrado i problemi che ponevano ai singoli governi. Per esempio la direttiva sulla protezione degli uccelli migratori che risale al 1979, la direttiva Natura 2000 con l’adozione del principio di “chi inquina paga”, poi quella del principio di precauzione…”
Queste regole ambiziose hanno come finalità quella di assicurare l’indipendenza energetica dell’UE, in particolare nei confronti dei fornitori russi, iraniani e sauditi ma possono anche aprire le porte del mercato delle nuove tecnologie verdi al vecchio continente. “Se l’Unione vuole organizzare e mondializzare il dibattito sul clima, deve prendere la leadership” prosegue Daniel Cohn-Bendit. “E’ molto importante che diventi il numero uno sul piano dell’ ecologia perché questo è molto redditizio per la nostra economia”.
Ecocondizionalità?
Prima decisione: riformare il sistema comunitario di scambio di quota di emissione di CO2. Gli Stati potrebbero finanziare il sostegno alle energie rinnovabili o il rinnovamento delle vecchie costruzioni. Dopo il 2012 e la fine degli accordi di Kyoto, l’attribuzione di quote di emissione di gas ad effetto serra da parte della Commissione europea sarà più severa. L’obiettivo è di diminuire entro il 2020 queste emissioni del 21% in rapporto alle quote del 2005 per le industrie interessate.
Secondo obiettivo : moltiplicare per due gli investimenti nel settore delle energie rinnovabili. Queste ultime dovranno, a termine, soddisfare il 20% dei bisogni di energia all’interno dell’UE nel 2020 contro soltanto l’8,5% di oggi. Questa sfida richiede agli Stati un grande sforzo per diversificare le loro fonti di energia verde: il 70% dell’energia pulita proviene oggi dall’ energia idroelettrica mentre l’energia solare, eolica o la biomasse sono già disponibili. “ Nella società europea esiste un forte consenso nei confronti delle energie verdi che sono anche una garanzia per la nostra indipendenza geopolitica nei confronti dei fornitori di energia fossile” ha precisato al quotidiano Les Echos del 27 marzo 2007 Claude Turmes, relatore del progetto sulle energie rinnovabili al Parlamento europeo. “Oggi cinque paesi hanno realizzato dei success stories economiche partendo dalle energie rinnovabili, sono, la Germania, la Spagna, la Svezia, l’Austria e la Danimarca. Sono un esempio per gli altri paesi e la prova che il loro sviluppo può contribuire a conferire una nuova leadership industriale all’Europa.”
Senza dimenticare il settore agricolo: è iniziata nel 2003, una profonda revisione della Politica Agricola comune ( PAC) . La Commissione europea ha attaccato il modo di attribuzione degli aiuti agli agricoltori per spingerli alla superproduzione. Il nuovo criterio detto dell’”ecocondizionalità” è diventato ormai obbligatorio e gli agricoltori devono osservare regole di protezione ambientale se vogliono ottenere degli aiuti finanziari e non incorre in multe severe.
L’Europa riuscirà a svolgere il suo ruolo di soldato verde? La risposta nel 2020!
Foto: Andy Bahn/SXC
Anche le imprese private si lanciano nella lotta
Nell’Unione europea, le iniziative private fioriscono. Spinte dai consumatori, queste risoluzioni eco-friendly non sono adottate per puro altruismo, ma, dopotutto, non si dice solo il risultato importa?
dal 2006, Ikea, il gigante del mobile svedese ha instaurato un servizio di navette tra il terminus del tramway e il suo negozio di Strasburgo certe assicurazioni fanno degli sconti ai clienti detentori di veicoli con debole emissione di CO2” ( GMF, Macif, Maaf…) la banca britannica HSBC si è classificata prima al CERES delle banche in materia di riscaldamento climatico grazie al suo collaboratore Francio Sullivan, ex del WWF. la società italiana Beneton sostiene un progetto di microcredito nel Senegal in collaborazione col musicista Youssou BN’Dour.-Johara BOUKABOUS
Traduzione Noelle Tomasi