Alla fontana chiara
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Laura BortoluzziAttrazioni turistiche, leggendarie o inesauribili, le fontane delle grandi città europee fanno vendere migliaia di cartoline. Favoriscono l’accesso all’acqua potabile, ma in passato hanno anche assolto la funzione di abbeveratoi pubblici.
Oasi glamour con due monete
La fontana di Trevi, nel cuore di Roma, si riconosce dallo scroscio delle sue acque. Costruita a metà del XVIII secolo, è una raffigurazione allegorica dell’Oceano. Al centro, Nettuno è trainato da due cavallucci marini che rappresentano il mare calmo e il mare in tempesta. Le altre due statue simboleggiano la salubrità e l’abbondanza. Ripresa ne La Dolce Vita di Fellini, nella celebre scena del bagno della formosa Anita Ekberg, la fontana è legata alla leggenda di una fanciulla di nome Trevi, che riuscì a salvaguardare la propria verginità indicando ad un branco di soldati ubriachi il luogo della fonte che stavano cercando.
E’ tradizione gettare due monetine nella fontana, una per esprimere un desiderio e l’altra per essere sicuri di ritornare a Roma! Le monete vengono poi regolarmente recuperate e donate alla Croce Rossa. La polizia recentemente ha iniziato a sorvegliare la fontana contro bande di ladruncoli che volevano improvvisarsi “crocerossine”. Siete in cerca di un po’ di romanticismo? Allora andate a dare un’occhiata alla “piccola fontana degli innamorati” , alla sinistra della fontana di Trevi. Le coppiette che si bagnano le labbra con la sua acqua resteranno per sempre fedeli l’uno all’altra…Alea jacta est!
Manneken-Pis, angioletto paffuto
A Bruxelles c’è un’originale fontana alimentata dalle acque del Coudenberg: il Manneken-Pis raffigura un bimbo grassottello come un maialino da latte che urina nella vasca della fontana. La leggenda racconta che durante una festa popolare, un ricco borghese perse suo figlio. Andando poi alla sua ricerca, lo ritrovò infine all’angolo di Rue de l’Étuve nella posizione che ben possiamo immaginarci.
Commissionata nel 1619 a Jérôme Du Quesnoy, il Manneken Pis venne rimosso e nascosto nel 1695, quando Luigi XIV mise Bruxelles sotto assedio. Ma il re ne ritrovò presto il piedistallo su cui era riportato un salmo latino che diceva: “nella pietra il Signore mi ha innalzato e ora levo il capo sopra i miei nemici”. Rubato a più riprese, Manneken-Pis è finalmente al sicuro nella Maison du Roi. Quella attualmente esposta nella piazza è una copia del 1965. Questo paffuto bambolotto è anche un fashion-victim: dopo il suo primo costumino, colore “blu di Baviera”, offertogli dal Principe elettore Massimiliano Emanuele nel 1698, Manneken-Pis ha sfoggiato circa 800 tenute diverse!
Turchia: fra sacro e profano
Nella canicola di Istanbul, i turchi fanno ampio uso delle fontane, soprattutto per le abluzioni religiose. Una delle più famose si trova vicino a Santa Sofia e al Topkapi. Fu fatta costruire in onore dell’acqua nel 1728 dal sultano Ahmet III e lanciò la moda delle fontane monumentali in stile rococò. All’epoca, ad ogni angolo della città c’era una fontana pubblica riempita con l’acqua gentilmente offerta da appositi servi, dove i passanti potevano dissetarsi. Ahmet adorava le opere dei poeti ottomani che si adeguavano allo spirito euforico e un po’ egocentrico del suo regno. Ne è un esempio l’iscrizione: “Bevi quest’acqua e dì una preghiera per il sultano Ahmet” incisa in caratteri arabi sulla fontana.
L’ingegnosa fontana moresca
Nel Palazzo dei Nasridi a Granada, il cortile dei Leoni prende il nome dalla fontana collocata al centro. Dalle fauci dei dodici felini, sotto la vasca decorata con iscrizioni in versi, sgorga l’acqua che scende verso quattro canali che simboleggiano i quattro fiumi del paradiso e i quattro punti cardinali.
I leoni ruggenti non sono di origine moresca perché il Corano vieta la rappresentazione di creature animate, ma non conosciamo il loro reale significato.
La fontana cattura da anni la curiosità degli architetti cristiani che l’hanno smontata per capirne il funzionamento. Gli artigiani musulmani hanno infatti messo in piedi un sistema idraulico estremamente ingegnoso per garantire un flusso costante di acqua. Nessuna fontana dell’Alhambra è alimentata da pompe idrauliche, bensì grazie ad un sistema di raccolta dell’acqua dei ghiacciai della Sierra Nevada. A tale scopo, data l’assenza di dislivelli in Andalusia, venivano scavati gli aljibes (cisterne sotterranee). Un risparmio energetico che dovrebbe servire di lezione al nostro mondo moderno.
Wallace per l’acqua potabile
Nel 1870, Parigi usciva in ginocchio dalla guerra franco-tedesca. Affranto di fronte a un simile disastro, Sir Richard Wallace, filantropo britannico, decise di utilizzare parte del suo patrimonio per aiutare la città. Il Lord che “si accontentava di poco” offrì alla città di Parigi “50 fontane per bere”, per permettere ai passanti di dissetarsi. La maggior parte delle fontane, realizzate dallo scultore Charles Lebourg, vennero costruite nelle piazze e agli angoli delle strade, in modo da risultare ben visibili anche da lontano.
Si trovavano anche in provincia, come a Reims o a Nantes. Oggigiorno queste “fontane per bere” hanno perso la loro funzione originale. Il loro fascino è andato perduto: un tempo erano dotate anche di un bicchiere attaccato ad una catena, che oggi è stato tolto per motivi di igiene.
Un getto d’acqua, però, continua sempre a scendere fra le quattro cariatidi che sorreggono il capitello che sormonta la struttura. Esse rappresentano la semplicità, la moderazione, la carità e la bontà: un ritratto perfetto della società parigina…
Translated from A la claire fontaine