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Aleppo nel 2016: un ammasso di macerie fumanti

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Veronica Beco

Bachar-al-Assad ha distrutto un paese intero, ha violato tutte le leggi internazionali per ottenere una vittoria alla Pirro che gli servirà solamente a contemplare lo spettacolo di un vasta terra in rovina

 

E ha commeso ancora di peggio offrendo il suo paese all'Iran e alla Russia.

Ha disperso il suo popolo ai quattro angoli del pianeta e quelli che non sono potuti fuggire sono rimasti alla mercé delle bombe russe e dei fucili e delle granate dei pasdaran iraniani. Il legame tra Russia e Iran ha una parvenza funzionale nel senso che le due potenze agiscono nel concreto in veste di sovrani. La Russia intende istallarsi concretamente in Siria, non solo a livello ideologico come era stato ai tempi dell'URSS (1) ma assicurandosi la sua presenza sia ideologica sia militare nel Medio Oriente e nel Mediterraneo.

Quanto all'Iran, il paese ha delle pretese ancor più minacciose poiché anche teologiche, e la caduta di Aleppo è il più grande successo del regime iraniano. Per riuscirvi, ha mobilitato migliaia di volontari: afghani, pakistani e il suo braccio armato, gli hezbollah libanesi. Tutti inquadrati nell'esercito della Repubblica Islamica, i pasdaran installati da lungo tempo sotto il comando del capo delle Forze Quds, Qassem Soleimani. Quel comandante che ha consolidato "l'arco sciita" partendo dall'Irak verso la Siria e rifornendo di armi e di soldi il regime siriano, gli hezbollah e Hamas, i discorsi della cui giuda suprema Ali Khamenei, imbevuti di iperboli d'eloquenza, dichiarano di voler aprire un fronte per distruggere lo stato di Israele.

Questo "arco sciita" iraniano non ha solamente portato il suo virus nei paesi arabi, ma anche in Africa dove le grinfie iraniane sono già solidamente impiantate. Il regime iraniano è talmente assetato di sangue umano che non gli basta assassinare il proprio popolo, ha bisogno di globalizzare i suoi morti. Quanto alle sorti di Bachar-al-Assad, nel caso in cui dovesse abbandonare il potere, non c'è di che preoccuparsi, troverà un rifugio sicuro in Russia o in Iran.

Mentre il Medio Oriente rimarrà devastato, le case dei Siriani e la loro intimità violata. L'avvenire della regione e del mondo intero è incerto. Ahimé!

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(1) « Colporteurs du komintern, l'URSS et les minorités au Moyen Orient » Taline Ter Minassion -éd  presses de sciences politiques

Translated from Alep en 2016: un amas de ruines fumantes