Al cinema su Second Life: aspettando Hollywood
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In un momento in cui Second Life sta perdendo attrattiva le sperimentazioni artistiche nel mondo virtuale continuano: Berardo Carboni, già regista di Shooting Silvio, dirige il primo lungometraggio girato nel mondo della LindenLab. Un film che passerà sia in rete che sul grande schermo.
VolaVola\FlyMe è il nome del film che vede il regista italiano Berardo Carboni – Finally Outlander l’alter ego in pixel – sdoppiarsi: una sola sceneggiatura ma due film identici, girati a Roma e su Second Life. Avremo Alessandro Haber, celebre attore italiano, che oltre a recitare come suo solito avrà anche un avatar a sua immagine per la versione virtuale. Poi ci sarà Aimee Weber, forse l’avatar più famoso del mondo, che interpreta se stessa e avrà una controparte in carne ed ossa. Per finire, l’attrice newyorkese Bibbe Hansen reciterà e animerà in prima persona anche il suo avatar. È un film d’amore e descrivere gli aspetti della vita contemporanea attraverso gli occhi di tre coppie cresciute in epoche differenti. La sceneggiatura è scritta insieme a Mario Gerosa, guru dei mondi virtuali e per la realizzazione del film si è ricorso ad un metodo di lavoro aperto: un sito myspace e un gruppo su facebook per invitare le persone a collaborare.
Holliwood su Second Life
Anche chi scrive si è improvvisato comparsa per meglio capire cosa accade: esiste un vero e proprio set cinematografico, esistono effetti speciali – in una dimensione virtuale dove tutto odora di effetto speciale – per, ad esempio, far volare un bus che è piantato per terra. Poi ci sono la costumista che mi addobba di tutto punto, il macchinista e i ciak sul set per ripetere le scene che si sprecano: un movimento sbagliato, una battuta in ritardo o un problema tecnico. Secondo Carboni il “second film” ha una sua dignità artistica: «Ci sono delle incredibili analogie con la recitazione in carne ed ossa, anche dal punto di vista umorale», dice, «le relazioni umane sono reali». Ci sono altri esempi di registi che si sono cimentati con Second Life. Dal corto noir Thetidia Connection (2007) dell’italiano Adelchi Battista, passando per il docu-fiction di Douglas Gayeton My Second Life: The Video Diaries of Molotov Alva (2007) venduto anche all’americana HBO, fino al recente corto Second Me della svizzera Anna Thommen vincitrice al Festival del cortometraggio di Winterthur. Qui siamo di fronte a un lungometraggio, «una storia che nasce dall’esigenza di raccontare del regista». Un procedimento che Carboni giudica molto europeo anche se, ammette, «il cinema europeo non ha ancora una sua fisonomia definita, se per europeo pensiamo ad una Hollywood nostrana». La contrapposizione col sistema Hollywood è forte. «Da noi ci insegnano sempre di essere un autore mentre negli Stati Uniti il regista è spesso visto come un tecnico che crea una storia che viene commissionata». Per Carboni solo lungo l’asse franco-tedesco e nel Nord Europa si può parlare di cinema europeo di qualità. Per il resto osserva, «prima ancora che gli autori mancano società, strutture, leggi che ti permettano un determinato modo di lavorare».
Il “second film” uscirà nel marzo 2009 nei festival di animazione, nel circuito televisivo – generalista e a pagamento – e nelle edicole. Per il film vecchio stile bisogna attendere il 2010.