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Ai romani il primato di emissioni di Co2 secondo il “Rapporto Cittalia 2010 - Cittadini sostenibili”

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Roma

Nel 2009 ogni cittadino della Capitale ha prodotto 2.406 kg di Co2. Roma ha superato le altre 14 città metropolitane italiane analizzate nel “Rapporto Cittalia 2010 - Cittadini sostenibili”, che offre un quadro dei comportamenti quotidiani dei cittadini utilizzando come metro di misura le loro emissioni di anidride carbonica.

di Tiziana Sforza

Per abbattere i costi e le emissioni di Co2 nelle città metropolitane servirebbe una superficie boschiva pari a circa due campi di calcio. E’ una delle conclusioni a cui giunge il Rapporto Cittalia 2010 nel calcolare la carbon footprint dei cittadini, con cui si intende la quantità di area forestale necessaria ad assorbire le emissioni di anidride carbonica generate dalle attività umane all’interno delle aree urbane. Il Rapporto “Cittadini Sostenibili” ha preso in considerazione le abitudini del 2009 degli abitanti di 15 città metropolitane, considerate responsabili di più del 75% dei consumi di energia e di circa l’80% delle emissioni climalteranti.

In Europa le aree urbane in generale ospitano circa l’80% della popolazione. Una percentuale analoga si riscontra anche in Italia: nelle quindici città metropolitane italiane risiedono circa 9,6 milioni di cittadini (poco meno del 16% della popolazione nazionale). Le città metropolitane rappresentano circa l’1,23% della superficie nazionale con una densità territoriale che oscilla tra gli 8.221 abitanti/km² di Napoli e i 651 abitanti/km² di Venezia.

Il dato medio di emissioni di Co2 procapite in queste città è pari a 1.804 Kg. In cima alla classifica spicca Roma con 2.406 kg, seguita da Torino con 2.303 Kg, Firenze con 2.296 Kg, Bologna con 2.284 Kg, Trieste con 2.215 Kg e Milano con 1.842 Kg. Le città del centro nord hanno dati di emissioni di gas serra superiori alla media. In termini percentuali, infatti, incidono per circa il 65% delle emissioni totali. Mentre nelle città del sud le emissioni sono abbastanza inferiori al dato nazionale e pesano sull’ambiente per il 20% (a Napoli, ad esempio, si registra 1.303 kg di Co2 procapite).

Il Rapporto registra due tendenze opposte: sebbene siano aumentate le emissioni di Co2 nelle 15 città metropolitane prese in esame, i cittadini manifestano sempre di più una “coscienza ambientalista” che si concretizza in comportamenti eco-friendly. Il Rapporto parte dall’esame di quattro aree di riferimento: consumi elettrici domestici, consumi di gas, produzione e trattamento dei rifiuti e trasporto privato di persone (con l’unica eccezione del trasporto pubblico). I comportamenti quotidiani dei singoli cittadini che impattano maggiormente sull’ambiente sono legati ai consumi residenziali di gas naturale (37,7%). I trasporti privati incidono per il 31,2%. I consumi residenziali generici impattano per il 30,8%. Il settore legato alla produzione e incenerimento di rifiuti urbani, che in Italia è spesso al centro di infuocate polemiche, incide per lo 0,3% sulle emissioni di Co2.

Chi più inquina più spende

I comportamenti poco sostenibili si traducono in costi e in esternalità negative. Anche l’Unione Europea ha introdotto una misura per riconoscere un costo alla qualità dell’aria e dell’ambiente regolamentando il mercato delle emissioni attraverso la direttiva 87/2003/CE.

Roma registra un primato anche in questo ambito con costi pari a 92,6 milioni di euro, seguita a distanza da Milano con 33,8 e Torino con circa 30 milioni di euro. Reggio Calabria e Cagliari vantano i costi più bassi, rispettivamente 3,5 e 2,95 milioni di euro. Dal Rapporto emerge comunque una maggiore sensibilità a questo tema da parte delle amministrazioni locali: i piani triennali destinano circa il 48% delle risorse alla voce “opere di protezione dell’ambiente”. Ma anche i cittadini, con il loro stile di vita, incidono sull’ambiente.

Mobilità (in)sostenibile

Le città metropolitane hanno in media valori di densità veicolare (rapporto fra veicoli in circolazione e superficie comunale) tre volte e mezzo superiore a quello medio di tutti i capoluoghi di provincia.

Nel 2007 il settore dei trasporti italiano era responsabile del 23,4% delle emissioni totali e del 26,8% delle emissioni di CO2 a livello nazionale. Inoltre i trasporti costituiscono in Italia il primo settore in termini di consumi finali di energia. Dal 1990 le emissioni totali e le emissioni di CO2 del trasporto sono aumentate rispettivamente del 25% e del 26% rispetto ad un trend complessivo di incremento dei gas serra e delle emissioni di CO2 nel nostro paese del 7% e del 9%.

Circa l’82% delle emissioni che hanno un impatto sul clima derivano dal trasporto su strada, considerando solo i trasporti interni terrestri su strada, il 93,6% degli spostamenti nel segmento passeggeri, di cui quasi l’82% è costituito dagli autoveicoli mentre il resto è rappresentato dal traffico di autobus e pullman (6,4%.) Anche se non sono disponibili dati a livello nazionale, pare che in ambito comunitario il solo traffico urbano generi circa il 40% delle emissioni di CO2 e il 70% delle altre emissioni inquinanti prodotte complessivamente dal trasporto su strada.

L’automobile è il principale mezzo di trasporto usato per gli spostamenti, secondo un rapporto Isfort del 2010: quasi il 67% degli spostamenti in Italia avviene utilizzando le auto, mentre i mezzi pubblici e i motocicli rappresentano rispettivamente l’8,3% e il 4,2% del totale. Il 20,6% degli italiani si sposta invece a piedi o in bicicletta. Nel 2009 a Catania e Roma è stato riscontrato un tasso di motorizzazione superiore alla media.

In generale le città metropolitane mostrano però una progressiva riduzione della quota di autovetture con standard emissivi Euro 0, Euro I, Euro II (passata dal 64% al 46,5%) a favore della quota di Euro IV (passata dall’8,4% al 31,3%). Roma (insieme a Torino, Firenze e Bologna) ha una una quota percentuale di autovetture Euro IV sul totale del parco autovetture di poco inferiore al 40% ed è una delle città in cui il processo di sostituzione si sta verificando più rapidamente.

Nelle grandi città (oltre 250.000 abitanti) diminuisce la percentuale di cittadini che usano una automobile, privilegiando i mezzi pubblici e i movimenti a piedi o in bicicletta che rappresentano rispettivamente il 17,7% e il 28,2% del totale degli spostamenti.

Passando ai motocicli, molto utilizzati in Italia, il tasso di motorizzazione è quasi raddoppiato negli ultimi dieci anni, passando dai 76 ai 142 motocicli ogni mille abitanti. Genova nel 2009 ha registrato il maggior numero di motocicli per 1.000 abitanti (222), seguita da Catania (208) e Trieste (192). Catania ha avuto il maggior incremento nel tasso di motorizzazione di motocicli (+159,7%), seguita da Palermo (+141,4%), Reggio Calabria (123,2%) e Messina (+121,2%). 

Le città metropolitane hanno registrato anche per il parco motocicli una rapida riduzione dei veicoli più inquinanti. Il numero di motocicli Euro III è passato dal 2,4% al 18,7% del totale, con una crescita in linea con la tendenza nazionale. Roma è la città che nel 2008 mostrava la più bassa quota di motocicli Euro 0 e I (45,3%).

Mediamente i consumi di benzina per abitante nel 2009 sono scesi del 38,97% e, in generale, tutte le città hanno mostrato un calo dei consumi pro capite. Roma, invece, ancora una volta detiene il primato per consumo pro capite nel 2009 con 168,21 litri consumati per abitante, contro i 61,80 di Venezia e una media per le 15 città pari a 96,24 litri. Allo stesso modo, Roma è la città che nel 2009 ha consumato più gasolio per il trasporto privato.