AfD: fuori dall'euro e dentro al parlamento
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Il partito tedesco anti-euro, Alternative für Deutschland, rischia di diventare la vera bomba a orologeria della campagna elettorale tedesca. Se dovesse entrare nel Parlamento, sarebbe sempre più probabile una grande coalizione tra la Merkel e i socialdemocratici.
Negli ultimi giorni si è parlato sempre di più del partito euroscettico tedesco, Alternative für Deutschland (l'AfD, letteralmente "Alternativa per la Germania"). Secondo alcuni sondaggi il suo ingresso in Parlamento non solo sarebbe possibile, ma addirittura un’eventualità probabile. In una recente intervista, il fondatore dell’Istituto di ricerca Forsa ha sottolineato che, a suo avviso, molti potenziali elettori non ammettono di voler votare per l’AfD, ma che, in realtà, lo faranno. Hans-Peter Schöppner dell’Istituto Emnid invece, ha sostenuto che il voto per l’AfD sia soprattutto un voto di protesta e, proprio per questa ragione, ritiene un loro successo molto probabile (svolgerebbe una funzione simile a quella avuta in Italia dal M5S). Infine, Hermann Binkert, dell’istituto Insa, sottolinea come l’AfD raccolga un consenso soprattutto tra i non votanti, dal momento che due terzi di quest’ultimi si augurano l’ingresso di un partito anti-Euro nel Bundestag (la Camera bassa del Parlamento tedesco). Tuttavia, le opinioni dei direttori non riflettono i risultati dei sondaggi che loro stessi hanno condotto. Nessuno di questi assegna all’AfD una percentuale sopra al 4%. L’unica eccezione è l'ultima rivelazione di una piccola agenzia di comunicazione di Düsseldorf, il quale ha indicato addirittura un consenso elettorale pari al 7%.
UNA nuova destra democratica?
Per sapere chi ha ragione dovremo aspettare lo spoglio dei voti. Tuttavia, sembra lecito pensare che l’AfD abbia buone possibilità di affermarsi nel sistema partitico tedesco. A sostegno di questa tesi due considerazioni. La prima: la Germania è l’unico Paese europeo nel quale non esiste una destra democratica. C'è un centro/centro-destra, formato da CDU e FDP, e un’estrema destra rappresentata dall’NPD. Tra questi due poli c’è un vuoto che potrebbe essere colmato proprio dall’AfD. La seconda considerazione è collegata alla prima: in Germania non esiste alcun partito, all’interno del Parlamento (con eccezione, per alcuni versi, della Linke), che esprima una critica verso il processo di integrazione europea e verso la continua cessione di sovranità nazionale. L’AfD colmerebbe anche questa lacuna.
E se l’AfD entrasse in Parlamento?
Bernd Lucke, il candidato Cancelliere dell’AfD, si è detto disponibile a collaborare con tutti i partiti democratici, a patto che questi rivedano completamente la loro politica europea: Euro, Fondo salva Stati, trattati. Questa condizione chiude chiaramente a qualsiasi possibile coalizione con la CDU e l’FDP, i partiti più vicini all’AfD. Inoltre, nei giorni scorsi, Angela Merkel ha ribadito che una coalizione con l’AfD è fuori discussione (sulla coerenza di questa donna si potrebbero scrivere fiumi di parole). Quindi, anche se dovesse entrare in Parlamento, difficilmente potrebbe far parte del governo del Paese. Per questa ragione, l’unico effetto di un possibile ingresso nel Bundestag, sarebbe quello di impedire sia la continuazione della coalizione tra CDU e FDP, sia una possibile, ma teorica, alleanza tra l’SPD, i Verdi e la Linke. Morale della storia? Un voto per l’AfD è un voto per la grande coalizione: la Merkel vince comunque.
Video Credits: Daily All News/ youtube